Superman è morto, ma a Gotham il crimine continua a imperversare. Senza più un “semidio” dalla loro parte, i cittadini sono in balia delle mire del supercattivo di turno, e non basta l’indefessa azione da vigilante di Batman a garantire la pace. Per cercare di arginare la situazione, Amanda Waller (Viola Davis) decide di reclutare alcuni tra i più pericolosi supercriminali rinchiusi in prigione, costringendoli a lavorare per lei con la minaccia e il ricatto. Nasce così la “Suicide Squad”, composta, tra gli altri, da Deadshot (Will Smith), Harley Queen (Margot Robbie), Killer Croc (Adewale Akinnuoye-Agbaje). 



Il film inizia con una lunga carrellata in cui Amanda, capo della “Task Force X”, presenta uno per uno i criminali che andranno a fare parte della squadra. È un momento fumettoso e ricco di flashback, parentesi e interruzioni, ma dal punto di vista narrativo funziona ben poco. È un susseguirsi di introduzioni, alcune anche molto interessanti pur nella loro brevità, ma il film stenta a decollare, e quando lo fa – ci vuole un po’, mezz’ora tutta – ci si rende conto che, forse, si stava meglio prima. 



Ma prima di addentrarmi nei difetti, è doveroso soffermarsi sui pregi. A tratti Suicide Squad mi è piaciuto e non poco, anche se più per spunti ed elementi singoli che non per l’effettiva realizzazione. In primo luogo i personaggi: se Will Smith offre una caratterizzazione tutto sommato nella media, l’Harley Queen della Robbie è folle, sopra le righe, in linea con l’altra grande interpretazione offerta da Jared Leto, ovvero il nuovo Joker. A fronte di uno screentime ridotto, dovuto a una serie di brutali tagli in fase di montaggio, il personaggio di Leto catalizza l’attenzione e dona al film quella nota di cattiveria acida e psicotica che, ahimè, non si trova altrove. 



L’altro grande spunto positivo, che poi si rivelerà una delle più grandi pecche e occasioni sprecate sul finale, è il personaggio dell’Incantatrice (Cara Delevingne). L’idea di una divinità potentissima che possiede il corpo di un’archeologa e a lei si sostituisce in un continuo e pericoloso gioco di doppi è intrigante, e la sua presentazione, sia narrativa che, soprattutto, visiva, promette faville. Purtroppo, però, la sua storyline si conclude in un tripudio di effettacci visivi, villain con la profondità di un lenzuolo e tanta, tanta amarezza. 

Per il resto il film non eccelle in nulla, dalla colonna sonora pop in stile Guardiani della Galassia, qui utilizzata in maniera spesso ridondante, a una trama leggera leggera che alterna fasi potenti ma confusionarie (i momenti tra Joker e Harley Queen, ad esempio) a momenti in cui, salvo quei due/tre personaggi che mantengono un certo carisma per tutta la pellicola, la trama si sfalda nel solito “già visto”. 

Non posso negare che, a differenza della precedente pellicola del “DC extended universe”, Batman v Superman, il film scorre con piacevole leggerezza, e i personaggi funzionano sia nelle parti seriose che in quelle più comiche. A mente lucida, però, Suicide Squad vacilla sotto il peso delle aspettative, e la scelta, da parte della Warner, di far arrivare nei cinema una versione iper-tagliata della pellicola per spingere all’acquisto dell’home video è – e sempre sarà – una mossa commerciale esecrabile.