Con il Giro d’Italia alle porte, a Che fuori tempo che fa non poteva mancare una presenza come quella dell’ex campione di ciclismo Felice Gimondi. Storica la sua rivalità con Eddy Merckx che ritroveremo fra gli ospiti di Fabio Fazio questa sera. In una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, Gimondi ha espresso tutta la propria ammirazione per l’eterno rivale, ammettendo che considera Merckx una vera e propria leggenda mondiale: “mi ha fatto patire le pene dell’inferno. Per me resta il più grande perché fu protagonista di un’attività a livelli eccezionali per un intero decennio”. Nella giornata di oggi si festeggia invece il 50esimo anniversario della vittoria di Gianni Motta al giro d’Italia. L’evento, promosso dal Centro Culturale Rudun di Cassano d’Adda, ha visto l’intervento di tanti volti storici del ciclismo, fra cui anche quello di Felice Gimondi. L’ex campione era presente assieme ad altri big del ciclismo come Francesco Moser e Maurizio Forndriest.



Tra i tanti ospiti protagonisti della prossima puntata della trasmissione Che fuori tempo che fa, in onda su Rai Tre questo sabato 30 aprile per la conduzione di Fabio Fazio c’è l’ex campione di ciclismo Felice Gimondi. Conosciamolo meglio ripercorrendo alcuni momenti clou della sua eccezionale carriera sportiva. Felice Gimondi è nato a Sedrina, piccolo centro della provincia di Bergamo, il 29 settembre 1942 e sin da piccolo ha dimostrato di avere una enorme passione per la bicicletta. La sua avventura nel mondo delle due ruote ha inizio a livello giovanile nel 1959 con la prima vittoria il 1° maggio 1960 nella corsa Bergamo-Celana. Nel 1962, avendo dimostrato di essere in possesso di grandi qualità, passa nella categoria dilettanti riuscendo a imporsi in maniera eccezionale in tredici gare tra cui il Tour de l’Avenir nell’anno 1964. Il passaggio nel mondo del professionismo avviene nell’anno 1965 con la squadra della Salvarani di Luciano Pezzi. Vi rimarrà fini al 1972. Nella Freccia-Vallone del 1965 dimostrò immediatamente di essere un corridore temibile piazzandosi al secondo posto per poi riuscire nell’imprese di salire sul gradino più basso del podio al Giro d’Italia che vide la vittoria di Vittorio Adorni che peraltro era suo compagno di squadra. Sempre nel 1965 viene chiamato all’ultimo momento per prendere parte al Tour De France per sostituire un gregario dello stesso Adorni. Fu un esordio impressionante con Felice Gimondi che riuscì addirittura a ottenere la vittoria vestendo la maglia gialla dalla terza tappa fino alla fine. Nel 1966 Felice Gimondi riuscì a confermare di essere un campione assoluto imponendosi alla Parigi-Roubaix e nella Parigi-Bruxelles oltre al successo nel Giro della Lombardia. Al Giro d’Italia meno bene dell’aspettative arrivando quinto. Nel 1967 si prese la rivincita nella corsa rosa mettendo il proprio primo sigillo alla competizione mentre al Tour per via di una crisi intestinale nel corso di una tappa, ha chiuso al settimo posto. Nel 1968 ottiene il successo nella Vuelta di Spagna mentre al Giro d’Italia venne declassato dal terzo posto per un problema di doping. Nel 1969 ritornò più forte di prima riuscendo ad imporsi per la seconda volta al Giro d’Italia mentre al Tour dovette accontentarsi del quarto posto alle spalle di uno scatenato Eddie Merckx. Dal 1970 al 1972 c’è una flessione di Felice Gimondi che ha dovuto arrendersi al dominio di quel periodo da parte dei corridori fiamminghi. Nel 1973 decide di cambiare squadre passando alla Bianchi con cui rimarrà fino al 1979. La squadra era diretta da Giancarlo Ferretti che peraltro era stato suo gregario in precedenza. Nel 1973 ottiene la vittoria del campionato del Mondo a Barcellona battendo Merckx. Nello stesso anno ottiene la vittoria al Giro della Lombardia e del Piemonte. Nel 1974 ottiene il successo alla Milano-Sanremo mentre l’ultimo successo da professionista arriva nel 1976 al Giro d’Italia che lo vide trionfatore finale. L’ultimo Tour corso è del 1975 in cui ha chiuso al sesto posto. Dopo il ritiro dalle corse avvenute nell’anno 1979 Felice Gimondi ha anche avuto delle esperienze come direttore sportivo della Gewiss-Bianchi nel 1988 per poi diventare il presidente della Mercatone Uno-Albacom, futura squadra di Marco Pantani. 

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