Boris Giuliano scopre che Marchese e Bagarella sono diventati soci. Mette dei posti di blocco per tutta Palermo, ma i malviventi che sono pronti ad ucciderlo riescono a superare tutti i controlli. Giuliano decide di fare una sosta al bar, proprio mentre il suo destino lo attende. Leoluca Bagarella scende dall’auto e raggiunge Giuliano nel bar, il commissario si sente chiamare: “Dottore Giuliano! Dottore Giuliano!”. È un attimo e un primo colpo lo raggiunge alla schiena, seguito da altri colpi. Il mondo delle forze dell’ordine è sconvolto e così anche il giornalista Marco Alliati, suo caro amico. La “squadra dei giusti” si riunisce attorno al suo corpo martoriato. Maria Leonetta, la vedova del commissario, è al mare con i bambini quando le viene comunicata la notizia. L’ultima scena è quella del processo sulla morte di Giuliano dove Alessandro, figlio di Boris, spiega che le parole di suo padre lo avevano preparato al fatto che un giorno non sarebbe più tornato a casa. Nel 1987 il maxiprocesso si conclude con oltre 300 condanne.



Boris Giuliano, per andare avanti nelle sue indagini sulla rapina, convoca la signora Longari, una testimone, che riconosce immediatamente Pietro Marchese e firma la sua deposizione. Intanto, all’interno di alcune valigie transitanti fra Palermo e gli Stato Uniti, le forze dell’ordine americane ritrovano un grosso quantitativo di denaro. Boris Giuliano incontra il capo dell’operazione. Intanto Alcuni malviventi dimenticano una pistola in un bar, Giuliano decide di attendere che questi tornino a riprendere l’arma e procede subito all’arresto. Nelle loro mani ci sono armi, soldi e molta droga, ma chi c’è dietro? Dall’analisi del campione si scopre che la droga fa parte di una partita di sostanze raffinate a Palermo, che raggiungono gli stati Uniti attraverso l’aeroporto di Punta Raisi. Un collaboratore informa il commissario che dietro al nome di Joseph Bonamico contenuto in alcuni assegni legati al traffico di droga, si nasconde Michele Sindona. Ambrosoli, avvocato di Sindona, aveva parlato con Giuliano proprio pochi giorni prima di alcuni trasferimenti di denaro. Intanto Marchese torna libero, Giuliano lasciala sua famiglia in vacanza per tornare a Palermo.



Le indagini di Boris Giuliano si concentrano su un omicidio avvenuto durante una rapina alla Cassa di Risparmio di Sicilia. Carmelo, il tossicodipendente salvato da Giuliano, va da lui e gli racconta di essere stato avvicinato da alcuni uomini in cerca di un’auto per una rapina. L’uomo lo ringrazia, se oggi è salvo è solo merito di Giuliano e grazie alla sua testimonianza la squadra riesce a portare a termine altri arresti e a trovare il covo dove la banda ha nascosto i soldi. Arrivano le prime minacce a casa del commissario che, tuttavia, decide di andare avanti. Giuliano finisce sulle pagine dei giornali e racconta a Tonino De Luca (Ettore Bassi) di aver ricevuto delle minacce. De Luca crede che Giuliano dovrebbe allontanarsi, ma il commissario è deciso a restare e chiede al suo amico di continuare con le indagini anche quando lui non ci sarà più. La squadra, intanto, arriva a Marchese, uno dei due rapinatori, e in un incontro “casuale” il commissario fa sì che l’impiegato della banca Vito Mazzola lo riconosca. Mazzola, però, nel confronto ufficiale non conferma il riconoscimento.



Boris Giuliano scopre alcune foto scattate a Tano Badalamenti nelle campagne di Cinisi assieme a un suo collega, il Colonnello Giuseppe Russo. L’uomo si giustifica spiegando che Badalamenti è solo un suo informatore, ma poco dopo viene ucciso a colpi di proiettile. La squadra di Giuliano scopre i traffici illeciti della Sicula Risa e dalle indagini risulta che Badalamenti ha messo il colonnello sulle tracce degli illeciti della società, ma poi ha fatto il doppio gioco con Riina, a capo dell’azienda. Le indagini ripartono da Nino Salvo, che viene interrogato da Giuliano perché sospettato di avere rapporti con Cosa Nostra e di aver favorito gli affari della Risa. Anche i giornalisti si interessano al caso, avvertiti dal commissario. Inizia un periodo difficile per Palermo, durante il quale chiunque si opponga alla mafia è destinato ad essere messo a tacere per sempre.

