Il lavoro dei giornalisti negli ultimi anni sta mutando rapidamente. Oltre a continuare a produrre informazione per la testata tradizionale, le redazioni devono contemporaneamente aggiornare il proprio sito web e prevedere una presenza sui social network. Quella a cui si assiste è una rivoluzione culturale che cambia l’agenda dei media. Per capire meglio questa trasformazione, ho curato la ricerca “L’integrazione delle notizie. Come le testate giornalistiche italiane si preparano alla sfida del digitale” per conto dell’Osservatorio Focus in Media della Fondazione per la Sussidiarietà, realizzato con il contributo di Sky Italia. 



Nell’indagine si è analizzata l’attività dei canali all news (RaiNews24, SkyTg24 e TgCom24) dei tre principali editori televisivi italiani. Quella che emerge è una situazione in cui avanza prepotente la logica dialogica dei social, basata su un’interazione diretta e continua con fonti e pubblico, che richiede ai giornalisti nuove competenze. Nelle tre realtà giornalistiche i comparti “on air”, web e social media si relazionano tra loro secondo dinamiche significativamente differenti. 



SkyTg24 sembra voler costruire un rapporto di familiarità tra la comunità delle persone con cui è in contatto sui social media e la propria offerta on air: quanto avviene in studio ha un impatto determinante sull’attività social media. 

A parlarci direttamente di RaiNews24, ieri, alla presentazione della ricerca tenutasi a Roma, il direttore Antonio Di Bella ha evidenziato come “le all news devono diventare anche approfondimento, inchiesta. Il nostro problema in Rai rimane l’interattività perché c’è una cautela estrema in azienda che impone alcuni vincoli. Siamo lavorando a un programma di digital inclusion per avvicinare tutti al digitale e per farlo utilizziamo contenuti giornalistici di repertorio e sportivi”. Va sottolineato che negli ultimi mesi l’attività social media di RaiNews24 ha subito una significativa trasformazione e trovato un suo linguaggio specifico rispetto a quello del sito web.



Per quel che riguarda TgCom24, l’attività del comparto social news valorizza soprattutto i contenuti del sito web, utilizzando strategie differenti per Twitter, usato più per contenuti politici, e Facebook, utilizzato per veicolare soprattutto contenuti di cronaca o soft news. Il direttore Paolo Liguori, anch’egli presente ieri, ha ricordato che TgCom24 “è nato come un sito internet che contagia la tv con le breaking news e ha trovato un proprio posizionamento nel panorama giornalistico italiano. Siamo purtroppo ancora lontani da un metodo di produrre e lavorare all’unisono. Il futuro del giornalismo sarà la fruizione di tutti i contenuti su device mobili: a oggi già più del 50% della nostra utenza arriva da smartphone e tablet”. 

Da questo panorama, approfondito nella ricerca, emerge come stia crescendo l’esigenza di ridefinire consistentemente i criteri di notiziabilità, perché quanto si realizza sul web e attraverso i social network è un altro tipo di prodotto giornalistico. Non è un caso, allora, se le emittenti da noi osservate stanno procedendo attraverso aggiustamenti continui, praticando quella che abbiamo definito “convergenza fragile” fra i vari ambienti; come se fossero consapevoli delle diverse logiche, ma non sapessero ancora pienamente come affrontarle. 

In definitiva, inizia a far capolino quell’eclettismo professionale necessario per muoversi simultaneamente fra e nei diversi ambienti, che probabilmente si moltiplicheranno ulteriormente nei prossimi anni.