La vittoria eclatante di Pietro Mennea in quei Giochi Olimpici di Mosca, nel 1980, verrà raccontata passo passo nel tv movie che andrà in onda questa sera su Rai 1, dal titolo Pietro Mennea: La Freccia del Sud. E’ proprio in quell’attimo, dilatato nella pellicola e particolareggiato dal punto di vista dell’atleta, che rivedremo con il volto dell’attore Michele Riondino, che tutto sembra perduto. La falcata del duecentometrista è insolitamente rallentata dalla scelta di destinarlo ad una posizione scomoda, al sesto blocco, perché possa riuscire a sconfiggere gli avversari. In un ricordo della trasmissione radiofonica “Olimpia racconta”, si parte dai blocchi di partenza e dalla supremazia iniziale del britannico Wells, che nel film sarà interpretato da Luca Barbareschi. Nessuno, nè fra il pubblico presente che fra i commentatori, crede che Pietro Mennea potrà mai riuscire nella sua impresa. Solo l’atleta di Barletta crede di poter realizzare quel sogno, che presto si tramuterà in destino. Nello stralcio originale della telecronaca, il giornalista descrive come Wells e Mennea entrino subito in contrasto, riuscendo a recuperare in pochissimi decimi di secondi. Il boato del pubblico accoglie la sua vittoria, mentre il telecronista non smette di esultare per la “grande gara” appena vissuta. E’ in quel momento che il nome di Pietro Mennea entra nella storia, così come quello di Barletta. Negli anni successivi non si potrà nominare l’uno senza ricordare altro, così come succede anche oggi. 



Pietro Mennea è l’atleta olimpico al quale Rai 1, nella prima serata di stasera, dedicherà un film tributo alla memoria. Il ricordo del campione rivive ancora oggi nella sua performance in occasione delle Olimpiadi di Mosca del 1980, quando in un avvincente testa a testa riuscì a prevalere sugli avversari portando a casa la vittoria dei 200 metri piani. Imperdibile è anche il momento in cui realizza il record del mondo in questa specalità, nel video che ricorda l’impresa, vediamo Pietro Mennea partire dalla corsia centrale, questa volta effettua un curva perfetta, ottima la progressione con cui stacca tutti vincendo la gara. In questa occasione Mennea stabilì un record che rimase imbattuto per i successivi 17 anni, fino ai trials statunitensi dove, nel 1996, Michael Johnson stabilì il tempo record di 19″66 in occasione dei Giochi Olimpici. Per vedere il video potete cliccare qui.



Due anni dopo la morte di Pietro Mennea fu dedicato al velocista che ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca nel 1980, il primo viaggio del Frecciarossa 1000. Il treno effettuò il suo primo viaggio il 25 aprile 2015, così come si legge sul sito delle Ferrovie dello Stato: “il Frecciarossa 1000, il primo dei 50 ordinati da Trenitalia, uscito dagli stabilimenti di AnsaldoBreda e Bombardier con una speciale dedica a Pietro Mennea, è partito da Milano Centrale alle 13.30 ed è giunto a Roma Termini alle 16.25, compiendo quindi il viaggio, senza fermate intermedie, in 2 ore e 55 minuti”. Questa sera Rai 1 manderà in onda in replica del film tv Pietro Mennea: la Freccia del Sud diretto da Ricky Tognazzi, con Michele Riondino e Luca Barbareschi, che andò in onda in due puntate il 29 e 30 marzo 2015. Pietro Mennea è scomparso a causa di un male inguaribile a 60 anni il 21 marzo 2013, lo stesso giorno in cui, tre anni prima, il 21 marzo 2010, morì sua madre Vincenza.



Andrà in onda stasera su Rai 1 un tributo a Pietro Mennea, velocista che vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e che ha mantenuto per 17 anni il record del mondo nei 200 metri. Alle 21:20 sarà trasmesso il il tv-movie Pietro Mennea: la Freccia del Sud: si tratta di un produzione sulla vita del campione scomparso il 21 marzo 2013 a 60 anni. Pietro Mennea era stato soprannominato proprio la ‘Freccia del sud’ per il suo primato europeo e italiano dei 200 metri. Come si legge sul Corrieredellosport.it, quando Pietro Mennea morì fu questo il ricordo del suo avversario alle Olimpiadi di Mosca, Allan Wells, all’agenzia di stampa Ansa: “È un giorno molto triste, non mi aspettavo questa notizia. Mi consola sapere che verrà sempre ricordato come un grande atleta, tra i migliori della sua generazione. È stato un grande campione di cui l’Italia deve andare orgogliosa. È stata la mia fortuna avere avuto un avversario così forte perchè mi ha costretto a migliorarmi. Eravamo coetanei e abbiamo avuto una carriera in parallelo. È stato senza dubbio il mio più grande rivale, con la sua morte se ne va via una parte di me”.

I nomi di alcuni uomini e donne, anche se per motivi diversi, sono destinati a diventare delle leggende. E’ la storia anche di Pietro Paolo Mennea, l’atleta che vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e che è rimasto a lungo sul podio dei 200 metri, mantenendo il primato mondiale. Verrà ricordato questa sera in Pietro Mennea: la Freccia del Sud, il tv-movie diretto da Ricky Tognazzi e che dalle 21:20 su Rai 1 farà un excursus della vita del campione. Un nome che da Barletta ha fatto un salto fino alle pagine della storia sportiva. Eclatante il boicottaggio da parte degli Stati Uniti in quel giorno del 28 luglio 1980, quando Pietro Mennea parte dall’ottava posizione nella finale dei 200 metri piani. Aveva conquistato il primato mondiale appena un anno prima e dopo la partenza, l’andamento dell’atleta era apparso subito lento, per poi incedere con una progressione senza freni. E’ in questo modo che brucia un avversario dietro l’altro e taglia il traguardo, lasciando l’atleta britannico Welles indietro di 2 secondi. E’ proprio per questo suo modo di fare, per questa sua velocità inaspettata e senza limiti, che il giovane Mennea, all’epoca 28enne, era già conosciuto come la Freccia del Sud. Il suo nome era avvolto dal mistero e dalla curiosità e di lui si citavano allora, riferisce Il Fatto Quotidiano, anche imprese titaniche. Si vociferava infatti che fosse diventato un Campione di quel calibro gareggiando contro i bolidi dei ragazzi ricchi dlla sua città e che nessun’auto si era dimostrata all’altezza della sua velocità. Il record mondiale conquistato negli anni ’80 gli rimane inoltre cucito addosso per 17 anni, mentre ora figura come primato europeo. Una vita quella di Pietro Mennea, spesa nello sport ed anche nell’interesse politico. Alle sue spalle aveva quattro lauree, in scienze politiche, giurisprudenza, educazione motoria ed infine lettere. E’ grazie a questo bagaglio che l’atleta riesce a mantenere viva la propria visibilità, diventando prima avvocato poi commercialista, ed anche scrittore, senza dimenticare l’elezione ad eurodeputato dal 1999 fino al 2004. In una delle sue ultime interviste, Pietro Mennea aveva espresso una forte delusione per la piega economica che avevano preso le Olimpiadi e si era battuto con forza per evitare che l’Italia fosse sede dei Giochi nel 2020. “Le Olimpiadi oggi non portano valore”, disse, “sono solo uno spettacolo che dura 15 giorni, un business economico”. Il Campione è morto poi nel marzo del 2013, lasciando nel dolore il mondo sportivo, politico e letterario.