Nella serie dedicata a Boris Giuliano, scopriamo che Salvo, il cugino del pentito che ha portato all’arresto dei principali boss di Cosa Nostra, viene raggiunto dagli uomini della mafia decisi a ucciderlo. Il procuratore crede che gli arresti abbiano alzato un polverone e non riesce a vedere l’esistenza di una commissione di Cosa nostra, rinnegando silenziosamente l’attentato al suo predecessore Scaglione. Tutti i boss vengono rilasciati, ma nonostante ciò la “Squadra dei giusti” decide di restare accanto a Giuliano. Il commissario, quindi, decide di pensare in grande e attaccare le finanze della mafia. Partono i primi controlli proprio sul boss Badalamenti, che si è incontrato con il Marsigliese. Dall’agendina di Badalamenti salta fuori il numero di Luigi, l’avvocato amico di Giuliano da trent’anni, che spiega di essere stato avvicinato da due uomini. Intanto Giuliano si reca a Washington per indagare sui traffici di droga, che partono proprio dalle nuove tratte aeree. E quando torna, per lui è pronta una promozione

L’ultimo episodio della miniserie dedicata a Boris Giuliano si apre con il protagonista che, passati due anni dalla morte del giudice Scaglione, si reca sulla sua tomba. Nulla a Palermo è cambiato, i Corleonesi sono tutti latitanti e i boss stanno per essere liberati, anche Badalamenti. Giuliano chiede al suo amico giornalista Marco Alliati di fare attenzione, ma l’uomo pensa che sia proprio il commissario ad essere in pericolo. Giuliano incontra un uomo deciso a pentirsi per la voglia di ricevere il perdono dal cielo. Racconta di essere cresciuto ignorando il pericolo legato alla morte e poi racconta agli inquirenti la storia del suo primo omicidio. L’uomo fa il nome di Leoluca Bagarella di Corleone, di Badalamenti, di Luciano Riccio e di Totò Riina. In un incontro segreto i capi si sarebbero incontrati per unirsi e far fronte comune contro lo stato. Iniziano così i primi arresti, ma Incontrada pensa che potrebbero non essere convalidati. 

La seconda e utlima puntata della miniserie dedicata a Boris Giuliano sta per prendere il via proprio in questo momento su Rai 1. La storia di Giuliano, che nella fiction ha il volto di Adriano Giannini, ha appassionato e commosso tutto il pubblico, che ha seguito con interesse la prima puntata ed è già in attesa di assistere alle fasi conclusive della storia. Ecco alcuni commenti lasciati su Facebook: “Ho seguito la prima puntata, lavoro bellissimo, interpreti all’altezza sempre. Questa sera vedrò la finale e penserò alla persona che non ha potuto finire il suo sogno”, “Mi emoziona pensare che abbia davvero affrontato la mafia con grande coraggio, ha pagato con la vita purtroppo ma è un esempio per noi italiani”. Anche Ricky Tognazzi, regista della miniserie, pochi minuti fa ha detto la sua sull’episodio che Rai 1 sta per trasmettere. Ecco il suo tweet: “La seconda puntata è più bella …. Giuro! #BorisGiuliano @RaiUno @GianniniAdriano @francescodaje @ettorebassioff”. Non resta che seguire l’ultima puntata, che di certo mostrerà una pagina molto dolorosa del nostro paese.

Va in onda questa sera su Rai Uno la seconda e ultima puntata di “Boris Giuliano”, la miniserie con Adirano Giannini. Dopo la morte del giudice Scaglione e la scomparsa del giornalista De Mauro, Giuliano collabora con l’FBI e concentra le indagini sul narcotraffico… Vi ricordiamo che oltre a poter vedere in finale di “Boris Giuliano” sintonizzandovi su Rai Uno, potrete vedere la penultima puntata della fiction in diretta streaming sul sito di Rai.tv, cliccando quiMancano poche ore alla messa in onda della puntata finale di “Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo”, la miniserie ispirata alla vita del capo della squadra mobile della polizia di Palermo ucciso da Leoluca Bagarella il 21 luglio del 1979. A vestire i panni di Giuliano c’è Adriano Giannini. “Ho conosciuto gli amici, la sua squadra che è stata per anni con lui. Racconti e pranzi con loro. E l’incontro con la famiglia”, così l’attore si è preparato per questo ruolo come ha rivelato ai microfoni di Rai.tv. Giannini ha svelato anche qual è la scena più bella per lui, anche se non è protagonista del momento: “La scena più bella del film è quando il maresciallo amico di Boris va a dare la notizia della sua morte alla moglie. Vedendola mi sono commosso ho capito che quella è una scena molto potente. Infine l’attore spera che la storia di Giuliano – “un modello di persona da guardare” – possa arrivare anche nel scuole. Clicca qui per vedere il video

