C’è grande attesa per Mario Biondi, atteso sul palco dell’Arena di Verona per i Wind Music Awards 2016, in cui proprio l’artista siciliano sarà sicuramente uno dei motivi di maggior richiamo. Nato a Catania nel 1971, come Mario Ranno, il cantante etneo ha iniziato prestissimo a cantare, con il coro della chiesa, affinando in tal modo i suoi già notevoli mezzi vocali. Dopo aver perfezionato il suo inglese ha quindi iniziato la vera e propria carriera professionale in qualità di turnista, attività in cui ha avuto modo di collaborare anche con Ray Charles. La grande popolarità è però arrivata all’inizio del nuovo millennio, quando ha lanciato This Is What You Are, un brano che lo ha reso famoso in Inghilterra, per poi essere rilanciato sul vecchio continente. Due anni dopo è quindi uscito Handful of Soul, il suo primo lavoro in studio, accolto in maniera straordinaria dal pubblico, tanto da fargli guadagnare due dischi di platino. Da quel momento ha consolidato la sua fama, incidendo altri sei lavori in studio, l’ultimo dei quali è stato Beyond, nel 2015, arrivando spesso in cima alle classifiche di vendita non solo nel nostro Paese. A renderlo gradito al grande pubblico è in particolare un timbro vocale del tutto particolare, che richiama da vicino quello inconfondibile di Barry White e ideale per le sue composizioni a base di jazz e soul. Sposato con sei figli, quando non ha impegni professionali e può invece rilassarsi con qualche hobby, non disdegna osservare macchine antiche, una passione di vecchia data da lui coltivata soprattutto per il piacere di evocare tempi passati, magari avvertendo l’odore dei sedili in pelle.
In un’intervista rilasciata a Repubblica, Mario Biondi ha ricordato come nonostante canti in inglese, si senta estremamente legato alla Sicilia, tanto da parlare in dialetto siculo in famiglia. Ha anche affrontato il tema della fuga dei giovani dall’Italia, stavolta in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana, nel corso della quale ha consigliato agli stessi di coltivare una tendenza all’internazionalità, la stessa che gli ha consentito di farsi largo nel mondo della musica e di vendere i suoi album in ogni parte del globo. Ha però anche precisato che la tendenza in questione non dovrebbe diventare provincialismo, come quello a suo dire esplicitato dai talent show televisivi, in cui praticamente i concorrenti cantano soltanto in lingua inglese. Ha inoltre affermato di trarre grande piacere dal fatto che gli amici dei figli più grandi, quando lo incontrano, siano soliti confessargli che la sua musica non gli piace, ritenendolo allo stesso tempo bravo.