Iris per la prima serata di oggi, 23 maggio, ha optato per il film drammatico e di riflessione La bicicletta verde. La pellicola si basa sulla metafora della bicicletta come coesione femminile ma anche come atto di ribellione contro i soprusi quotidiani cui devono sottostare le donne. La bicicletta diventa il simbolo della libertà contro l’oppressione degli uomini e di una cultura troppo rigida che nega alle donne qualsiasi forma d’indipendenza ed emancipazione. La pellicola ha avuto il patrocinio di Amnesty Italia per i temi trattati. Haifaa Al-Mansour dopo quest’opera è diventata una figura molto controversa nel suo paese, non sono mancate le condanne da parte della società più conservatrice ma anche gli incoraggiamenti da parte di coloro che sperano in un futuro migliore per le donne del paese.
La bicicletta verde opera prima di Haifaa Al-Mansour è il film che andrà in onda il prossimo 23 maggio sul canale del digitale terrestre Iris. La pellicola è stata realizzata nel 2012 e Haifaa Al-Mansour oltre alla regia ha curato anche la sceneggiatura. Wadjda, questo il titolo originale del film, è stato un lungometraggio a lungo contestato in Arabia Saudita perché mai prima di allora una donna si era messa dietro una macchina da presa, ha però ottenuto molta attenzione internazionale e diverse nomination ai BAFTA del 2014. Ecco, nel dettaglio, la trama del film della prima serata di Iris.
Wadjda, interpretata da Waad Mohammed, è una bambina intelligente e curiosa e vive un profondo conflitto interiore tra quella che è la sua voglia di libertà e le rigide regole imposte dalla religione musulmana alle donne. L’unico momento di evasione per la ragazza, che ha solo 10 anni e vive a Riyadh, la capitale dell’Arabia Saudita, è quello di giocare con la bicicletta del suo amico Abdullah, un gioco innocente che però deve essere fatto di nascosto. Un giorno di ritorno da scuola vede una bicicletta verde sul tetto di una macchina e scopre che l’oggetto sarà venduto nell’emporio del paese. La bambina decide in quel momento che la bicicletta sarà sua e si pone come obiettivo quello di raggiungere la cifra necessaria per acquistarla. Per i professori e la madre di Wadjda è sconveniente che la giovane voglia una bicicletta, il gioco è destinato solo ai maschi mentre le donne devono stare in casa. Nella famiglia della bambina ci sono molti altri problemi di cui occuparsi, il padre vuole a tutti i costi un figlio maschio ed è deciso a convolare a seconde nozze con un’altra donna. Mentre la madre di Wadjda cerca in tutti i modi di far cambiare idea al marito sulla poligamia la giovane cerca ogni sorta di lavoretto pur di ottenere la cifra desiderata ma si scontra contro la dura realtà del paese che preclude ogni cosa perché è solo ad appannaggio degli uomini. Quando la scuola mette in palio 1000 riyan per il concorso sulla conoscenza del Corano, la giovane non si lascia sfuggire l’occasione pur di riuscire a ottenere il primo premio. Wadjda con grande sforzo si sottopone a dure sessioni di studio del Corano e riesce a superare gli altri concorrenti nella sfida. Wadjda non ha particolari interessi per la religione e in quella materia ha molte difficoltà ma vuole a tutti i costi la bicicletta e per questo motivo non esita a dedicarsi allo studio. Al momento della consegna dell’ambito assegno la preside della scuola le chiede cosa farà dei soldi e la piccola senza alcuna malizia dice la verità. Tutta la comunità scolastica è indignata dal comportamento irrispettoso di Wadjda e la scuola le nega i soldi devolvendoli in beneficenza. La giovane vede sfumare il suo sogno di avere la bicicletta verde così come sua madre vede infrangersi le speranze di essere l’unica moglie del marito. Il giorno del matrimonio del padre però succede qualcosa di inaspettato, Wadjda riceve la tanto sognata bicicletta verde e a farle quel regalo è la madre, che per la prima volta nella sua vita si ribella alle regole che la religione e i costumi hanno imposto alle donne.