La boxe mi è sempre piaciuta, vederla non praticarla, nei miei ricordi sono impressi Benvenuti, Alì, Monzon, Frazier, Tyson. Il cinema ha fatto la sua parte, alcuni titoli: Lassù qualcuno mi ama (Oscar 1957), Toro scatenato (Oscar 1981), Alì, Cinderella Man e Rocky (Oscar 1977). Il primo Rocky fu un successone, il semi-sconosciuto Sylvester Stallone dopo aver visto un incontro di Cassius Clay scrisse una sceneggiatura con protagonista uno pugile italo-americano un po’ sfighè e un po’ tonto, ma prestante fisicamente e con una volontà di ferro che lo porta a tener testa al campione dei massimi in carica Apollo Creed fino all’ultima ripresa. Un film che rispecchia il sogno americano con l’occasione della vita per un mediocre pugile che ama la sua donna e che combatte per emergere.



Il primo Rocky fu portato in sala nel 1976, quarant’anni fa, e incassò più di 225 milioni di dollari. Un successo incredibile con cui vinse tre Oscar (film, regia e montaggio). Epiche le scene dell’allenamento nella cella frigorifera con i quarti di bue e la corsa all’alba sui gradini a Philadelphia. La colonna sonora è diventata mitica. Nel 1979 Stallone propose il sequel Rocky II, non vinse nulla, ma sbancò un’altra volta il botteghini attestandosi sui 200 milioni di dollari. Firmò la sceneggiatura e la regia e da lì in poi tutti gli altri film con Rocky furono suoi. Nel secondo film si combatte l’incontro di rivincita tra Apollo Creed e Rocky. Quest’ultimo le prende di santa ragione, resta stoicamente in piedi e, nell’ultima ripresa, mette al tappeto il campione dei massimi.



Rivedendo il film mi sono accorto che molte scene si erano cancellate dalla mia memoria e sono rimasto strabiliato nel vederle, forse perché allora erano situazioni normali, mentre ora sono eccezioni. Ecco le scene.

Prima scena. La moglie di Rocky partorisce prematuramente il suo bambino, ha un’emorragia ed entra in coma. Rocky va nella cappella dell’ospedale a pregare  fermandosi lì per tutta la notte. La moglie si risveglia e quando il cognato vuol brindare per lo scampato pericolo, Rocky chiede invece di ringraziare il Signore.

Seconda scena. Prima di andare al match Rocky si ferma dal parroco, don Salvatore, chiedendogli una benedizione.



Terza scena. I due pugili sono negli spogliatoi, mentre  Apollo viene caricato psicologicamente dal suo secondo, Rocky è inginocchiato con i guantoni uniti appoggiati al lavandino e prega.

Come dicevo prima, queste scene non le rammentavo e quando ho visto il film alla sua uscita non mi avevano particolarmente colpito. Il film è del 1979, una vita fa.

Non voglio mettere nessuna etichetta  di film cristiano a Rocky  e questo vale anche per Stallone. Sta di fatto che ora mai e poi mai vedremo al cinema qualcosa di simile che rimandi a una vita e a una mentalità cristiana. Potremmo considerare quelle citate come scene da proiettare in un cinema d’essai.