Da qualche tempo gira sul web la notizia che Damiano Coccia, il famoso youtuber romano noto per le sue invettive, fosse in realtà il corriere della droga dei Casamonica, clan mafioso che opera nella capitale ormai da anni. La voce nasce da un caso di omonimia tra lo youtuber e un uomo – Damiano Coccia appunto – colpito da un’ordinanza di custodia cautelare nel 2012 con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. I rumors sono stati ripresi dalla pagina Facebook “Sesso, Droga e Pastorizia”, che hanno creato un’immagine con scritto: “Fa l’indignato sul web per qualunque cosa. Faceva il corriere della droga per i Casamonica“. Ma sarà davvero così? Sono in molti a credere che il ragazzo sia la persona arrestata nel 2012, ma la notizia non è mai stata ripresa da nessun media: effettivamente, nell’era di internet e del sovraccarico di fonti, sembra impossibile che sia sfuggita una notizia così “succulenta” per i giornali. Ma “forse”, il motivo è proprio perché non è vera!
Damiano Coccia, in arte “Er Faina“, non è sicuramente il prototipo del bravo ragazzo – ed effettivamente molte delle sue invettive su youtube non hanno nulla di intelligente – ma accusarlo senza ragione di essere un corriere della droga, anche se “solo” su Facebook può portare a conseguenze anche gravi. “Er Faina” ha contattato la pagina “Sesso, Droga e Pastorizia” dicendo di aver sporto denuncia nei loro confronti, ma i gestori gli hanno risposto in malo modo screenshottando lo scambio di battute e continuando a generare meme che prendono in giro lo youtuber. Secondo il blog davidpuente.it, che si occupa di smascherare le notizie false che circolano sul web, in questa notizia con ogni probabilità non ci sarebbe nulla di vero: siamo davanti alla classica bufala di Facebook. L’età del ragazzo e il suo mestiere non coinciderebbero infatti con quelli dell’uomo arrestato nel 2012. A questo punto non ci resta che aspettare per scoprire se, la pagina Facebook che ha diffuso il meme con una frase non vera passerà o meno dei guai, dato che ha accusato un personaggio “pubblico” di un reato grave senza alcuna fonte attendibile (ammettendo – almeno – che fossero in buona fede). Insomma Damiano Coccia, stavolta, ha tutti i motivi “pe’ avvelenasse er sangue”.