30 maggio 2016Esce oggi al cinema il nuovo film di Alex Infascelli ”S is for Stanley” un viaggio attraverso il mondo del grandissimo regista Stanley Kubrick anche attraverso a vie traverse e parallele. Una storia che si discosta nettamente dal percorso precedente del regista che si era a lungo confrontato con il genere horror e thriller con film anche di discreto successo come Almost Blue. Da allora un percorso in crescita con H2Odio e anche diversi lavori in televisione con la mini-serie a tinte horror Nel nome del male. Dopo un lungo percorso poi nel videoclip Infascelli ha deciso di intraprendere una strada di sicuro molto interessante e che merita di essere osservata. Clicca qui per il trailer del film.



30 maggio 2016Chi era davvero Stanley Kubrick? A rispondere a questa domanda, o almeno a provarci con la convinzione e la passione di un fan accanito, è il regista Alex Infascelli, che con il docu-film S is For Stanley torna dunque sul grande schermo a 10 anni dal thriller psicologico H2Odio, e con al suo attivo anche numerosi videoclip musicali. Il film sarà disponibile nelle sale cinematografiche spòp oggi, lunedì 30 maggio, aprendo quindi un breve spiraglio sulla vita di colui che viene considerato uno dei registi più significativi e abili della storia del cinema. Per entrare ancora meglio nella vita di quel mite e schivo perfezionista della cinepresa, Infascelli non adotta la classica formula del documentario rigoroso, preferendo quella del film-intervista alternato con foto dai vari set nei quali Kubrick ha “nuotato” durante la sua carriera. Il fulcro di tutto questo è Emilio D’Alessandro, classe 1942. Frusinate, emigrato a Londra a 18 anni, l’intenzione di D’Alessandro è di sfondare nel mondo delle corse, e secondo qualcuno avrebbe anche i numeri giusti. Comincia a farsi notare, e nel 1971 quasi per caso conosce Stanley Kubrick, ormai già sulla cresta dell’onda grazie a successi come Spartacus, Lolita e 2001: Odissea nello Spazio. Tra i due nasce un’amicizia destinata a durare trent’anni, e che spingerà Kubrick ad assumere lo stesso D’Alessandro come autista personale, convincendolo quindi ad abbandonare il pericoloso mondo delle corse agonistiche. Emilio, per Kubrick, sarà però ben più di un semplice autista: sarà amico, confidente e spesso aiutante, anche se lo stesso collaboratore confesserà di non capire molto del lavoro di Kubrick e degli utilizzi degli oggetti che spesso aiutava a trovare. Attraverso le parole e i ricordi di D’Alessandro, Infascelli, come dichiara lui stesso, scava nella vita di Stanley ancor più che in quella di Kubrick, restituendo allo spettatore l’uomo ancor prima del regista. Per questo, in S is For Stanley si è scelto di non inserire alcun fotogramma delle opere di Kubrick, ma solo alcune foto dal set o che ritraggono lui e D’Alessandro. Una scelta precisa e condivisa, compiuta proprio per gettare una nuova luce sulla vita e il lavoro di un cineasta così eclettico, considerato tanto esigente sul set quanto capace di aprirsi con i pochi capaci di prenderlo per il verso giusto. 



In S is for Stanley, Infascelli ha dunque infuso tutta la propria passione, quasi devozione, per Kubrick. Una devozione iniziata, come ha dichiarato, già da dodicenne quando, attraverso un film prodotto dai genitori, conosce quella Shelley Winters che anni prima aveva lavorato con Kubrick in Lolita. Ormai cresciuto, emigrato a Los Angeles, conoscerà Milena Canonero, costumista per Full Metal Jacket, mentre ancora anni dopo, a Cannes, avrà l’occasione di incontrare Arliss Howard, il soldato Cowboy di Full Metal Jacket. Insomma, il destino di Infascelli sembra davvero intrecciato con quello di Stanley Kubrick. Inevitabile, quindi, che il regista romano si “innamorasse” a prima vista del libro scritto nel 2012 da Filippo Ulivieri con protagonista proprio Emilio D’Alessandro.

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