A soli 63 anni si è spenta, a Orvieto, sua città natale, Anna Marchesini. Con lei se ne va un’incredibile stagione di comicità, cominciata negli anni Ottanta e proseguita fino al decennio successivo quando il Trio, formato insieme a Lopez e Solenghi, si sciolse, con il disappunto di milioni di appassionati.
Anna Marchesini era da tempo malata di artrite reumatoide, malattia cronica invalidante e progressiva, che l’ha allontanata dalle scene per diversi anni. Quando, nel 2008, in occasione dei 25 anni dalla nascita del Trio, Anna Marchesini ricompare in tv nello spettacolo “Non esiste più la mezza stagione”, l’effetto è impressionante. Scavata nel volto, la sua incredibile mimica è disturbata dalla presenza delle sue mani, in primo piano, che muove affannosamente e che rivelano profonde deformazioni, evidente segnale della malattia in corso.
Nonostante questa difficile prova, la Marchesini trova la forza, il coraggio e la volontà di andare avanti, e di reinventarsi in una nuova carriera. Oltre al teatro, prima insieme a Tullio Solenghi e poi da sola, Anna decide di dedicarsi alla scrittura, dando forma a tre romanzi di successo, che seguono le sue prime pubblicazioni di qualche anno prima, a registro comico. La storia che conosciamo di lei, nelle sue uscite pubbliche e nella vita dei suoi personaggi, è appassionante. Di lei si apprezza la semplicità, l’intelligenza, l’ironia, l’umiltà, la finezza.
Anna Marchesini ha reinventato la comicità femminile, nel solco di una tradizione italiana già affermata, ispirando le future generazioni di comiche, come Virginia Raffaele o Paola Cortellesi. Nella sua carriera ha interpretato più di cento personaggi di cui alcuni davvero indimenticabili, consegnati a internet anche per le future generazioni. La signorina Carlo, donna molto perbene e molto “cecata”, un concentrato di comicità pura, tra contorsioni linguistiche e precisazioni di punteggiatura. La sessuologa Generosa, personaggio di una mimica straordinaria, che fatica a dare i nomi alle faccende sessuali (tanto che il pene, ad esempio, diventa il malloppetto ciccioso…). La cameriera Secca dei Signori Montagné, parodia di un’attrice imbarazzante e innaturale, la focosa Bella Figheira e il suo portoghese rivisitato, l’incontenibile esuberanza della Sora Flora, con i suoi pettegolezzi di condominio, le infinite trasformazioni grottesche in giornaliste, interpreti simultanee o annunciatrici televisive di dubbia professionalità o ancora le sue imitazioni “definitive”, come quella di Gina Lollobrigida.
Una galleria esilarante di donne che trovano il loro culmine nei personaggi femminili de “I promessi sposi”, momento massimo di notorietà dell’indimenticabile Trio. In esso la Marchesini spiccava per goliardia e versatilità, esibendo spesso capigliature voluminose e montature improbabili di occhiali. Oltre all’aspetto curioso e memorabile, Anna Marchesini offriva ai suoi personaggi una fluidità espressiva e vocale impareggiabile. La sua voce correva, rallentava, squillava, piegandosi ai bisogni dei personaggi e regalando a ogni platea d’Italia risate fragorose e incontenibili.
Oltre a tecnica e originalità, Anna ha sempre mostrato una grande sensibilità antropologica, capace di cogliere spunti dalle debolezze umane, traendo lo straordinario e il curioso da quanto agli occhi di tutti poteva sembrare ordinario o insignificante, e trasformandolo spesso in un tormentone. Per dieci anni Anna Marchesini è stata l’anima irrinunciabile di un terzetto affiatato di comici straordinari. “Allacciate le cinture” o “In principio era il Trio” sono capolavori della comicità teatrale che vivono nella nostra memoria.
Dopo il Trio, convivendo con la sua malattia, ha continuato, con tenacia e autoironia, fino alla fine. Oltre a spettacoli, comparsate e libri, dal 2007 Anna Marchesini ha insegnato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvia d’Amico, un luogo magico per lei, che da giovane è stata respinta ben due volte, che per i suoi studenti, che hanno avuto il lusso e l’onore di incontrarla e di imparare da una donna e da un’attrice straordinaria.
Qui, proprio all’Accademia, la Marchesini ha immaginato scherzosamente di riposare dopo la sua morte, trasformata in cenere e posta all’interno di un cofanetto verde di porcellana, dentro a una vetrinetta di una sala riunioni. Ha scherzato, fino alla fine, curiosa e attaccata alla vita, fino al suo ultimo atto.
Cara Anna, ci mancherai anche se, a dire il vero, ci mancavi già da un po’.