Il 25 agosto arriverà nelle sale italiane “Paradise Beach – Dentro l’incubo”, un film diretto da Jaume Collet-Serra indicato da molti come un epigono di “Lo squalo”, la celebre pellicola di Steven Spielberg che nel 1975 dette inizio a un vero e proprio filone.Protagonista della narrazione è Nancy (Blake Lively), una studentessa universitaria, intenzionata a ritemprare corpo e mente dopo un’intenso anno di studi. Per farlo ha deciso di trascorrere le ferie in una spiaggia del Messico che per lei ha un particolare significato. Proprio sulla spiaggia solitaria, infatti, la mamma di Nancy, scomparsa da poco, era solita recarsi durante il periodo precedente al parto. Dopo essersi accordata con un’amica, Nancy è infine costretta a partire con Carlos, un ragazzo del posto, senza la compagna di avventura, rimasta in albergo a curare i postumi di una clamorosa sbornia. Una volta arrivata sulla spiaggia, quindi, Nancy ha l’unico conforto della tavola da surf, iniziando a domare le onde insieme a un paio di occasionali amici, incontrati proprio sul posto. Quando anche loro se ne vanno, lasciandola sola, Nancy continua nelle sue evoluzioni, insieme ad alcuni delfini. A un tratto, però, si accorge che sta succedendo qualcosa di inquietante, in particolare imbattendosi nella carcassa di un cetaceo letteralmente dilaniato. A ucciderlo è stato un temibile squalo bianco, che ben presto cerca di attaccare anche lei. Nella lotta furibonda che si sviluppa, Nancy è così costretta a battersi per salvare la propria vita e per farlo si trova prima costretta a rifugiarsi sui resti del cetaceo e poi sopra una roccia provvidenzialmente emersa. Il tutto con la salvezza rappresentata dalla riva posta a poche decine di metri di distanza, che rappresentano però una distanza impossibile da colmare, sotto la minaccia dello squalo bianco, in agguato per poter infine disporre della preda desiderata.



Proprio nella snervante lotta, anche di carattere psicologico, che si viene a creare tra ragazza e squalo, risiede probabilmente il maggior pregio di “Paradise Beach – Dentro l’incubo”. In tal modo, infatti, la pellicola si propone come una vera e propria metafora, in cui il rapporto tra natura selvaggia e civiltà riesce a creare la giusta tensione. La monotonia di buona parte della narrazione, viene peraltro ampiamente riscattata nel finale, quando lo squalo dispiega tutta la sua furia in una lunga serie di violenti attacchi che contribuiscono ad aumentare in maniera esponenziale la tensione, in vista del prevedibile epilogo. Va infine rimarcata la notevole prestazione di Blake Lively, chiamata a sostenere il peso della narrazione in concorso con lo squalo, dando vita a una recitazione di ottimo livello, con la giusta dose di convinzione. Per farlo, come confessato dalla stessa attrice in una recente intervista, ha dovuta prepararsi in maniera durissima, allenandosi per circa due mesi anche tredici ore al giorno. Sforzo in effetti ricompensato da una interpretazione assolutamente all’altezza.

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