Anche Mario Tessuto, uno dei più famosi cantanti italiani della fine degli anni ’60, sarà tra gli ospiti di Una serata bella per te, Bigazzi! il programma dedicato da Rete 4 al compositore deceduto nel 2012. Nato a Pignataro Maggiore nel settembre del 1944, come Mario Buongiovanni, Mario Tessuto ha trascorso adolescenza e prima giovinezza a Milano, ove si era trasferito al seguito della famiglia, composta da due operai e arrivata nel capoluogo lombardo proprio per svolgere il proprio lavoro. Completati gli studi di ragioneria, aveva però già iniziato a frequentare gli ambienti musicali e, in particolare, Livio Macchia, il cantante e chitarrista dei Camaleonti. Proprio Macchia gli ha quindi permesso di iniziare suonare in alcuni concerti in locali della scena meneghina, ove è stato notato da Miki Del Prete, un collaboratore di Adriano Celentano. Entrato a far parte del Clan, l’etichetta discografico fondata dal molleggiato, Mario Tessuto ha quindi assunto il suo nome d’arte, senza però poter incidere, decidendo quindi di passare alla Jaguar, consigliato da Ricky Gianco, e poi alla CGD. Nel 1968 ha iniziato a farsi notare incidendo Ho scritto fine, un brano composto da Don Backy che ha collezionato oltre 150mila copie vendute.



Per poter arrivare al grande successo ha però dovuto attendere il 1969, quando nel corso di Un disco per l’estate ha presentato Lisa dagli occhi blu, un brano composto proprio da Giancarlo Bigazzi che è ancora oggi considerato uno dei più conosciuti in assoluto in tutto il decennio. Arrivato secondo, il pezzo ha iniziato a scalare rapidamente le classifiche di vendita, rivelandosi uno dei maggiori successi commerciali dell’intera annata. In pratica è stato quello l’unico grande successo di Mario Tessuto, visto che negli anni a seguire non è più riuscito a toccare le vette espressive raggiunte con un brano considerato ancora oggi un vero e proprio manifesto della grande creatività degli anni ’60. Negli anni successivi ha provato a tornare alla grande popolarità, perdendo però rapidamente slancio, anche a causa del repentino mutamento nei gusti del grande pubblico.

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