Ci siamo. Venerdì 10 giugno Francia e Romania daranno il via agli Europei di calcio, i primi nella storia a 24 squadre. Che gioco vedremo: sarà un ritorno all’antica (prima di tutto, la difesa) o dovremo aspettarci novità tattiche che attendiamo dai tempi dell’Arrigo di Fusignano? Avremo qualche nazionale che proporrà soluzioni innovative o saremo costretti a fare i conti con terzine numerarie scontate, tipo 4-4-2, 4-3-3 o 3-5-2?
La tattica nel gioco del calcio è sempre stata fondamentale, perché è proprio un’accurata organizzazione di gioco che può sopperire a eventuali difetti dei singoli. Certo, la tattica non risolve tutto. Prendete il caso della Repubblica Ceca: dispone di un attacco – diciamo così – un po’ deficitario nel vedere la porta, e forse avrebbe bisogno non tanto di un Ct tatticamente smaliziato, quanto di un buon oculista. Comunque, a naso, con Euro 2016 non dovremmo trovarci al cospetto di eccessive novità nello sviluppo della manovra.
Per carpire qualche segnale su come sarà il calcio del futuro abbiamo deciso di puntare su Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch, comune di 3mila abitanti della contea di Anglesey, in Galles. Pur esibendo un nome di ben 58 lettere, è la seconda località dal nome più lungo nel Regno Unito. Tradotto dal gallese, significa «Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tysilio nei pressi della caverna rossa». Come potete immaginare, qualsiasi navigatore satellitare in circolazione rifiuta la sola idea di mappare un posto così, una sorta di incrocio tra uno scioglilingua in sanscrito e un codice fiscale non alfanumerico. Noi siamo riusciti a scovarlo grazie al prezioso aiuto del nostro Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo. Lo Zinga ci ha infatti consigliato di usare il ben più pratico abbreviativo di Llanfair PG o Llanfairpwll, sufficiente a distinguerlo da altre località gallesi di nome Llanfair.
Ma cosa c’è di così sportivamente importante da quelle parti? Ebbene, a Llanfairecc.ecc. si sono svolti i primi Campionati europei di calcio per “ovetti” (bambini dai 5 ai 7 anni) e “pulcini” (dagli 8 agli 11). Trattandosi di categorie sportive… avicole, gli sponsor della manifestazione – l’italiana Kinder e la francese Le Coq Sportif – hanno pensato che proprio il Galles facesse al caso giusto. Incuriositi dalla lettura di un articolo firmato Jean Jacques Menabau, giornalista dell’Equipe 84, quotidiano sportivo francese senza complessi, il cui titolo suonava quasi sovversivo (“Aucun Libertè, une belle 2-5-3, un bel peu de contre-attaquè!”), ci siamo presto detti: oh mamma mia, nel calcio sta arrivando la Rivoluzione francese?
In effetti, il nuovo sistema tattico, davvero originale e inedito, ha consentito alla Francia di sbaragliare la concorrenza, sia tra gli “ovetti” che tra i “pulcini”. Lo schema è un 2-5-3 molto rigido, ma giocato a ritmi forsennati, che ha ben presto preso la denominazione di baby-foot. Che altro non è se non la traduzione dal francese del nostro biliardino (o calcio balilla che dir si voglia). Teorico di questa inedita organizzazione di gioco è un giovane allenatore di provincia, il provenzale Anrigue Culdesàc, al quale abbiamo chiesto di illustrare le peculiarità del suo schema.
Mister Culdesàc, ci può spiegare in cosa consiste la triade di concetti alla base della sua filosofia di gioco?
Con molto piacere. I miei joueurs (giocatori) devono applicare schemi assai rigidi, che si ispirano al baby-foot. “La tersìn doite faire la tersìn” (“Il terzino deve fare il terzino”), diceva il vostro grande allenatore Osvaldò Bagnolì, l’Houdini de la Bovisache (tradotto: il mago della Bovisa). Ma anche a scentrocampò non tollero movimenti che non siano più che rigidi: i ragassì mi devono seguire a la bachètt, muoversi à l’unisson (all’unisono), proprio come sur la stec de un baby-foot (le barre con le sagome dei giocatori). In attaque, due punte vere, pronte a tirèr minèll (dicasiminèlla il tiro fortissimo e imparabile che sorprende il portiere per la forza e la precisione con cui viene eseguito).
Il suo 2-5-3 sembra configurare un gioco di contropiede.
Je direi que ce contre-attaquè, parce que (perché) se il grande Gentil Cardoso (1906-1970, famoso allenatore di calcio brasiliano, pioniere del modulo WM) discèva “la miglior difesa è l’attacco”, io dico: la meilleure défense il est la défense! Et alors (e poi)…
tous alles contre-attaquè! (tutti al contrattacco).
I suoi schemi prevedono dei giocatori chiave? Il talento conta?
Ma ouì, évidemment! (sì, naturalmente). Una citasiòn du mèrite va a Marc Antoine Grandpied-à-terre, il mio numero uno de nom et de fait. Nel mio sistema de jeu il primo attaccante è il portiere: più che abile con le mans, deve avere grossi piedi, per tirer grand minèll da un’area all’altra. E il mio Marc Antoine, a 10 anni, vanta già un bel 47 di scarpe… Dans la défense (in difesa), le jeune (il giovanissimo) Papillon Tailleur: ha già la stoffa del champion. En attaque, posso contare su Andrè Moet-Chandon, avant-centre (centravanti) tres pètillant (davvero spumeggiante).
Un’ultima domanda: è vero che per interpretare al meglio il suo 2-5-3 è necessario che i giocatori siano allegri e stragavanti?
Exactement (è proprio così). Ai ragazzi dico sempre: scendete in campo sereni, e comportatevi… da vere sagome!