Il cinema e il mondo dello spettacolo in lutto per la morte di Lino Toffolo: un grande personaggio, molto schivo come la sue “venezianità” propone come status irrinunciabile. Eppure così divertente e dal passato legato a tanti ambiti diversi nel mondo dello star system (non ce ne voglia il buon Lino, sappiamo che detestava questi accostamenti). In un ricordo pubblicato non molto tempo fa sulla pagina Facebook di Blob Lino Toffolo, stroncato oggi da un infarto a 81 anni, ha voluto spiegare perché sono tanti anni che non partecipa a film o lavori in televisione, nonostante le richieste non siano mai venute meno. «In Italia la comicità è sempre legata al volgare, e gli ultimi copioni erano vergognosi, quelli che mi sono arrivati». Schietto e diretto, come sempre: ma sentitelo sul motivo profondo per cui vale la pena o no fare un lavoro nel mondo dello spettacolo. «Per la fame io potrei fare anche marchette sotto ai ponti, ma senza la fame – e sono grasso, mi andrebbe bene un po’ di fame – faccio solo cose che mi divertono», conclude il simpatico Lino. Una “fame” atavica di vita che però non voleva “accontentarsi” di lavori che non condivideva: un grande, comunque mancherà.
Racconta le ultime ore di vita di suo padre Lino Toffolo la figlia Anna. L’attore e cabarettista è morto questa notte a Venezia: aveva 81 anni. Era stato ricoverato in ospedale nella sua città per la frattura di un braccio a causa di una caduta. Tornato a casa si è potuto godere l’abbraccio dei familiari, la moglie Carla e i tre figli Anna, Luisa e Paolo, per l’ultima volta prima di sentirsi di nuovo male. Lino Toffolo è scomparso a causa di problemi cardiaci. Era nato a Murano ed era un volto noto al pubblico perché era stato protagonista di numerosi film e trasmissioni televisive. Nella sua lunga carriera Lino Toffolo si è diviso tra cinema, cabaret, teatro e televisione. Dopo la sua scomparsa Tgcom24 riporta le parole della figlia Anna, raggiunta dal quotidiano “Il Gazzettino”: la donna ha raccontato che il padre si è accasciato improvvisamente dopo aver cenato in famiglia e ogni tentativo di rianimarlo è stato vano”.
Oggi è una giornata triste per il mondo dello spettacolo, si è infatti spento quello che era un personaggio meraviglioso Lino Toffolo. Sono in molti gli artisti che lo ricordano con un sorriso e alcuni con un velato filo di malinconia per la sua dipartita. Tra questi c’è anche l’attore Beppe Fiorello che su Twitter posta una foto significativa della carriera del cabarettista di Murano. Nel commento Fiorello scrive in maniera molto dolce e affettuosa: “Quanti ricordi! Ciao Lino Toffolo, la simpatia fatta persona”, clicca qui per la foto e per i commenti dei follower. Mai parole furono più giuste proprio perchè Toffolo era la simpatia fatta persona, un uomo che con ironia e grande intelligenza ha sempre fatto ridere tutti ma non senza far riflettere.
È morto il grande Lino Toffolo e la sua Venezia, dove è cresciuto (è nato a Murano) e si è affermato da menestrello a gigante dello spettacolo e della comicità, ora lo piange: immediatamente questa mattina il sindaco Luigi Brugnaro ha prontamente scritto un tweet che a nome di tutta la città saluta e ringrazia il grande attore purtroppo mancato oggi, 18 maggio 2016. «Ciao Lino Toffolo, autentico interprete del sentimento veneziano. La Città ti abbraccia e ti ringrazia». In coda lo segue, con interventi bipartisan, anche il parlamentare veneziano del Partito Democratico, Davide Zoggia: «Lino Toffolo oltre che essere uno straordinario attore e la sua carriera lo dimostra, lavorando al fianco di gente del calibro di Mastroianni e Gassman, ha rappresentato il testimone di una venezianità che non c’è più. Attraverso la sua dirompente comicità, spesso in lingua veneziana, ha messo a nudo vizi e virtù della Serenissima, sempre con garbo e senza scadere nella volgarità. Un artista poliedrico che ha spaziato in tutti i campi, contribuendovi con grande originalità e leggerezza, e che ha segnato negli anni settanta l’immaginario dei bambini con la celebre Johnny Bassotto».
Si considerava a inizio carriera un semplice menestrello. Lino Toffolo ha portato alla ribalta nazionale l’umorismo veneto, popolare, semplice, auto ironico, un tipo di macchietta senz’altro unica. Dei veneti soprattutto amava prendere in giro la passione per il vino, e infatti in tante sue scenette faceva la parte dell’ubriacone. Era “l’imbriago”, la sua maschera più popolare e amata. Il suo sproloquio apparentemente senza capo né coda faceva coppia benissimo con quello altrettanto lunatico di Enzo Jannacci con cui spesso recitava al Derby nei primi anni sessanta, fucina di geni della comicità popolare. E come Jannacci amava raccontare di poveri e ricchi, di perdenti e innamorati. Amava dire Toffolo: la lingua è il sentimento del popolo. Popolo di cui ha sempre fatto parte.
Lino Toffolo è morto: il celebre attore e regista, dopo esser stato ricoverato a Venezia per la frattura di un polso, ha avuto numerose complicazioni in seguito a problemi alle valvole coronariche di cui aveva sofferto negli ultimi mesi. Volto notissimo del cinema e della tv soprattutto negli anni 70, era nato a Murano nel 1934. Aveva iniziato la sua carriera come quasi tutti quelli della sua generazione al mitico Derby di Milano, il locale dove si formò una generazione quella di Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Teo Tecoli e tanti altri. Il suo primo film è del 1968, con una parte non da protagonista in Chimera, tra gli altri si ricordano Brancaleone alle crociate. Aveva anche inciso dei dischi, il primo il 45 giri ‘Na brontola impissada uscito nel 1963. In televisione ha preso parte a Canzonissima insieme a Alighiero Noschese, ha condotto il quiz Tuttinfamiglia. Infine nel 2006 ha diretto il film Nuvole di vetro interamente in lingua veneta.