Il film Simon Konianski fa capolino nel tardo pomeriggio di Rai Movie per regalare ai telespettatori forti emozioni. Un lungo viaggio alla scoperta di sè stessi e delle proprie radici culturali e religiose ebraiche, condito con uno scontro generazionale sublimato in una pungente ironia. Questo è Simon Konianski, seconda opera sul grande schermo del cineasta belga Micha Wald. La pellicola rientra nel genere della commedia, ma contiene numerosi spunti di riflessione sui rapporti familiari e su come l’osservanza religiosa può plasmare la vita di una famiglia. Strizzando parzialmente l’occhio a Woody Allen, Wald si avvale di un cast capace di farsi apprezzare anche al di fuori del contesto franco-belga. Protagonista e mattatore è Jonathan Zaccai, sulle scene fin dalla fine degli anni ’90 ma diventato noto al grande pubblico soprattutto dalla seconda metà degli anni 2000, grazie ai suoi ruoli in film come Quelli che Ritornano (2004), Finché nozze non ci separino (2005) e Carissima me (2010). Accanto a lui spicca la vena umoristica di Popeck, comico e teatrante francese spesso “prestato” al cinema.



Rai Movie propone alle ore 18,30 di quest’oggi il film commedia Simon Konianski diretto nell’anno 2009 per la regia di Micha Wald, prodotto dalla Versus Production per una durata di circa 1ora e 40 minuti. Nel cast figurano Jonathan Zaccai, Popeck, Abraham Leber, Irene Herz, Nassin Ben Abdelmoumen, Marta Domingo e Ivan Fox. La sceneggiatura è dello stesso Micha Wald con il montaggio di Susana Rossberg.



La vicenda inizia in Belgio. Simon Konianski (Jonathan Zaccai) è un belga di famiglia ebrea, mai davvero cresciuto del tutto: 35 anni, ipocondriaco, eterno ragazzo e recentemente separato da una ballerina spagnola che credeva potesse rimanere la sua compagna di vita. La perdita del lavoro e della compagna lo costringe a prendere la difficile decisione di ritornare a vivere con il padre Ernest (Popeck), un anziano ebreo molto osservante e tormentato dal suo passato di deportato in un campo di concentramento. Unico raggio di luce nella vita di Simon è il figlio Hadrien, al quale l’uomo nonostante le sue distrazioni sa dedicare il giusto amore e le giuste cure. A casa Konianski riesplodono piccoli vecchi conflitti, derivanti soprattutto dall’atteggiamento di rifiuto di Simon verso la cultura ebraica familiare, un atteggiamento che lo spinge spesso a indossare evidenti simboli anti-ebraici e pro-palestinesi. L’improvvisa morte del vecchio Ernest scombussola la routine, soprattutto quando i familiari scoprono nelle sue ultime volontà il desiderio di essere sepolto nella natia Lublino, cittadina nel cuore della Polonia. Il viaggio in aereo con la salma risulterebbe molto costoso, e per questo Simon e Hadrien decideranno di arrivare sul luogo della futura sepoltura con il loro fuoristrada, con a bordo la salma ben conservata di Ernest e accanto a loro gli zii di Simon Maurice e Mala. Il lungo viaggio sarà un’occasione di confronto a 360 gradi per cercare di risolvere un atavico conflitto generazionale tra il “moderno” Simon e i “retrogradi” e logorroici zii. Ognuno tornerà a casa avendo imparato qualcosa in più su di sè, su chi lo circonda e sul mondo.

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