Gli inglesi hanno deciso: bye bye Europe! Giovedì scorso hanno votato per scegliere se stare dentro o uscire dall’Europa. A parte il fatto che in Europa ci sono sempre stati con un piede solo fin dai tempi della Thatcher, l’esito della sfida tra Brexit (uscire dalla Ue) e Bremain (rimanere nella Ue) ha messo a soqquadro i mercati finanziari. E ora le cancellerie di tutta Europa sono in apprensione, perché temono che possa scatenarsi un effetto contagio. 



Marine Le Pen ha già annunciato che la Francia seguirà la stessa strada e che “senza Parigi… state tutti Frexit!”. In Italia il leader della Lega, Matteo Salvini, gongola alla sola idea che con un semplice referendum la Brianza potrebbe scegliere di staccarsi da Monza (che, in fondo, è il Meridione della Brianza) e in base ai suoi sondaggi oggi non c’è partita tra i sostenitori di “Bridistanziamoci” e quelli di “Brestiam cuma semm”. Il vento secessionista soffia forte anche sul lago di Como: Brunate vorrebbe staccarsi da Como e i fan di Bruscìtt già cantano vittoria, come riferiscono i bru-bru che si sentono da quelle parti. In Slovacchia, poi, Bratislava vorrebbe staccarsi da Praga (è la cosiddetta Bradix, perché l’allontanamento dovrebbe avvenire lentamente, a passo di bradipo, senza strappi violenti); in Germania, infine, Brema vorrebbe staccarsi ancora di più da Hannover (oggi la separano 135 chilometri, ma i sostenitori di Bremix vorrebbero aggiungere almeno un altro centinaio di chilometri). Insomma, c’è di che preoccuparsi. 



Torniamo però al Regno Unito. Il giorno dopo il voto i tabloid inglesi si sono scatenati. Il Daily Express (quotidiano che viene distribuito sui treni), il Daily Mirror (giornale abituato ad arrampicarsi sugli specchi), il Daily Mail (viene consegnato ogni mattina dai postini) e il Daily Telegraph (tabloid con titoli asciutti, testi brevi, contenuti stringati: insomma, un foglio molto… telegrafico) hanno titolato all’unisono: “Una bombetta è scoppiata nel cuore dell’Europa”. Ovviamente la bombetta di cui si parla non è un ordigno esplosivo, bensì il tipico cappello di feltro rigido e bombato, normalmente di colore nero, che indossano con stile british molti inglesi. Una metafora, insomma, sull’esito del referendum anti-europeo.



Oltremanica i più dispiaciuti della Brexit sono i produttori di thè, che tifavano per Bremain. Il motivo? Lo ha ben spiegato Sir Thèodore Lipton, il patron dell’Associazione britannica di produttori della tipica bevanda consistente in un infuso o decotto derivato dalle foglie di una pianta legnosa, la Camellia sinensis: “Ora che siamo usciti dalla Ue non potremo più dare del thè all’Europa, ma solo del voi!”.

E adesso, che cosa succederà? All’interno del Regno Unito i segnali sono contrastanti. A Liverpool hanno vinto i fautori del “Leave”, che subito hanno chiesto di cambiare il nome della città in Leaverpool. A Manchester, invece, hanno prevalso i “Remain” e qui ci si prepara a un referendum cittadino per adottare la nuova denominazione: Remainchester.

Le conseguenze maggiori, però, si avranno nei rapporti con l’Unione europea. Il divorzio con Londra non sarà breve, né facile e tanto meno consensuale. Già si vedono i primi frutti di una situazione paradossale: la Manica si è allargata, ma gli inglesi con gli altri europei non saranno certo… di manica più larga. Tutt’altro! Da giovedì scorso i meteorologi continuano a studiare il clima, che è improvvisamente cambiato: per tutta l’estate prevedono nuvoloni e correnti fredde. 

E allora, anche se ormai luglio è alle porte, noi ci sentiamo di darvi un consiglio spassionato: attrezzatevi per tempo contro la “Britempesta perfetta”, in arrivo dalla Cornovaglia e dalla Manica! Ma l’ombrello da solo non basterà per ripararsi: meglio comprare anche un bel… manicotto caldo!