Oggi, martedì 24 maggio 2016, alle 21.20 su Rai 1 andrà in onda la seconda e ultima puntata di “Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo”, la miniserie con Adriano Giannini. Ieri , lunedì 23 maggio, la prima puntata della fiction diretta da Ricky Tognazzi ha conquistato la prima serata con 5.103.000 spettatori pari al 20,57% di share. La miniserie non aveva grandi competitor: Mediaset aveva puntata su due film “La peggior settimana della mia vita su Canale 5 (2.870.000, 11,56%) e “X Men-Giorni di un futuro passato” (2.678.000, 11,36%). Mentre SuRai 2 la finale di The Voice of Italy 2016 ha totalizzato 2.070.000 spettatori pari al 10,47% di share. Questa sera invece l’ultima puntata di “Boris Giuliano” affronterà la concorrenza del film “Quello che so sull’amore” e la serie “Blindspot”

La minifiction dedicata a Boris Giuliano ha portato sul piccolo schermo l’esempio del coraggioso commissario ucciso da Cosa nostra nel 1979. La sua storia, che si concluderà con la messa in onda del secondo e ultimo episodio, ha già commosso moltissimi telespettatori, che hanno riservato diverse lodi alla fiction e ai protagonisti. Il tweet di Salvo Sottile,  a pochi minuti dalla fine della puntata, spiccava fra tutti: “Complimenti a @TognazziR per la passione e la delicatezza  con cui ha tratteggiato il volto perbene di un eroe ‘normale’ #BorisGiuliano“. Ma non era il solo: “#BorisGiuliano Sono sicuro che stasera siamo stati in tanti a seguire questa fiction. L’Italia NON DIMENTICA“, “#BorisGiuliano poche parole per descriverlo: un eroe come pochi @TognazziR“. Il popolo di twitter ha commentato le gesta di Giuliano con entusiasmo, segno che alcuni uomini, anche a distanza di tempo, riescono a entrare nel cuore della collettività: “Le cose non cambieranno mai. Avete fatto bene ad andarvene dalla #Sicilia Forse invece è il momento buono per tornare #BorisGiuliano“. 

