Il titolo del film Bianco, rosso e Verdone fa riferimento al colore delle auto dei protagonisti e allude anche al Tricolore. La storia, infatti, nei piani di Verdone doveva fornire un ritratto eterogeneo dell’Italia chiaramente in chiave comica. La regia del film, affidata come già sottolineato a Verdone, ha visto la partecipazione dello stesso Sergio Leone, che ha fornito indicazioni fondamentali all’inesperto e giovane Verdone, come quest’ultimo ha poi confermato anni dopo. Le riprese del film furono effettuate nell’autunno del 1980 e attraversarono realmente i personaggi di mezza Italia, tanto che Verdone dovette realmente passare i controlli doganali austriaci. Sebbene inizialmente scettici nella realizzazione di alcune scene, alla fine la coppia Verdone-Leone riuscì nel compito di realizzare un film innovativo e divertente, in grado di appassionare non solo un pubblico romano. Un aneddoto vorrebbe che la produzione abbia mostrato il film ad Alberto Sordi e Monica Vitti prima di rilasciarlo, soprattutto per verificare il consenso del pubblico sul personaggio di Furio. Alla fine il film, pubblicato dalla Medusa Film, è stato uno dei maggiori successi degli anni Ottanta per Verdone e il suo trampolino di lancio.



Domenica 10 luglio alle ore 14.00 va in onda su Canale 5 il film “Bianco, Rosso e Verdone”. Il film del 1981 che ha lanciato un giovane Carlo Verdone nel cinema comico che conta, risale al 1981. Al suo secondo film alla regia dopo “Un sacco bello” del 1980, Versone si è avvalso della collaborazione di due colossi come Sergio Leone ed Ennio Morricone, che si sono occupati della produzione e della colonna sonora. Il film è stato,invece, scritto insieme a Leonardo Benvenuti e Piero de Bernardi. 



Protagonista della pellicola è lo stesso Verdone, che interpreta tre diversi personaggi con le loro storie. Il primo è Furio, avvocato di Torino logorroico e pignolo, che esprime tutto il suo disagio nei confronti della sua vita con l’espressione “Non ce la faccio più”, che ripete in continuazione in tutta le pellicola. Nervoso, insofferente e altero, dovrà affrontare un viaggio per lui eccessivamente faticoso.Il secondo personaggio è Mimmo, ragazzo ingenuo romano fino al midollo incaricato di portare sua nonna dal Veneto fino alla capitale. È senza dubbio questa la coppia più celebre e fortunata del film, grazie alla straordinaria interpretazione di Elena Fabrizi nei panni di nonna Teresa e a un Verdone decisamente a suo agio nel suo dialetto. Un’altra espressione tipica connota il personaggio di Mimmo, ovvero “In che senso?”, frase con cui esprime la sua difficoltà a capire e interpretare le parole dei suoi interlocutori. Durante il loro viaggio, sicuramente meno sofferto e stancante rispetto a quello di Furio, trovano sulla propria strada Il principe, un camionista dai modi burberi e intransigenti. Il terzo protagonista è Pasquale, che dalla Germania, terra in cui era emigrato, deve raggiungere nuovamente Matera e lo fa attraversando meravigliato un’Italia che non ha mai conosciuto. È forse il personaggio che si vede di meno nel film, ma quello che lo conclude con un lungo monologo finale in dialetto stretto, di cui Verdone lascia capire appositamente solo alcuni giudizi sull’Italia e la sua popolazione.

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