La mafia uccide solo d’estate è il pluripremiato film diretto e interpretato da Pif che Rai 1 ha portato sul piccolo schermo venerdì 24 giugno. La pellicola racconta la storia di Arturo, un bambino come tanti che però si ritrova a crescere in Sicilia in uno dei periodi più bui, quello relativo alle stragi mafiose. È proprio la mafia, infatti a fare da sfondo alle vicende del piccolo Arturo e attraverso il suo bizzarro punto di vista vediamo la Palermo degli anni più bui, quella delle stragi che hanno bagnato la città con il sangue di uomini valorosi. Attraverso i suoi ricordi di infanzia, infatti, Arturo ripercorre le morti delle vittime di cosa nostra, uomini di stato che hanno segnato in maniera indelebile la storia del nostro paese. È così che la pellicola ripercorre la strage di viale Lazio, ma anche le  morti di Boris Giuliano, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla chiesa, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In un periodo così pieno di insicurezze, il piccolo Arturo cerca delle risposte alle sue numerose domande su Cosa Nostra, domande intrise di quella curiosità tipica dei più piccoli e alle quali spesso gli adulti non riescono a dare una risposta. Attraverso un sapiente sistema narrativo, l’incapacità di spiegare la mafia al protagonista diventa il punto fermo della storia, che riflette il sentimento di chi ancora, in quegli anni, non riusciva a definire un fenomeno tanto nascosto quanto radicato. Il racconto della Sicilia degli anni ’80 fa da sfondo al sentimento che Arturo prova per una sua compagna di scuola, la piccola Flora,  ma gli eventi avversi e la scarsa intraprendenza del protagonista finiscono per allontanare la giovane amata per molto tempo, fino all’incontro in età matura, quando Flora si innamora di lui e dà alla luce suo figlio. Il sentimento legato alla paternità fa sì che Arturo inizi sin da subito a spiegare a suo figlio il concetto di mafia, e lo fa attraverso l’esempio degli uomini che l’hanno combattuta, distaccandosi da quella mentalità fin troppo omertosa che ha accompagnato generazioni di uomini pronti a voltarsi dall’altra parte. La mafia uccide solo d’estate, infatti, è la sintesi frettolosa di un padre, che non ha risposte giuste e che forse ha paura di cercarle, ma l’esempio di Arturo mostra come il dialogo sia la sia la prima vera forma di coraggio, dimostrazione del fatto che nel futuro si può ancora sperare.



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