Su Rai uno si è conclusa la prima puntata della fiction Boris Giuliano, la miniserie dedicata al poliziotto assassinato nel 1979 per mano di Cosa Nostra. La serata ha ripercorso le fasi principali dell’attività investigativa portata avanti da Boris Giuliano nella lotta alla criminalità organizzata, partendo dal suo trasferimento a Palermo, dove è diventato ben presto capo della squadra mobile portando non pochi stravolgimenti nel clima della Sicilia degli anni ’70. Con la sua presenza, per la prima volta Cosa Nostra non era più inattaccabile e si è ritrovata a fare i conti con un nemico scomodo, deciso a osservare con attenzione laddove altri avevano deciso di chiudere un occhio. Le attività di Boris Giuliano aprivano le porte a un nuovo tipo di indagine, basata sulla comunicazione e sulla partecipazione costante dei mass media nella lotta alla criminalità. L’unità investigativa di Boris Giuliano, rimasta alla storia con il nome di “Squadra dei giusti”, ha dato un nuovo impulso alla lotta alle cosche in un periodo in cui la mafia era un intreccio di trame così intricate da confondersi con il mondo della politica locale e con i professionisti della zona, a volte incapaci di segnare il confine fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. L’arrivo di Giuliano, però, ha delimitato quel confine in maniera netta, aprendo le porte a un pensiero che, negli anni a venire, avrebbe coinvolto altre personalità di spicco, determinate a contrastare con ogni mezzo le attività delle cosche.  – Il lavoro investigativo di Giuliano si è intrecciato con la misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, rapito nel 1970 da alcuni uomini misteriosi mentre rincasava. Il coraggioso giornalista aveva indagato sulla misteriosa morte di Ettore Mattei al fine di realizzare un film sulla sua storia, ma si era occupato anche di mafia e di alcuni casi di lupara bianca, del quale sembra essere rimasto vittima. E poi la serata ha ripercorso i tragici momenti dell’attentato al giudice Pietro Scaglione, che nel 1971 perse la vita per mano di cosa Nostra.  – La seconda e ultima puntata della fiction “Boris Giuliano” tornerà domani, martedì 24 maggio, sempre su Rai 1. Dalle anticipazioni scopriamo che il protagonista continuerà ad indagare con i suoi metodi e ciò lo porterà all’arresto dei principali boss palermitani. Boris Giuliano andrà avanti sempre con gli stessi principi, basandosi sullo scambio di informazioni e sul coinvolgimento dei giornalisti. Dall’altra parte, però, il protagonista dovrà combattere contro i magistrati, che renderanno vano il suo lavoro rimettendo in libertà i criminali. Grazie alla conoscenza della lingua inglese, Giuliano creerà una collaborazione oltreoceano per seguire la pista della droga, un’indagine che lo avvicinerà sempre più al suo destino. Proprio la sua determinazione lo porterà ad essere una vera e propria spina nel fianco dei boss di Cosa Nostra, che arriveranno a minacciarlo di morte. Il 21 luglio Boris Giuliano morirà in un bar per opera di Leoluca Bagarella e del suo complice

– Boris Giuliano continua a indagare sulla scomparsa di De Mauro chiedendo informazioni al dottor Rubino. Il medico parla di Buttafuoco, capace di vendersi al miglior offerente, e poi percorre tutte le inchieste in mano al giornalista. Questo lo porta all’archivio del tribunale dove scopre che De Mauro aveva richiesto alcuni documenti assieme a un’altra persona, un uomo che l’addetta definisce “sudaticcio”. La moglie di De Mauro incontra il Buttafuoco, che cerca di indagare sulla misteriosa cartellina gialla di De Mauro ma viene intercettato e prelevato da Giuliano. È lui l’uomo sudaticcio e secondo giuliani sarebbe stato lui, in una intercettazione, a parlare di De Mauro con l’avvocato Battaglia, collegato anche ai cugini Salvo. È con lui che lavora Buttafuoco? Giuliano lo arresta, ma sa già che l’uomo non parlerà. Giuliano scopre che dietro alla scomparsa di de Mauro potrebbe esserci la politica e un misterioso Mister X. Nella miniserie dedicata a Boris Giuliano, il protagonista convoca una conferenza stampa senza ottenere alcun risultato. Scaglione e Giuliano parlano del caso di De Mauro, ma purtroppo non riescono a venirne a capo. Giuliano è pieno di sensi di colpa, non riesce a dare risposte alla moglie di De Mauro e sembra costretto a rassegnarsi alla scomparsa del suo caro amico. Giuliano crede di aver trascurato anche Maria, ma una buona notizia lo raggiunge, sua moglie è in attesa del loro terzo figlio. Il giudice Scaglione lo convoca nuovamente, gli dice che molti lo vorrebbero lontano dalle indagini ma lui vuole restare in Sicilia. È il 1971, il giudice Scaglione si reca sulla tomba di sua moglie mentre Giuliano sta per andare in vacanza. Ma un messaggio radio lo blocca, c’è stata una sparatoria e il procuratore Scaglione è in fin di vita. Giuliano si reca sul posto, ma non può fare altro che sperare che il suo amico possa sopravvivere.

