È tempo di test per Rai 1 e la sua nuova fiction Non dirlo al mio capo. La prima puntata, la scorsa settimana, ha avuto un buon riscontro di pubblico, ma non sono mancate delle critiche al prodotto: troppo ottimismo, scarse emozioni, personaggi poco incisivi e persino poca credibilità. Su quest’ultimo punto è stata tirata in ballo anche l’abitazione in cui vive la protagonista interpretata da Vanessa Incontrada: una praticante in uno studio legale non potrebbe mai permettersela. Vero, ma basterebbe guardare molte altre fiction per accorgersi che il “problema” è ovunque: quanti poliziotti potrebbero avere un loft ben arredato con terrazza panoramica, e quanti insegnanti appartamenti con cucine da favola e amplissime camere da letto?
Detto questo resta da capire se Non dirlo al mio capo possa, al pari delle altre produzioni Lux Vide, diventare amata dal pubblico. Forse è presto per dare giudizi così “netti”. Le puntate successive alla prima sono quelle che contano di più e abbiamo avuto modo già di vedere, nel caso dell’altrettanto nuova fiction Il sistema, che ci può voler poco a “correggere” quel che non va (nel caso della serie con Claudio Gioè mancava un elemento capace di tenere gli spettatori con il fiato sospeso fino alla puntata successiva, ma proprio lunedì sera, nel finale del terzo appuntamento, la “svolta auspicata” c’è stata).
Non dobbiamo dimenticarci che siamo di fronte a una commedia, che probabilmente avrà una linea narrativa prevalentemente basata sul filone “sentimentale” dei protagonisti. Prima ancora che andasse in onda la prima puntata, infatti, gli spot ci hanno fatto capire che ci saremmo trovati di fronte a due protagonisti, un uomo e una donna, molto diversi tra loro e costretti a stare fianco a fianco. Dunque tutto porta a pensare che tra i due nascerà qualcosa. Possibilmente, però, con una buone dose di ostacoli. E di risate. Le riflessioni sulla non semplice conciliazione famiglia-lavoro per le donne probabilmente dovrebbero restare al margine se l’obiettivo è quello di garantire una serata “spensierata” davanti alla tv. Magari provando a “identificarsi” o a riconoscere qualche amico/a nelle vicende raccontate.
Forse può essere questo il “parametro” giusto per capire se la fiction e i suoi personaggi “funzionano”: se il pubblico da casa riuscirà ad amarli e ad affezionarsi alle loro vicende. Probabilmente dalla seconda puntata di domani avremo qualche elemento in più, dopo le “presentazioni di rito” dell’esordio, per capire se Non dirlo al mio capo potrà fare centro o meno.
(Bruno Zampetti)