Per non essere da meno, una volta venuto a conoscenza dell’intenzione da parte dei dirigenti dell’Inter di chiudere a breve con il gruppo cinese Suning Commerce Group (clicca qui per l’articolo della scorsa settimana), Silvio Berlusconi – che in vita sua non ha mai accettato di arrivare secondo in alcunché – ha deciso di dare una robusta accelerata alle trattative per la cessione del Milan. Preferirebbe che il club restasse in mani italiane, ma il consorzio cinese (diverso da quello con cui discutono i nerazzurri: del resto, non è difficile pescare nel mazzo, sono più di un miliardo, i cinesi…) fa sul serio. Le trattative pare siano in dirittura d’arrivo, tuttavia restano ancora nodi delicati da sciogliere: quanto vale il Milan per il Cavaliere? Quanto sono disposti a sborsare gli acquirenti orientali? Come sarà la governance del club: chi deciderà su allenatore, campagna acquisti e via discorrendo? Temi spinosi, la cui soluzione richiede tempo, pazienza e capacità diplomatiche.
Partiamo dal prezzo. I cinesi offrono 500 milioni per acquisire il 70% del Milan. Berlusconi, che ai tesori di famiglia ci tiene e considera Fininvest come una figlia (non ce ne vogliano Marina e Barbara…) e alla stessa stregua il Milan come un figlio (non ce ne voglia PierSilvio…), sembra intenzionato ad alzare ancora di più la posta. Quali assi dunque potrebbe ancora giocarsi?
Racconta un testimone che – in collegamento via telefono con Pechino per un colloquio con un advisor, rappresentante legale dei cinesi (la chiamata era a suo carico, suo… dell’advisor, ovviamente!) – il Cav. avrebbe rotto gli indugi in maniera assai esplicita: “Suvvia, mi consenta: se i suoi molto onorevoli magnati avranno la compiacenza e la saggezza di scucirmi altri 20 milioni oltre al prezzo pattuito, avrò l’onore di offrire loro anche il parco di Trenno, polmone verde della città, il posto giusto per darsi del… thè e conoscersi meglio (Silvio rimane pur sempre un amante del doppio senso). E salendo di poco, diciamo intorno a quota 600 milioni di euli, pardon… euri!, potrei inserire nella trattativa anche la stazione della metropolitana di Lotto, vicinissima allo stadio, che ribattezzeremo in vostro onore Fiore di Lotto. Ma potremmo spingere i nostri comuni orizzonti anche più in là: arrivare a 800 milioni significherebbe inserire nell’affare la strategica stazione ferroviaria della Bovisa, zona peraltro nella quale i ristoranti cinesi pullulano (è stato molto difficile per il traduttore trovare il corrispondente cinese del verbo “pullulare”). E se come me, siete amanti delle sfide impossibili, allora con il primo miliardino verrebbero via il Milan al completo, le stazioni di cui sopra e, udite udite, l’area Expo in comodato d’uso per 130 anni (tanto conto di esserci ancora)”.
Nel contempo, a Milanello fervono i preparativi per la finale di Coppa Italia, all’insegna di significative novità, seppur sottotraccia. Durante gli allenamenti, i giocatori più alti e robusti – è il caso del portiere Donnarumma – sono stati invitati dallo sponsor tecnico a calzare scarpini molto più stretti, secondo la tecnica del “loto d’oro”, utilizzata in passato con le donne, ma che dovrebbe favorire una maggior sensibilità nel controllo di palla. Il difensore Mexes, noto per le sue doti da combattente (che gli sono costate una pessima fama e tanti cartellini rossi), è diventato, manco a dirlo, un accanito fan di Bruce Lee, di cui rivede ogni sera a casa la gesta (ha comprato tutti i dvd); la scelta, accettata entusiasticamente, di allenarsi con un maestro privato di kung fu, l’avrebbe definitivamente convinto ad accettare le offerte di un ricco club cinese iscritto al campionato di calcio shaolin.
Dalla Cina, intanto, rilanciate da Ghuan Tohn, periodico sportivo che si occupa di pugilato e baseball, ma che dedica ampio spazio ai portieri di calcio, rimbalzano voci che cominciano a delineare la “squadra che verrà”. Il futuro allenatore del Milan (i nomi sono sempre i soliti, ma… cosa frigge in pentola, insieme agli involtini primavera?) dovrà essere affiancato da un vice cinese (il nome è top secret), esperto di tattiche e moduli orientali (nient’affatto top secret).
In difesa, infatti, è certo che il Milan giocherà ispirandosi al buddismo, la cui regola sportiva fondamentale è: “In fase di possesso palla non si buddha mai via il pallone, ma quando il tuo avversario è manifestamente più forte, non esitare mai a buddhare la palla in tribuna”. A centrocampo, invece, verrà applicato un modulo che in Cina definiscono come l’evoluzione del calcio totale inventato dagli olandesi: questo sistema di gioco, capace di variare nel corso della stessa azione dal 4-4-2 al 3-4-3, poi al 5-3-2 fino al 4-2-3-1, ha preso il nome di confucianesimo, poiché genererebbe in campo una grande confucione (per gli avversari) di ruoli e di movimenti con e senza palla. In attacco, infine, ci si affiderà al taoismo (è la tecnica del TAO, Tiro Angolato Oltremisura).
Garantendo con queste filosofie di gioco orientali una maggiore qualità alla manovra, l’obiettivo è quello di rilanciare – come ha spiegato l’interprete – “questa squadra che oggi è di Brocchi”. E domani? Alla domanda hanno risposto i cinesi stessi: “Noi falemo di tutto pelché si sBlocchi!“.