Oggi, giovedì 25 agosto, farà il suo esordio nelle sale cinematografiche italiane Il clan, film diretto nel 2015 da Pablo Trapero. La narrazione si snoda all’inizio degli anni ’80 in un’Argentina ancora scioccata dalla bruciante sconfitta nella guerra per le isole Falkland. A San Isidro si muove un agente dei servizi segreti, Arquímedes Puccio (Guillermo Francella), che ritrovandosi all’improvviso senza lavoro, decide di riciclarsi in qualità di sequestratore. Nel farlo confida sulla benevolenza dei suoi diretti superiori e, in particolare, in quella del misterioso Commodoro. Insieme a due altri uomini mette in piedi una serie di sequestri, al fine di chiedere il riscatto alle facoltose famiglie, approntando allo scopo una cantina e la soffitta della sua abitazione. Inoltre cerca di sfruttare il paravento offerto dal prestigio del figlio, un rugbista che orbita nel giro della nazionale e gioca per la forte squadra locale. Proprio Alejandro (Juan Pedro Lanzani), sfruttando la sua posizione, si pone al servizio della banda, individuando gli obiettivi, tra i quali il primo è proprio un suo amico, Ricardo Manoukian, che dopo essere stato rapito viene tenuto ostaggio con la complicità di Epifanía (Lili Popovich), la moglie del capoclan. Lo stesso Alejandro, però, non viene messo al corrente del logico epilogo del piano architettato, ovvero l’uccisione di Ricardo una volta incassato il riscatto. Quando apprende dalla televisione l’accaduto, il rugbista, che ha intanto conosciuto Monica (Stefania Koessl), innamorandosene, viene perciò assalito dai sensi di colpa.



La seconda vittima della banda è Eduardo Aulet, il figlio di un imprenditore, anche lui sequestrato con il concorso di Alejandro. In questa occasione, anche gli altri figli di Arquímedes capiscono quello che sta accadendo, ma non possono fare nulla per impedire l’uccisione di Eduardo, dopo che il padre ha pagato la cifra richiesta. Intanto però, il quadro politico sta mutando e con il ritorno della democrazia, nel 1983, per Arquímedes inizia ad addensarsi la bufera. Va quindi a trovare in carcere Aníbal Gordon, un rappresentante dei servizi segreti che gli consiglia di non lasciare l’ala protettiva dei militari. L’uomo segue il suo consiglio, mentre però in famiglia si apre la prima crepa, con uno dei figli Guillermo (Franco Masini) che, prima di recarsi all’estero per una trasferta con la sua squadra chiede ad Alejandro di non tornare più a casa, come del resto ha deciso di fare lui. Alejandro si rifiuta perciò di partecipare al sequestro di un commerciante, Emilio Naum, che termina in un fallimento e nella morte dell’uomo, che gli viene addebitata dal padre proprio per la sua mancata collaborazione. Tornato sotto la pericolosa influenza di Arquìmedes, il ragazzo si reca all’estero tornando con Daniel (Gastón Cocchiarale), il secondogenito, noto con il soprannome di Maguilla. Subito dopo il capoclan organizza un nuovo rapimento, quello di Nélida Bollini Prado, una ricca imprenditrice, ma intanto il Commodoro contatta Arquìmedes, facendogli sapere di non poterlo più tutelare. Quando arriva il giorno concordato per il pagamento del riscatto, il clan cade nella trappola tesa dalla polizia e l’intera famiglia viene arrestata, con la sola eccezione della figlia più piccola, Adriana, praticamente una bambina. 



Nel corso della prigionia, i rapporti tra Aleiandro e il padre precipitano e quando Arquìmedes provoca il figlio, questi lo massacra letteralmente di botte. Ormai il ragazzo ha compreso appieno le sue responsabilità e il giorno convenuto per il processo, mentre sta per essere trasportato verso la struttura che dovrà ospitarlo, cerca invano di suicidarsi. Ormai per il clan Puccio è praticamente la fine e le ulteriori tragiche vicende dei suoi componenti saranno raccontate dai titoli di coda.

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