Dario Argento questa sera sarà tra gli ospiti della puntata di Che fuori tempo che fa. Nelle prossime settimane il regista sarà in Umbria come direttore teatrale per la Salomè, nella prestigiosa Basilica di Assisi. Una veste non del tutto insolita: proprio in questi ultimi anni, infatti, il cineasta romano non si è fatto mancare qualche incursione nel mondo teatrale con due opere musicali, Lucia di Lammermoor e il Macbeth di Giuseppe Verdi. Riguardo ai suoi film, Argento sembra in parabola discendente, confermata dal grosso flop dello strano progetto Dracula 3D, ma a quasi 76 anni (li compirà a settembre) il regista ha ancora stimoli ed è pronto a metterli in campo nel suo prossimo misterioso progetto, The Sandman, più volte rimandato e la cui uscita è prevista nel 2017.



Questa sera nella puntata di Che fuori tempo che fa in onda sua Rai 3 troveremo tra gli ospiti anche Dario Argento, famoso regista horror. Eppure, e per qualcuno potrà essere strano, i primi passi nel mondo del cinema li muove come sceneggiatore e soggettista di film che con l’horror hanno ben poco da spartire: il suo nome sarà associato infatti a pellicole come Scusi Lei è Favorevole o Contrario (con il grande Alberto Sordi) o addirittura una pietra miliare dello spaghetti-western come C’era una Volta il West, di Sergio Leone. Comincerà a lavorare dietro la macchina da presa come aiuto regista in un altro spaghetti-western, Un Esercito di Cinque Uomini, del 1969, con (tra gli altri) l’emergente Bud Spencer.



Solo un anno dopo, nel 1970, esordirà alla regia con L’Uccello dalle Piume di Cristallo, caratterizzato da quella commistione fra thriller e horror che si riproporrà in molte occasioni successive. Con il tempo, il film diventa un cult e sarà il primo della cosiddetta Trilogia degli Animali, seguito da Il Gatto a Nove Code e 4 Mosche di Velluto Grigio, entrambi del 1971 e con alcuni punti in comune, soprattutto nel fatto che alcuni personaggi saranno testimoni involontari di efferati omicidi, vedendosi risucchiati in vicende spesso più grandi di loro. Questo pattern si ripeterà, con alcune variazioni, in quello che è tuttora considerato uno dei capolavori del maestro di Roma, Profondo Rosso (1975), tuttora un vero e proprio cult nel suo genere. Anche qui Argento, prodotto ancora una volta dal padre Salvatore, si avvarrà di un cast misto italiano e internazionale, qui con David Hemmings nei panni del protagonista (laddove nei precedenti c’erano star come Tony Musante o Catherine Spaak).



La sua ascesa sembra davvero inarrestabile, come confermerà anche il successo, due anni dopo, di Suspiria (1977) e Inferno (1980), due parti della cosiddetta Trilogia delle Madri, una vera e propria incursione nel soprannaturale che confermerà la dimestichezza di Argento con varie branche dell’horror. Tra la metà degli anni ’80 e quella degli anni ’90 diraderà leggermente la sua attività, facendosi ricordare soprattutto per i riusciti La Sindrome di Stendhal e Il Fantasma dell’Opera, che, pur di buon successo, secondo alcuni critici non raggiungono i fasti dell’Argento degli anni ’70. Anche le pellicole degli anni 2000 come Non ho Sonno (2001) o La Terza Madre (conclusione della Trilogia delle Madri) non riscuotono il successo di pubblico e critica sperato.