Il digiuno terapeutico è una pratica che si sta diffondendo sempre più, raccogliendo consensi in diversi ambiti della medicina. Stasera, domenica 6 marzo 2016, se ne occuperà anche la puntata di Presadiretta in onda su Rai 3. Questa pratica, affiancata alle comuni terapie, ne aumenta i benefici e ristabilisce l’equilibrio dell’organismo. In alcuni casi il digiuno terapeutico diventa esso stesso una terapia, senza necessità di assumere farmaci. È indispensabile tenere presente che il digiuno terapeutico non prevede mai l’esclusione dell’acqua e che non deve essere obbligatoriamente associato ad una malattia. Molto spesso, infatti, questa pratica è utilizzata come mezzo per la depurazione dell’organismo e la conseguente espulsione delle tossine accumulate. Aldilà dei benefici sotto il punto di vista del dimagrimento, questa tipologia di digiuno permette all’organismo di riposare, evitando lo spreco energetico della digestione e della produzione degli enzimi ad essa necessari. La durata del digiuno è variabile, naturalmente l’estensione del periodo richiede una certa esperienza e la stretta osservazione di un esperto in materia: non bisogna mai dimenticare l’importanza dell’alimentazione e specialmente non bisogna mai eccedere. Online sono disponibili una moltitudine di guide per prepararsi ad affrontare un digiuno terapeutico.
Il digiuno si è dimostrato un valido alleato nella lotta a malattie come la sclerosi multipla e il cancro. Il dottor Massimo Melelli Roia, medico chirurgo di Perugia, spiega in modo molto semplice il motivo per cui, secondo lui, il digiuno terapeutico sia così efficace. In sostanza si tratterebbe di un procedimento auto-riparativo dell’organismo che, in assenza di nutrienti, si troverebbe costretto a selezionare i cosa sacrificare per l’autosostentamento. Naturalmente in queste condizioni i primi tessuti aggrediti sarebbero quelli malati. Che il digiuno sia una pratica positiva può essere dedotto dalla mancanza di appetito in presenza di malattie molto gravi: il corpo tenderebbe a eliminare il superfluo per concentrarsi sul mantenimento delle funzioni vitali.
Nonostante la pratica del digiuno terapeutico affondi le proprie radici nell’antichità, in particolar modo nelle culture orientali, ad oggi il mondo della medicina è ancora molto combattuto sulla sua efficacia. Va anche detto che ogni individuo reagisce in modo differente, per cui non è così semplice effettuare una ricerca che possa dare un risultato univoco in grado di affermare senza alcun dubbio che il digiuno possa combattere, sconfiggere o perlomeno rallentare determinate patologie. In ogni caso in tutto il mondo la ricerca continua a studiare a fondo questa metodologia per estenderne i benefici ad un numero sempre più ampio di malattie.