Recentemente ho scritto in maniera lusinghiera del programma Amici di Maria De Filippi. Non mi rimangio le parole, è l’unico talent che mette al centro le capacità dei partecipanti escludendo le risse mediatiche dei giurati che ormai la fanno da padroni in altre trasmissioni simili. Parliamo oggi di Uomini e donne, sempre prodotta dal Re Mida degli ascolti: senza i due citati programmi e C’è posta per te, la rete del Berlusca non sarebbe competitiva nell’audience. Maria straccia tutti e ciò che tocca è oro.
Uomini e donne è un pomeridiano definito utrapop e trash che nessuno dice di vedere, ma il cui share arriva alla media del 22%. Ha inventato i tronisti, diventati una consuetudine nel panorama televisivo italiano. Come non ricordarsi del prode Costantino? Venerdì scorso è andato in onda in prime time un Uomini e donne Speciale, con a tema la controversa storia d’amore tra Giorgio e Gemma ricostruita come una docufiction, con tanto di canovaccio e dialoghi dettati dagli autori del programma. Non aveva concorrenza sulle altre reti e si è assestato con un 17,70% di share con 3.700.000 teste. Numeri non eccezionali. Che sia la prova per poi proporsi a settembre con continuità in prima serata? Vedremo.
Intanto sui social e sui blog Uomini e donne la fa da padrone, e questo la furba e intelligente Maria già l’aveva previsto. Sulle pagine social ufficiali del programma sono apparsi gli annunci dei casting per i tronisti. Uno di questi dice: “Sei single e sei attratto da persone del tuo stesso sesso? Clicca per candidarti al casting”. Con tanto di disegnini stile decalcomanie delle toilette con coppie di due uomini, due donne, un uomo e una donna che si tengono a per mano. In soldoni, viene annunciato che i prossimi tronisti potranno essere anche omosessuali.
Grande gioia nelle fazioni gay e LGBT italiane che hanno salutato alla grande la scelta di Maria. Lei da anni ormai in C’è posta per te ha portato storie di amori omosessuali, così come non ha censurato partecipazioni simili ad Amici. Senza volerlo (o volendolo?) è diventata un’icona benvoluta dalle associazioni gay. Ha precorso i tempi in quanto prima ancora che la Cirinnà diventasse legge, Maria a marzo aveva manifestato tale apertura per il suo Uomini e donne. Farà sicuramente bene alla causa LGBT un programma televisivo affermato in cui il tronista sarà gay, sembrerà una situazione normale e non occasionale. Sarà dunque la forza persuasiva della tv a sdoganare la Cirinnà da legge a consuetudine di vita.
E guai a chi obietterà o scriverà una critica televisiva in cui si apostroferà le unioni gay come fine della famiglia naturale. Sarà tacciato come omofobo? L’Ordine dei giornalisti lo radierà per questo? Il solerte magistrato gli intimerà di smetterla sennò sarà pronto il gabbio con tanto di compagni gay per espiare la colpa? Il re dei critici tv, Aldone Grasso, è avvisato.
Premessa fondamentale e umana, non sono omofobo e non ce l’ho coi gay o lesbo. Mi fa paura questo clima intimidatorio di caccia alle streghe su chi ha delle obiezioni sulla legge Cirinnà e sul fatto che una certa cultura ci vuol far passare attraverso i giornali, film, libri e programmi tv un’idea di conquista di libertà che in fondo non rispetta la realtà naturale della vita e che per di più non può essere civilmente contestata, sennò si è tacciati alla stregua di chi fa apologia fascista.
Deciderà il pubblico? Forse sì e forse no, vedremo, anche se ormai i telespettatori ingoiano di tutto.