Quando si parla di talenti mi vien in mente la parabola del Vangelo in cui il servo che ne ricevette uno dal suo padrone lo andò a nascondere in una buca e non lo fece fruttare. Ora partiamo dal fatto che la televisione è considerata un mezzo per poter emergere, dove, se va bene, si fanno euro a palate. Pensate solo alle veline di Striscia la Notizia: tv, pubblicità, foto, calendari, programmi televisivi, calciatori, ecc. La storica Corrida con Corrado era un programma nazional-popolare in cui svariati personaggi si presentavano per cantare, imitare, suonare. Un programma al limite del surreale e della comicità, una sagra paesana. Dilettanti allo sbaraglio, puro divertimento. In questi anni le cose son cambiate, si è passati a format televisivi in cui si scoprono i talenti, appunto i Talent show. Ne abbiamo visti e continuiamo a vederne una valangata.



Quello che continua a sbancare è Amici di Maria De Filippi, la sua finale ha superato il 26% di share mantenendo per tutte le puntate una media del 25%. Premesso che Maria azzecca tutti i programmi che conduce e produce, con Amici ha lanciato artisti come Marco Carta, The Kolors, Emma ed Alessandra Amoroso, e perciò bisogna riconoscere che il suo è un talent serio, con al centro i partecipanti e con l’esaltazione delle loro capacità. E siamo arrivati alla 15a edizione. Di seguito vi elenco altri talent in onda su Sky, Rai e Mediaset: Italia’s Got Talent, Tú sí que vales, Pequeños gigantes, Ballando con le stelle, The Voice of Italy. La maggior parte con risultati abbastanza deludenti. Sono tutti format stranieri, mentre Amici è una creatura ispirata a Saranno Famosi ma adattata e studiata per i nostri ragazzi e il nostro pubblico. Per resistere a 15 edizioni i passi e le correzioni sono stati tanti, ma i frutti si vedono.



L’altra cosa da dire e che spesso nei talent chi la fa da padrone non sono i concorrenti che vogliono emergere con le loro potenzialità, ma gli ospiti e i giurati celebri. Non a caso questi ultimi sono spesso big, e son quasi sempre sopra le righe. I giornali parlano di Belen, Elio, J-Ax , ecc., più che dei partecipanti al programma. Vengono risaltate le dispute dialettiche (leggi scazzi o litigate) più che le performance dei concorrenti. La tv genera un cortocircuito mediatico in cui alcuni big (o mostri), diventano sempre più mostri.

Una voce direi diversa è X-Factor, questo talent lo collocherei come un vero e proprio concorso per voci nuove, con tanto di partecipazione delle case discografiche. Da qui sono usciti Mengoni, Giusy Ferreri e la Michelin che ha strabiliato a Sanremo 2016. Qui siamo già sul business musicale. Non a caso nelle audizioni per la prossima edizione, in Lombardia, si son presentati in ventimila. Esagerati, pensan tutti di essere dei Lucio Battisti? Chiaro è che in questo momento di crisi lavorativa renziana più che avere talento si cerca la fortuna. Il traguardo è la grana, se azzecchi una canzone che fa milioni di copie, solo di diritti Siae sei a posto per generazioni.



Non ho citato di proposito i talent culinari, ce ne sono ormai una marea sui vari canali. Non mi piacciono, non sopporto vedere poveri aspiranti cuochi messi alla berlina dai vari Cracco, Barbieri, Oldani, La Mantia, che vanno in tv, scrivono libri, ma domanda: quando cucinano nel loro ristorante?

Se considero i reality ormai esauriti sia nella vena creativa che in novità (quella è un ricordo passato), allo stesso mondo considero i talent show. L’aggravante per entrambi è un alimentare una tv trash e una cultura di non educazione tra il pubblico.

Comunque non c’è solo la tv per esprimere il proprio talento. Pensate a internet, anzi a Youtube e a tutte quelle persone che postano i propri video e diventano virali. E a suon di click si esce dai confini e dagli schermi italiani.