Si ritiene un “capro espiatorio” Conrad Murray, il medico di Michael Jackson. Il medico è stato condannato a 4 anni di carcere per negligenza perché accusato di aver abbandonato Michael Jackson la sera in cui la popstar morì, dopo avergli iniettato una dose di sonnifero che si rivelò poi fatale. In un’intervista al settimanale Chi in edicola domani 24 agosto, il medico sostiene però che il sonnifero da lui somministrato a Michael Jackson non possa averlo ucciso: “Quella sera mi aveva chiamato per aiutarlo a prendere sonno visto che, a forza di non dormire, stava impazzendo. Io gli ho somministrato un sonnifero leggero. Non può essere morto per quella sostanza”. E spiega che la popstar era invece “dipendente da un forte antidolorifico che gli prescriveva di nascosto un altro medico. Ha avuto un arresto cardiaco procurato da questo farmaco, lo stesso che ha ucciso Prince. Ma tutto questo al processo non è venuto fuori, perché era più facile incastrare me, il suo medico”. Dure poi le accuse del medico alla famiglia di Michael Jackson nel libro che Conrad Murray ha appena pubblicato negli Stati Uniti, intitolato “This is it” (Così è). Come riporta il settimanale diretto da Alfonso Signorini, il medico accusa i familiari di “aver mirato sempre ai soldi”: “Dal momento in cui fossi stato dichiarato colpevole la famiglia avrebbe potuto rivalersi sulla casa di produzione che mi aveva assunto e chiedere un indennizzo milionario. La sola cosa che conta in quella famiglia sono i soldi”. E sulla vita privata di Michael Jackson racconta che il cantante “era eterosessuale. Amava le donne, ma era molto timido. Con Lisa Marie Presley ha avuto una vera relazione e, a suo parere, era lui stesso il solo responsabile del fallimento del matrimonio. Michael era molto innocente. Da giovane era stato violentato all’interno della sua stessa famiglia e questa tragedia lo ha traumatizzato per tutta la vita”.



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