Rete 4 manderà in onda alle 21.15, dunque fra pochissimo, il film commedia “Don Camillo”, con Gino Cervi, Fernandel, Leda Gloria, Franco Interlenghi. Vediamo ora cosa possiamo scoprire dal trailer del film che ci darà un’idea della trama: ‘Don Camillo’ è un film del 1952 diretto da Julien Duvivier. Il trailer ci ricorda che siamo in un paese emiliano alle soglie del 1946. Inizialmente ci vengono mostrate delle scene che sembrano suggerire una pellicola violenta: un magazzino esplode, due ragazzi vengono braccati dalla folla mentre cercano la fuga, un uomo imbraccia un fucile e si affaccia alla finestra. In realtà, veniamo rassicurati, l’unica lotta è quella tra Don Camillo (parroco del paese) e Peppone (sindaco comunista). Particolarmente divertente è la scena in cui il parroco minaccia irriferibili violenze alla sua squadra di calcio se non darà il massimo sul campo da gioco. Anche la scena in cui Peppone ammette al prete di non confessarsi dal 1918 vale da sola la visione di tutto il film. Come sempre il bel film è disponibile in diretta streaming video con il servizio gratuito del portale Mediaset, nella pagina dedicata a Rete 4, cliccando qui. Ecco il trailer con le scene del famoso film.



Scopriamo qualche notizia in più sulla pellicola in onda oggi su Rete 4 alle ore 21.15, Don Camillo. Don Camillo e Peppone sono entrambi nati nel 1899. Il comune di Brescello esiste davvero: dal 1989 è possibile visitarvi il ‘Museo Peppone e Don Camillo’. Inoltre nella piazza del pese è possibile ammirare due statue bronzee che rappresentano il parroco ed il sindaco comunista. Il personaggio di Don Camillo si basa sulla figura storica di don Camillo Valota, prete in prima linea contro il nazifascismo che, a causa della sua opposizione, venne deportato nei campi di concentramento di Mauthausen e di Dachau. Anche Don Ottorino Davighi, parroco di Polesine Parmense, pare sia alla base del personaggio del combattivo parroco: proprio in questo paese nel primo dopoguerra era possibile assistere ad accesi scontri tra la diocesi e l’amministrazione comunale comunista.



La pellicola in onda oggi su Rete 4 alle 21.15 è un film del 1952, diretto da Julien Duvivier: Don Camillo. In questa pellicola si racconta il rapporto di odio-amore che intercorre tra un parroco di paese ed il sindaco comunista che ha vinto le elezioni. I due personaggi, nati dalla penna dello scrittore Giovannino Guareschi, sono interpretati da grandi artisti del tempo come il francese Fernandel e Gino Cervi. Anche alcuni personaggi minori sono stati affidati a ottimi attori quali, per esempio, Franco Interlenghi e Giorgio Albertazzi.

Nel Giugno del 1946, Brescello, piccolo paese della provincia di Reggio Emilia, è diviso in due fazioni: la prima è capeggiata dallo scaltro parroco del paese (Don Camillo), la seconda invece risponde al sindaco recentemente eletto nelle fila del Partito Comunista (Giuseppe Bottazzi, detto Peppone). Questa divisione rispecchia l’andamento del paese nei primi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Don Camillo non sempre rispetta il precetto ‘date a Cesare quel che è di Cesare’: s’immischia costantemente nelle faccende politiche di Brescello. Del resto la salvezza spirituale dei suoi parrocchiani dipende anche dalla loro condotta in società. Se Peppone si orienta nel tutelare gli operai e i braccianti, il prete tende ad essere più vicino ai proprietari terrieri del paese. Don Camillo è una figura molto combattiva: prende fuoco molto facilmente e tende ad intervenire a gamba tesa in molte faccende che, invece, sarebbero pertinenza dell’amministrazione locale. A smussare questi aspetti spigolosi della sua personalità deve intervenire Gesù Cristo in persona: il prete infatti si trova spesso a dialogare con il crocifisso della sua umile chiesetta. Cristo riesce quasi sempre a condurre il parroco verso decisioni più sensate e maggiormente accondiscendenti. Non è sempre così: per esempio, quando Peppone deciderà di tenere un comizio sulla pubblica piazza, Don Camillo s metterà a suonare a tutta forza le campane della chiesa, in modo tale che nessuno degli astanti possa percepire una sola parola. Quando i comunisti accorreranno per prendere d’assalto la parrocchia, Don Camillo imbraccerà il fucile e sarà pronto a difendere la Casa del Signore. La questione si complica quando a Peppone nasce un figlio: il sindaco comunista vuole imporgli il nome di Libero Lenin! Il parroco si rifiuta di battezzare la creatura con questo nome davvero poco cristiano. Come se non bastasse Brescello diventa teatro per una trasposizione tutta emiliana del dramma di Romeo e Giulietta: due giovani del paese s’innamorano e desiderano sposarsi. Purtroppo la famiglia del giovane è orientata a sinistra, quella della fanciulla è dalla parte di Don Camillo. I due sfortunati amanti arrivano a considerare il suicidio: fortunatamente il parroco ed il sindaco uniscono le forze per far sì che i due ragazzi riescano a coronare il loro sogno d’amore.