Il fiore delle Mille e una notte è il film che andrà in onda su Rai Movie oggi, martedì 16 agosto 2016. La pellicola è del 1974, con la firma di Pier Paolo Pasolini, che l’ha scritta e diretta tanto da vincere il Grand Prix Speciale della Giuria al 27º Festival di Cannes. Il film è il capitolo conclusivo della “Trilogia della vita” che contiene anche Il Decameron (uscito nel 1971) e I racconti di Canterbury (uscito nel 1972). Forse per il suo essere ambientata in un epoca lontana e in un paese esotico, Il fiore delle Mille e una notte non ha causato il clamore che, invece, hanno suscitato altri film di Pierpaolo Pasolini. La denuncia per oscenità che venne mossa a tale pellicola venne archiviata in breve tempo. Il grande intellettuale italiano, però, non fu affatto contento di questa boccata di aria fresca: ritenne, infatti, che la sua arte cinematografica si stesse incamminando inesorabilmente verso il declino e che avesse perso irrimediabilmente la capacità di stupire e di scandalizzare.
Il fiore delle Mille e una notte è il film in onda su Rai Movie oggi, martedì 16 agosto 2016 alle ore 23:10. Una pellicola del 1974, che vede come regista di questa fiabesca trasposizione cinematografica de Le Mille e una notte Pierpaolo Pasolini, uno dei più rilevanti intellettuali italiani del nostro dopoguerra. A partire dagli anni Sessanta, il noto romanziere decise di dedicarsi alla Settima Arte e produsse alcune celebri opere come, per esempio, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini, Il Decameron e I racconti di Canterbury. Per quanto riguarda il cast, invece, gli attori che hanno preso parte a questa insolita produzione sono stati Ninetto Davoli, Franco Citti, Franco Merli, Ines Pellegrini, Elisabetta Genovese, Luigi Antonio Guerra e Franca Sciutto. Ma ecco nel dettaglio la trama del film.
Il film riprende la struttura a scatole cinesi che ha reso celebre la raccolta di fiabe più amata del mondo orientale, da un racconto principale si dipanano diversi filoni, dando vita ad un intreccio complicato in cui è difficile definire quale sia l’inizio e quale la fine. Il protagonista della vicenda madre è il giovane Nur-e-Din (Franco Merli), ragazzo innocente che si innamora perdutamente della schiava Zumurrud (Ines Pellegrini). Il giovinetto scorge questa perla nera mentre il suo padrone la vuole vendere ad un bazar: decide che deve essere sua e la compra senza pensarci due volte. Zumurrud, inizialmente, è felice di aver trovato un padrone giovane, bello, premuroso ed innamorato di lei. Il destino, però, come sempre, riserva imperscrutabili sorprese a chi crede di aver trovato definitivamente l’amore, i due giovani amanti vengono inaspettatamente separati. Nur-e-Din non può arrendersi all’idea di aver perso per sempre la luce dei suoi occhi e quindi decide di girare il mondo finché non riuscirà a ricongiungersi alla sua amata. Nel frattempo la bella schiava riesce a sfuggire ai suoi rapitori, taglia la sua lunga chioma, indossa abiti di foggia maschile e, dopo una lunga serie di avventure, diventa re di un paese molto lontano. La prerogativa di questo sovrano sotto mentite spoglie è di farsi raccontare dai forestieri che desiderano visitare il suo regno la loro storia sentimentale. Un giorno riconosce in un anonimo narratore Nur-e-Din, il perduto amore è che, nonostante il potere e la ricchezza, non è mai riuscita a dimenticare. Finalmente i due riescono a ricongiungersi come hanno sempre desiderato. Altre storie, però, vengono raccontate nel corso del film, per esempio bisogna ricordare il tragico amore della fedele a Aziza (Tessa Bouché) per il donnaiolo Aziz (Ninetto Davoli). I due giovani avrebbero dovuto sposarsi e vivere per sempre nel rispetto l’uno dell’altra. Il fidanzato, però, si rivela per essere un impenitente dongiovanni, incapace di scegliere un’unica donna con cui passare il resto della sua vita. La sua mancanza di criterio avrà, però, dei risvolti fatali tanto per la dolce ragazza quanto per lo stesso Aziz, la pura e amorevole Aziza verrà consumata dalla sua inutile attesa. Il giovane, invece, pagherà col sangue la sua cattiveria.