In questi giorni, il giallo sul delitto di Isabella Noventa sembra essere stato caratterizzato da un forte scossone in seguito alla richiesta di tutta una serie di nuovi accertamenti che hanno riguardato numerosi oggetti di proprietà dei tre indagati in carcere con l’accusa di omicidio della segretaria: Manuela Cacco, Freddy e Debora Sorgato. Ora, l’ultimo colpo di scena che è stato sottolineato da Il Gazzettino, riguarderebbe nello specifico proprio l’ex fidanzato di Isabella, Freddy Sorgato. Il sostituto procuratore Giorgio Falcone, avrebbe infatti ordinato alla biologa Luciana Caenazzo di eseguire una nuova perizia scientifica su tutto il primo piano della villetta dell’autotrasportatore. Finora, della villetta era stato analizzato solo il piano inferiore che però non aveva riportato tracce relative a Isabella Noventa. Con le nuove perizie, saranno invece analizzati anche il bagno e la camera da letto di Freddy con l’obiettivo primario di trovare tracce biologiche appartenenti alla segretaria di Albignasego uccisa oltre quattro mesi fa.
Scelta particolare nel giallo di Isabella Noventa con una dei tre indagati, Manuela Cacco, che ha annunciato di non volersi avvalere della consulenza di eventuali controperizie scientifica al processo e anche prima del procedimento, con le indagini ancora in corso in queste settimane. Il corpo non si trova di Isabella ma le indagini ovviamente proseguono: «incontrerò in carcere Manuela Cacco domani. Abbiamo però già concordato che non sarà nominato un nostro consulente tecnico di parte per controbilanciare quello incaricato della Procura della Repubblica di Padova e cioè la dottoressa Luciana Caenazzo», sono le parole di Alessandro Menegazzo, il legale di Manuela Cacco, l’amante di Freddy Sorgato, in carcere anche lei coinvolta nell’omicidio della povera segretarie di Albignasego. L’avvocato ne ha parlato con La Nuova Venezia, spiegando ancora la versione della sua assistita: «Manuela ribadisce che Debora gli ha detto che il corpo di Isabella è stato gettato nel Brenta e lei non ha altre versioni su questo punto».
Il caso dell’omicidio di Isabella Noventa è tutt’altro che concluso, soprattutto per i nuovi accertamenti che verranno fatti dalla procura di Padova su molti oggetti che appartengono al trio di indagati, ovvero Manuela Cacco ed i fratelli Sorgato. E’ proprio su questi ultimi che un servizio di Quarto Grado di venerdì scorso potrebbe aver svelato risvolti importanti. Il difensore di Debora Sorgato, infatti, ha riferito alle telecamere di non avere alcun rapporto con i legali di Freddy, il fratello della sua assistita. Un particolare importante se si pensa al rapporto morboso fra i due fratelli evidenziato dalle testimonianze della Cacco. E’ un possibile allontanamento oppure si tratta di una strategia? La Dark Lady, come è definita Debora Sorgato dagli organi di stampa, sta per crollare? Se la donna è davvero quell’iceberg insormontabile che si è sempre delineato in tutti questi mesi è difficile che possa cedere, mentre è molto più facile che ciò avvenga al fratello Freddy. Le speranze degli inquirenti sono infatti che uno dei tre indagati possa rivelarsi come punto debole e fornire le risposte alle numerose domande che avvolgono ancora il delitto. Intanto, il servizio della trasmissione di Gianluigi Nuzzi delinea un quadro importante di Debora e delle sue possibili menzogne. In più di un’occasione infatti la donna ha affermato di aver visto Paolo Noventa, fratello della vittima, solo il giorno successivo alla scomparsa di Isabella. Diversa invece la deposizione di Noventa che riferisce di un particolare episodio del passato in cui la donna lo avrebbe chiamato imponendogli di fare in modo che Isabella si allontanasse da Freddy. E quest’ultima dichiarazione appare la più verosimile e corrisponde ai sospetti che Isabella Noventa aveva riguardo alle minacce anonime che aveva ricevuto fino a due mesi prima dell’omicidio, ovvero che dietro quelle lettere fatte di insulti ed accuse, ci fossero sia Debora Sorgato che Manuela Cacco. Da parte sua Debora continua a dichiararsi innocente ed a puntare il dito anche contro la tabaccaia, insinuando che il movente fornito dalla donna, ovvero la famosa risata di Isabella, non è un elemento valido perché arrivasse ad ucciderla.