È il film che andrà in onda oggi, lunedì 18 luglio 2016. Una pellicola girata interamente in Italia, con un alta percentuale di scene che hanno visto come location la città di Palermo. Il lavoro alla sua uscita ebbe qualche critica, esso era infatti la parodia in chiave comica del ben più famoso film “il Mafioso”, uscito qualche anno prima nelle sale italiane e che vedeva la partecipazione di un Alberto Sordi in gran spolvero. L’assonanza fu voluta dalla produzione anche nel titolo, che originariamente doveva essere “due siciliani a Parigi” e fu successivamente cambiato in corso d’opera, sul mercato del collezionismo esistono, ed hanno un grandissimo valore, le sceneggiature che riportano sul frontespizio il vecchio titolo. 



, è il film in onda su Rete 4 oggi, lunedì 18 luglio 2016 alle ore 16:45. Una commedia all’italiana, prodotta grazie ad una collaborazione Italo-Spagnola e registrata nel lontano 1964. Il lavoro cinematografico si è basato sulla produzione della italiana Fida Cinematografica unitamente alla spagnola Hispamer Films, essa è stata diretta da Giorgio Simonelli e si è avvalso del lavoro, riguardo al soggetto di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi. Gli interpreti principali sono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, due veri alfieri della commedia all’italiana, attori che grazie al film hanno raggiunto una notorietà internazionale. Il film non è una prima televisiva, essendo stato programmato parecchie volte sui piccoli schermi italiani.



Il film si rifà alla vita di due contadini siciliani, abbastanza sempliciotti e molto lenti di comprendonio. I due, Ciccio Spampinato e Franco Fisichella (interpretati rispettivamente da Ciccio Ingrassia e Franco Franchi) mentre erano impegnati nella coltivazione della terra, sentono improvvisamente degli spari di lupara (la classica arma dei mafiosi), immediatamente dopo appare il capo mandamento locale, il potente don Calogero Sparatore (interpretato dal magnifico Gino Buzzanca) il quale affida ai due contadini una valigetta. L’ordine perentorio è quello di far recapitare la ventiquattro ore alla cellula siciliana ubicata in Francia, la scusa è quella che la valigetta è piena di oro. In verità il capo mandamento vuole dare una lezione ai francesi, e per questo la trappola abilmente predisposta vede all’interno della valigetta un letale carico di tritolo, che esploderà non appena la valigetta verrà aperta. La partenza darà la stura a infiniti contrattempi, con i due nuovi mafiosi che prima scambiano la valigetta con un illusionista in aereo, e che poi ritrovano il loro contatto parigino morto ammazzato a colpi di coltello. Spampinato e Fisichella ricevono nuovi ordini dal loro capo siciliano, ordini che però li tengono in standby per due giorni nella metropoli francese. Saranno due giorni intensi per i due contadini, confusi dalla grandezza della città, essi vengono prima adescati da due bellissime donne Jacqueline e Clementine (al secolo Isabella Biagini e Silvia Solar), e poi condotte dalle stesse donne (che in realtà sono poliziotte che agiscono sotto copertura) alla locale stazione di polizia. Qui i due vengono interrogati dal Commissario Dupont (Aroldo Tieri) al quale fanno rapporto. Il film termina dopo altre peripezie con la consegna della valigetta, quella giusta visto che nel frattempo i due contadini riescono a rintracciare il mago, con la quale avevano scambiato la ventiquattrore. La consegna avviene nelle mani di don Fifì il Marocchino (Ignazio Balsamo), che in verità ruba la ventiquattrore, il quale sul panfilo dove era fuggito viene colpito dal messaggio recapitato dalla Sicilia. Franco e Ciccio insieme al mago con il quale ormai hanno fatto amicizia, rimangono in Francia, memorabile la scena finale nella quale un Franco felicissimo per l’epilogo della storia, manda un messaggio a don Calogero Sparatore, messaggio che in verità è una sonora…pernacchia.

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