Oggi, giovedì 25 agosto esce nelle sale italiane Torno da mia madre (titiolo originale: Retour chez ma mère), film commedia diretto da Eric Lavaine, con Josiane Balasko, Alexandra Lamy, Philippe Levebvre, Mathilde Seigner, Jérôme Commandeur, Didier Flamand e Cécile Rebboah in qualità di interpreti.
La narrazione è incentrata su Stéphanie (Alexandra Lamy), un architetto alle prese coi gravi problemi derivanti dalla perdita del lavoro e da un divorzio che mette a repentaglio i già precari equilibri familiari. Stéphanie ha infatti due fratelli, Nicolas (Philippe Levebvre) e Carole (Mathilde Seigner), coi quali la discordanza d’opinioni è del tutto palese. Il precario stato economico causato dalla perdita del lavoro la costringe così a chiedere ospitalità alla madre. La convivenza si rivela presto complicata, soprattutto a causa delle piccole manie che vengono imposte nella vecchia casa, a partire da un’etichetta cui è impossibile derogare. Inoltre la madre ha una sua vita sentimentale che Stéphanie sembra non riuscire ad accettare. A far deflagrare la situazione sarà il pranzo pasquale, nel corso del quale il nucleo familiare dimostrerà come la sbandierata unione d’intenti sia soltanto d’apparenza.
La pellicola di Lavaine ruota proprio intorno alle complesse dinamiche familiari e alle conseguenze dei mutamenti intercorsi dal momento in cui i vari componenti hanno iniziato a vivere la propria vita fuori dal bozzolo in cui sono cresciuti. Partita come commedia brillante, Torno da mia madre assume all’improvviso toni più drammatici, che raggiungono l’apice con il litigio del pranzo pasquale, per poi tornare a distendersi nel finale, quando le parti coinvolte decideranno infine di fare un passo indietro e di ricomporre il quadro. Un repentino mutare di prospettiva che causa qualche squilibrio, mettendo forse troppa carne al fuoco e causando un certo impaccio da parte del regista, che pure aveva già avuto modo di farsi notare per Benvenuto a bordo, film corale che era stato salutato da buone critiche e incassi.
Un tema, quello del ritorno dei figli dai genitori che sta diventando sempre più presente nella società attuale, a causa delle grandi difficoltà causate dal mixarsi di una crisi economica senza fine e della rivoluzione in atto nel mondo del lavoro. Lo stesso Eric Lavaine, in una intervista rilasciata a margine della presentazione del film, ha affermato di aver voluto affrontare la tematica della vera e propria regressione che sembra colpire gli adulti costretti a rifugiarsi dai genitori. Basti pensare al proposito che sono centinaia di migliaia i francesi che negli ultimi anni sono stati costretti a farlo, a seguito delle difficoltà economiche generate da un licenziamento o da un divorzio. Persone che tornando nella casa in cui sono cresciuti non accettano però il fatto che i genitori possano magari avere una loro vita sessuale. Diventa così necessario affrontare un tabù, quello della sessualità degli anziani, con risultati tali da denotare una visione del tutto infantile di una problematica così complessa. Ciò che accade in effetti a Stephanie, la quale non riesce ad accettare il fatto che la madre oltre a essere una genitrice sia anche una donna con i suoi bisogni.