Si torna nel regno di Biancaneve, ma Biancaneve non c’è. Ne Il cacciatore e la regina di ghiaccio, il film diretto da Cedric Nicolas-Troyan, la fanciulla che mangiò la mela è solo citata, mentre seguiamo le vicende delle streghe cattive, dei cacciatori e di un mondo in cui si lotta per conquistare o distruggere il celebre specchio delle brame.

C’era una volta, molto prima di Biancaneve, una regina di nome Ravenna. Avida di potere, bellissima, Ravenna (Charlize Theron) non accetta di essere seconda a nessuno: quando lo specchio magico le rivela che sua sorella Freya (Emily Blunt) sta per dare alla luce una bambina destinata a superarla in bellezza, non esita a eliminare la neonata, condannando Freya a una straziante sofferenza. La donna reagisce lasciando il castello e rifugiandosi in un regno di ghiaccio, dove asseconda la magia nera che si è risvegliata in lei e addestra un esercito di bambini ai quali proibisce di amare. I “cacciatori”, così sono chiamati, crescono pensando che l’amore sia una debolezza e le persone possano solo abbandonare e tradire. 

Sono ottimi combattenti, specialmente due, Eric e Sara (Chris Hemsworth e Jessica Chastain), sui quali il divieto di amare non ha effetto: si innamorano, vogliono stare insieme e andarsene dal regno. Ma non hanno fatto i conti con Freya, che crea una barriera di ghiaccio per separarli (la sua magia ricorda molto quella di Elsa nel cartoon disneyano Frozen) e mostra loro una menzogna. 

Passano gli anni, Biancaneve sconfigge la strega, ma lo specchio magico continua a far sentire il suo potere. Quando viene allontanato, finisce nelle mani sbagliate. Il cacciatore Eric, aiutato dai nani, dovrà recuperarlo, insieme alla fiducia dell’amata Sara, convinta di essere stata abbandonata. 

A livello visivo il film è un bello spettacolo, senza troppi effetti speciali e nemmeno, va detto, grandi sorprese. Si gioca sugli scenari maestosi e sui colori, dando a ogni protagonista una diversa gamma cromatica: tinte fredde per Freya, la regina di ghiaccio, oro liquido per Ravenna, la padrona dello specchio, e sfumature calde per Sara, la guerriera.

Charlize Theron, che interpreta la bellissima e perfida Ravenna, ha parlato del film e del suo personaggio in occasione del suo viaggio in Italia, sottolineando l’importanza delle fiabe nella cultura di ogni epoca. I personaggi delle fiabe rappresentano gli archetipi del genere umano e, nella storia di Biancaneve, la regina/strega è l’immagine della donna che brama il potere, schiaccia anche l’uomo e, succube della paura di perdere i suoi privilegi, non esita a distruggere le rivali. Se Ravenna è incapace di amare, Freya incarna le ferite profonde del cuore, che possono generare l’odio. La love story tra Eric e Sara, che si confrontano alla pari, è invece un classico esempio di amore romantico, messo alla prova dal sospetto e dalla lontananza.

L’impressione è che, in questi nuovi cicli dedicati a streghe e regine, registi e sceneggiatori stiano cercando di recuperare i toni della tradizione popolare, prima che Disney proponesse le sue rivisitazioni per i bambini. Il cinema attinge al patrimonio di storie e lo rielabora in base alle sue esigenze, rendendo le fiabe sempre più per adulti e adottando spesso la prospettiva femminile.

Anche se il cacciatore porta avanti la missione, sono le donne a dominare la scena. Per scelta o costrizione, Ravenna, Freya e Sara hanno rinunciato al ruolo tradizionale per diventare cape o guerriere, ma la vera forza non sta nel dominio. L’istinto di protezione e il desiderio d’amore non coincidono con la debolezza, ma con il coraggio. E lo specchio non mostra altro che le proprie paure, prima fra tutte, la paura di perdere se stessi.