-Nominato capo della squadra mobile, Boris Giuliano incontra il giudice Scaglione, con il quale instaura sin da subito un rapporto pieno di fiducia. Bruno Incontrada, inoltre, gli presenta Mauro De Mauro, un giornalista che non ha paura di denunciare le storture del suo paese e che per questo si è guadagnato le antipatie della mafia. Intanto, gli avvocati dei boss che Giuliano ha fatto arrestare, riescono a spostare il processo a Catanzaro, dove sono convinti di trovare un clima più tranquillo. Incontrada dona a Giuliano un prezioso taccuino che riporta una serie di appuntamenti mafiosi sui quali inizia subito a indagare. Intanto Maria ha un annuncio da fare: aspetta un bambino. Durante un incontro con Mauro De Mauro, Giuliano intravede l’avvocato Battaglia, membro nel cda del giornale di De Mauro e protagonista della scena Siciliana degli ultimi decenni, poi si reca da l dottor Rubino per alcuni problemi alla schiena. Qui cerca informazioni sui traffici di Badalamenti che, nella costruzione dell’aeroporto di Punta Raisi, ha influenzato la scelta del sito non proprio ottimale.  Gli anni passano. È il 1969 e Boris Giuliano diventa papà di un bellissimo bambino. A Catanzaro, tutti i boss vengono assolti dalle accuse che li hanno portati al processo, è la prima vera sconfitta di Giuliano ed è il segno che la mafia si è evoluta e conosce bene gli ingranaggi della legge. Giuliano, però, crede ancora nel cambiamento e accoglie nella sua squadra tutte le testate giornalistiche. “Vogliamo che la gente sappia che combatteremo con ogni mezzo la mafia che sta distruggendo la nostra terra”, dice Giuliano, mentre Incontrada presenta ai giornalisti la squadra. Le indagini di Giuliano ripartono dal traffico di droga e da uno spacciatore collegato a Badalamenti. È il 1970, alcuni uomini rapiscono Mauro De Mauro di fronte a sua figlia. Il giornalista stava lavorando a uno sceneggiato sulla misteriosa morte di Enrico Mattei e recentemente aveva scritto un articolo sulla lupara bianca, prima di scomparire aveva con sé una busta gialla. La polizia, intanto, ritrova la sua auto. Una intercettazione fa sospettare su un certo cavalier Buttafuoco.

La miniserie dedicata a Boris Giuliano si apre con il ritrovamento di un’autobomba su una strada di campagna. Gli artificieri riescono a disinnescare l’ordigno, ma l’auto esplode quando, a operazioni ultimate, un agente apre il portellone del bagagliaio. Boris Giuliano apprende la notizia al telegiornale con dispiacere, l’ordigno ha fatto numerose vittime e ciò lo convince ancora di più a voler tornare nella sua terra per combattere la malavita. Giuliano, infatti, tempo dopo viene assegnato alla squadra mobile di Palermo. Qui incontra Bruno Incontrada (Antonio Gerardi), il capo della squadra mobile. Giuliano e sua moglie Maria (Nicole Grimaudo) sono alla ricerca di una casa, ma quando l’agente immobiliare gliene propone una, qualcosa sembra non quadrare. Boris Giuliano torna in Sicilia pronto a indagare sulla malavita locale che controlla Palermo attraverso numerose concessioni edilizie. Fra queste anche quella riservata al conte D’Agata, il proprietario della casa che Giuliano ha visitato insieme a sua moglie Maria. Giuliano si reca quindi nella villa del conte per un controllo, proprio in occasione di una festa. Qui incontra molte personalità di spicco di Palermo, fra le quali Letizia Nobile, una giornalista, e il professor Rubino, un medico. In giardino, invece, incontra Margherita Teresi, una vera celebrità a Palermo, figlia di un famoso imprenditore. Giuliano intuisce che la donna non si trova alla festa da sola, ma chi è il suo accompagnatore? Il poliziotto, inoltre, nota che il conte riserva molte attenzioni ad alcuni suoi ospiti, ai quali riserva dei luoghi molto appartati per gli incontri. Qui scova il marito di Margherita: l’uomo gira armato nonostante sia in compagnia di “amici”. Giuliano pesta i piedi a molti boss e, nonostante le proteste della politica locale, viene nominato capo della squadra mobile.

Stasera va in onda su Rai 1 la prima puntata della miniserie “Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo”, ispirata alla figura del Vice questore Capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979. Giuliano è interpretato da Adriano Giannini, mentre la regia è di Ricky Tognazzi. “È una biografia. Però, dovendo raccontare 10 anni in 200 minuti, c’è il bisogno di una certa pulizia. Abbiamo scelto, pianificato, filtrato, diviso la lana dalla seta… Qando devi raccontare una biografia importante… devi raggiungere l’essenza della verità: bisogna essere sinceri emotivamente e intellettuale, ma non si può raccontare tutto”, ha detto il regista ai microfoni di Blogo. Per raccontare la figura di Boris Giuliano il regista ha incontrato i suoi amici e famigliari: “Tutti hanno testimoniato che era una persona simpatica, aveva sempre il sorriso sulle labbra, sapeva alleggerire le situazioni. Non era solo un grandissimo investigatore, con un fiuto eccezionale. Era anche un marito fantastico e un padre di famiglia”, ha detto Tognazzi.

