Su Canale Cinque viene mandato in onda il secondo appuntamento serale del talent Amici 2016 condotto da Maria De Filippi. Tra i concorrenti ancora in corsa per la vittoria finale c’è il ballerino della squadra dei Blu, Patrizio Ratto. Prima di gustarci questa nuova battaglia artistica riviviamo i momenti clou della scorsa puntata in cui è stato protagonista Patrizio Ratto.



Nella prima puntata del serale di amici Patrizio si è esibito in un numero davvero straordinario, come già anticipa Nek nella presentazione: “la sensazione è quella di essere proiettati in un film di fantascienza”. Patrizio infatti è intrappolato in una gabbia di luci laser e si muove seguendo la musica ed i movimenti del laser, le sue movenze da robot sono perfettamente sincronizzate agli spostamenti delle luci. Le luci costruiscono delle piramidi e Patrizio deve essere perfettamente coordinato con loro per non rovinare l’effetto ottico. Insomma una esibizione che lascia tutti a bocca aperta e senza fiato, la spiegazione di questo ballo come anticipatamente fatta dai capitani vuole evidenziare come il funzionamento delle macchine sia nullo senza l’ausilio dell’uomo, infatti non appena Patrizio si blocca si interrompe tutto l’effetto visivo.In questa esibizione Patrizio si scontra con Elodie che invece si esibisce in una canzone: la prova viene votata segretamente cioè non si sa come si sono espressi i giudici ma vede Patrizio vittorioso che continua la sua bellissima esperienza all’interno del programma. Vedremo se questa sera Patrizio saprà essere altrettanto efficace nella nuova coreografia preparata per l’occasione. Tra l’altro lo abbiamo visto cimentarsi in diversi ruoli: è piaciuta tantissimo al pubblico l’esibizione di Patrizio che prima di ballare suona il piano nelle puntate pre serale. E’ rimasta molto impressa anche l’esibizione di Patrizio che da robot si trasforma in principe azzurro tutto questo proprio per dimostrare ed evidenziare che le sue capacità sono molteplici e può essere indirizzato e destinato a tanti e diversi stili.

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