Chi meglio di un idolo degli anni ’70 e ’80 può contribuire a raccontare e a far conoscere ciò che eravamo e che più ci piaceva negli scorsi decenni? Ecco perché per la seconda puntata di questa nuova edizione I Migliori Anni ospiterà Alvaro Vitali, venerdì 6 maggio alle 21.20 su Rai Uno. Lo show condotto da Carlo Conti continuerà il suo viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca di ciò che più faceva tendenza nei decenni passati. Film, programmi televisivi, mode, arte, cultura, sport e altro ancora proveniente dal passato rivivrà per un’altra serata su Rai Uno.
Quella di Alvaro Vitali è una carriera altalenante, che ha conosciuto momenti di grandissima fama e un repentino velo di oblio, e solo in anni più recenti, grazie a piccole parti sul piccolo e sul grande schermo, il suo nome è tornato a circolare negli ambienti artistici. Eppure il nome di Alvaro Vitali è stato per anni sulla bocca di tutti, assieme ad altri nomi della commedia sexy all’italiana degli anni ’70 e ’80 come Renzo Montagnani, Mario Carotenuto o Lino Banfi (quest’ultimo capace meglio di altri di “riciclarsi” e mantenere inalterata la propria fama), assieme a “bellone” dell’epoca del calibro di Edwige Fenech o Gloria Guida. La sua carriera ha però inizio in generi completamente diversi da quello che poi gli regalerà il successo: i suoi primi lavori saranno infatti piccoli ruoli (spesso non accreditati) in pellicole celebri di Fellini come “Satyricon” (1969), “Roma” (1972) o “Amarcord” (1976), e anche in “Che?” di Roman Polanski (1972). Con “La Poliziotta” (1974, regia di Steno) Vitali comincia ad avvicinarsi alla commedia leggera con venature sexy, ancora appena accennate nella pellicola di Steno. Nel 1975 decide di prestare il suo volto ad altri film di genere come “L’Insegnante” (di Nando Cicero) e “La Liceale” (di Michele Massimo Tarantini), lavori nei quali la sua vena comica e la sua divertente mimica formeranno un simpatico contraltare alla sensualità della protagonista di turno. Sarà l’inizio di un vero fiume in piena di film che spesso finiranno per condividere la struttura di fondo: una bellissima protagonista che volta per volta potrà essere una soldatessa, un’insegnante, una poliziotta o anche una liceale ripetente, attorniata da uomini desiderosi di entrare nelle sue grazie, con guai a cascata causati dalla goffaggine anche, ma non solo, dei personaggi interpretati da Vitali. Il punto più alto, secondo gli amanti del genere, viene raggiunto nei primi anni ’80 con la trilogia di Pierino: “Pierino contro Tutti” (1981, di Marino Girolami), “Pierino Medico della Saub” (1981, di Giuliano Carnimeo) e “Pierino colpisce ancora” (1982, ancora di Mario Girolami), nel quale lo stile di recitazione dell’attore si sposa perfettamente con il personaggio interpretato, un “bambinone” lavativo e combinaguai che presenta alcune vaghe somiglianze con il celebre Gian Burrasca letterario, anche se in questo caso si preme l’acceleratore sull’erotismo soft. Sempre nel 1982 sarà anche il protagonista di “Giggi il Bullo”, nel quale interpreterà un “romanaccio” che gioca a fare il bullo di quartiere ma finisce in molti più guai di quelli che procura. Dalla seconda metà degli anni ’80 le fortune della commedia sexy caleranno, e con esse anche quelle di Vitali, che dopo un fallito rilancio del suo Pierino (“Pierino torna a scuola”, 1991) scomparirà dalle scene fino agli anni 2000, quando la sua popolarità tornerà in ascesa grazie alla sua imitazione parodistica di Jean Todt, allora direttore tecnico della scuderia Ferrari di Formula 1. Negli ultimi anni è tornato anche al cinema con due commedie: “Impotenti esistenziali” (2009, di Giuseppe Cirillo) ed “Effetti indesiderati” (2015, di Claudio Insegno).