Questa sera e domani su Rai 1 andrà in onda la mini-serie dedicata a Giorgio Boris Giuliano, ex capo della squadra mobile di Palermo ucciso il 21 luglio 1979 da Leoluca Bagarella per conto di Cosa nostra. Alla presentazione della serie diretta da Ricky Tognazzi c’era anche Alessandro Giuliano, figlio di Boris, appena nominato questore di Lucca. In questa speciale occasione Alessandro ha parlato per la prima volta di suo padre, che ha perso quando aveva 12 anni: “Mio padre Boris Giuliano? Uno che era vicino agli ultimi, senza essere un sacerdote. Quando in questura a Palermo arrivava un bambino povero che si era perso, lui lo portava a casa nostra… Suonava il campanello e lo presentava a me e alle mie sorelle. Così, per dargli un conforto”, ha detto come riportato su Repubblica. Poi ha condiviso con i giornalisti i due messaggi che gli ha lasciato suo padre: “Bisogna scegliere di fare il proprio dovere fino in fondo. E si può essere poliziotti senza dimenticarsi di essere uomini”.

Nella prima serata di oggi, lunedì 23 maggio 2016, Rai 1 trasmetterà la prima puntata del film “Boris Giuliano. Un poliziotto a Palermo” di Ricky Tognazzi. La seconda parte conclusiva verrà invece trasmessa nella serata di domani. La pellicola è un omaggio al funzionario di Polizia che venne giustiziato nel 1979 dalla mafia, raggiunto da sette colpi d’arma da fuoco alle spalle, modus operandi tipico dei clan siciliani. Il nome di Giorgio Boris Giuliano passa agli onori di cronaca per la sua guida della Squadra dei Giusti con cui mise alle strette diversi boss di Cosa Nostra negli anni ’70. Per questo venne visto dalla mafia siciliana come uno degli avversari più temuti e quindi da distruggere. Uno degli apporti rivoluzionari di Giuliano fu la modalità con cui condusse le indagini, uno approccio significativo che permise a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si mettere in piedi il maxiprocesso svolto nell’86. Il ruolo del protagonista è affidato all’attore Adriano Giannini che verrà sostenuto dalla presenza di altri artisti accreditati come Nicole Grimaudo, Antonio Gerardi, Luigi Maria Burruano ed Ettore Bassi. Al cast si aggiunge inoltre Enrico Lo Verso, Sebastiano Lo Monaco, Fabrizio Bracconeri e Francesco Montanari. 

Dopo l’esperienza milanese, Giorgio Boris Giuliano torna in Sicilia ed assume il comando della Mobile come Commissario di Polizia di Palermo. Siamo negli anni ’70 e la mafia è parte integrante della società civile, priva di una scissione netta fra criminalità e cittadini. Boris viene notato subito negli ambienti mafiosi, anche grazie al fatto che contrariamente agli altri esponenti delle autorità, non fa leva su una più o meno tacita connivenza con la mafia. Il neo Commissario non ha infatti legami con nessuno del luogo e tutte le persone che entrano nella sua vita sono sottoposte al controllo vigile della sua lente di ingrandimento. Questo è uno degli elementi che convincono i piani alti ad affidargli le redini di una squadra composta da agenti di spicco e che verrà poi ricordata come la Squadra dei Giusti. Non passa troppo tempo prima che Boris si ritrovi a dover gestire una strage messa in piedi da dei finti poliziotti. Il loro modo di agire mette subito in evidenza che si tratta dei corleonesi, un gruppo emergente ed estremamente violento che cerca di farsi strada fra i clan mafiosi già presenti. La preoccupazione di Boris aumenta quando il giornalista Mauro De Mauro scompare, soprattutto perché crede che sia impossibile che la classe politica non sia a conoscenza di ciò che è successo al professionista. Ed è qui che inizia quello che diventa il primo attacco del Commissario verso uno dei potenti corrotti. Tuttavia, l’indagine viene subito insabbiata…