La telecamera da documentario e la macchina da presa cinematografica per la prima volta si contrappongono per raccontare il “potere ammaliante” della fama e la sorpresa di un tesoro nascosto, mentre un video musicale della protagonista Jerrica Benton (Aubrey Peeples), pubblicato a sua insaputa, spopola sul web. Il mondo contemporaneo è focalizzato sull’importanza di avere visibilità, talento ma anche sulla capacità di sapersi vendere: il connubio di queste tre componenti è la creazione di una personale immagine digitale. Il personaggio virtuale prende sempre più velocemente il posto della persona reale e allora sorge una domanda: al di là del profilo online, qual è l’identità segreta di ognuno di noi?
Mettendo al centro tale questione, l’ascesa musicale di quattro ragazze ha inizio proprio con un video di presentazione della protagonista principale che risalta questa dicotomia. Inglobando importanti temi della serie animata della Hasbro, prodotta da Christy Marx negli anni ’80, come l’emancipazione femminile, l’onestà e la lealtà, il film intitolato Jem and the Holograms (regia di Jon M. Chu) mette in scena la vita reale, le dinamiche dei rapporti tra Jerrica, la sorella naturale Kimber (Stephanie Scott), e quelle adottive Shana Elmford (Hayley Kiyoko) e Aja Leith (Aurora Perrineau), a partire dalle origini come un documentario, mentre si avviano a diventare una band icona del pop contemporaneo per merito della Starlight capeggiata da Erica Reymond (Juliette Lewis), ma soprattutto grazie all’aiuto di Rio, suo figlio (Ryan Guzman).
Il frastuono del pubblico acclamante non “imprigiona” la voce di Jerrica che, come un’eco di dolce raffinatezza e creatività, è talmente potente da penetrare la telecamera digitale, il video musicale e infine l’inquadratura cinematografica diventando la mitica Jem di Los Angeles. Ma le sorelle, la tenera robot di nome 5IN3RGY, ovvero Sinergy, ultima invenzione volutamente rimasta incompiuta del padre, e una mappa del tesoro, le cui tappe non sono altro che semplici ricordi dell’infanzia, diventano fondamentali per superare le paure di un vuoto incolmabile: la morte del padre dopo quella della madre.
I social media, i fan realmente presenti nel film, lo stile di una forte personalità da palcoscenico che diventa una moda, non sono niente se la protagonista perde la sua vera identità: Jerrica, una ragazza semplice, riservata ma talentuosa, rimasta orfana da piccola e cresciuta da sua zia Bailey (Molly Ringwald), mentre tra difficoltà economiche e la possibilità di cogliere un’occasione irripetibile, realizza il sogno impossibile di trovare e far ascoltare la propria voce: nel pieno di un difficile conflitto, a ritmo di danza, batteria e battito di mani, tra il prodotto discografico della Starlight Enterprise, creato dall’abile imprenditrice e ammiccante manipolatrice Erica Reymond, e il valore inalienabile della libertà espressiva, le intime e scarabocchiate bozze delle canzoni di Jerrica diventano un’autentica fonte d’ispirazione e un motivo di speranza universale.
Ma gli ologrammi di un talento troppo speciale da nascondere, in questo film spettacolare da vedere, riusciranno davvero a decifrare tutte “le carte” a disposizione del volubile ignoto?