Libero Grassi viene ucciso alle 7:30 del mattino. Il giornalista Sandro Ruotolo testimonia quella che è la sua umiltà. I figli di Grassi testimoniano la loro diversa reazione in merito alla morte di loro padre. I funerali vennero celebrati il 31 agosto 1991 a Palermo. Davide Grassi ha portato la bara di suo padre insieme agli amici più cari e facendo un gesto con la mano, dicendo di non volersi piegare neppure lui alla Mafia. Anche il cronista Marco emula il gesto della vittoria di Davide, perché come diceva suo padre: ‘Se ognuno di noi fa il proprio dovere senza piegarsi, saremo noi a vincere’. Il giorno del funerale di Libero Grassi, i suoi figli hanno rilasciata una sola dichiarazione riguardante l’inefficenza e la corruzione di alcuni apparati dello Stato. A 26 giorni dal funerale di Grassi, Michele Santoro e Maurizio Costanzo organizzano un evento televisivo congiunto, il 26 settembre, dedicata proprio al coraggio di Libero ma con grande tensione e arracchi sentiti dalla classe dirigente politica additata a quello che ‘loro’ definivano giornalismo mafioso. Non mancano però anche dei momenti di grande emozione, quando i due conduttori chiedono a tutti gli italiani di accendere le luci per onorare Libero Grassi che ha avuto il merito e il coraggio di accendere le luci sul fenomeno mafioso in Sicilia. L’Eni registra in quel minuto un aumento del consumo energetico nazionale. Nel frattempo si fa imminente l’arresto di Salvatore Madonia. A Palermo, ma non solo, vengono intitolate diverse vie a Libero Grassi, un uomo che ha pagato con la vita il suo coraggio. La sua testimonianza, la sua esperienza e il suo insegnamento hanno contribuito alla riscossione della coscienza civile palermitana. Tutti quelli che hanno conosciuto la sua storia oggi sono più liberi.
Con il tempo, Libero Grassi ha capito di essere stato ormai colpito dalla Mafia. A Samarcanda, nuovamente ospite, lancia un grido, forse impercettibile, d’aiuto. In un momento politico importante per la Sicilia, con la vittoria dei repubblicani, a Libero viene chiesto di contribuire alla ricostruzione del partito. Il clan Madonia decide di voler risolvere il problema una volta e per tutte, studiando i movimenti di Libero e di tutta la sua famiglia. Ascoltiamo una testimonianza del collaboratore di giustizia Marco Favarolo, ‘collaboratore’ del clan Madonia. Favarolo segue e studia il percorso di Libero Grassi, che usciva ogni giorno alle 6:30 da casa senza scorta alcuna. Nel frattempo Alice Grassi parte per un viaggio in Spagna con suo marito, mentre l’altro figlio Davide affitta una barca per l’estate visto che condivide la passione per la vela. Arriva il 29 agosto, il terribile giorno.
Nel frattempo, una sentenza proveniente da Catania, fa crollare la fiducia di Libero Grassi nella Giustizia. Un giudice stabilisce che non è reato perseguire chi paga il pizzo per ottenere protezione dalla Mafia, mentre il cronista del Giornale di Sicilia (Marco, personaggio di fantasia) si entusiasma per un commento fatto da Giorgio Bocca che ha parlato, in merito alla sentenza, di Stato-Mafia. La redazione di Samarcanda, programma di Santoro, decide di chiamare Libero Grassi in trasmissione. In trasmissione, l’imprenditore parla di come la formazione del consenso sia una delle principali armi a disposizione della Mafia. L’uomo dice di non voler pagare il pizzo per non rinunciare alla sua dignità. L’imprenditore cita Luigi Russo che aveva sostenuto che coloro che non pagano il pizzo alla Mafia dovevano essere consci del pericolo corso. La Mafia capì di avere un nemico pericoloso dall’altra parte nella figura di Libero Grassi. Il collaboratore di Giustizia Antonino Giuffrè parla di come l’apparizione televisiva di Libero Grassi sia stata la molla scatenante della sua uccisione. Per le strade di Palermo, la gente ignora Libero invece di sostenerlo. Per quelle stesse strade frequentate anche dal clan dei Madonia. In tutto il mondo si parla di Libero Grassi, mentre a Palermo la sua storia e il suo coraggio vengono del tutto ignorati. Al convegno organizzato da Libero Grassi si presentano in 30, mentre erano attese oltre 300 persone…
Il procuratore aggiunto di Palermo, ed altre testimonianze importanti della magistratura siciliana, raccontano la storia del clan dei Madonia che restano nel 1990 ancora imprendibili. Vengono ritrovati gli elenchi delle attività sottoposte al loro controllo e sul quale esercitavano il loro racket. La battaglia di Libero, nel frattempo, genera reazioni ostili con un clima di omertà che continua a regnare. La Confesercenti, nel frattempo, istituisce un numero verde per denunciare il fenomeno estorsivo. L’associazione degli industriali prese le distanze da Libero Grassi, che decise di non vendere parte di se stesso rinunciando alla propria dignità. Le provocazioni sui giornali non piacciono alla Mafia e Salvatore Madonia pensa di dover far qualcosa per fargli capire chi comanda a Palermo. Libero nel frattempo decide di rinunciare alla scorta per sé, ma non per la sua azienda presieduta quotidianamente da una macchina della polizia.
Comincia il film documentario su Libero Grassi che ripercorre gli ultimi mesi di vita dell’imprenditore siciliano che ebbe il coraggio di denunciare la Mafia, stanco di pagare il pizzo e avendo deciso di non piegarsi al racket delle estorsioni. Un uomo che aveva rifiutato la scorta, perché pensava non fosse necessaria. Libero Grassi non era un magistrato o qualcuno che aveva scelta una vita di contrasto alla mafia, ma un uomo che credeva nella giusitizia e nei giornalisti. Nel film si intrecciano anche le interviste ai figli di Libero, ancora emozionati al ricordo del padre. Nel 1990 il sistema del racket permetteva alla Mafia di controllare tutto il territorio. Ascoltiamo anche la deposizione originale di un collaboratore di giustizia che aveva esercitato direttamente l’attività estorsiva. Libero Grassi aveva un’industria tessile che fatturava oltre sette miliardi di lire. Assieme alla moglie aveva anche sostenuto le idee dei Radicali, battendosi in campo politico. Non ha mai voluto piegarsi alla Mafia, che aveva posato da tempo gli occhi sulla sua industria rifiutandosi di pagare. Decide allora di scrivere una lettera pubblica al suo estorsore, spiegando i motivi del suo rifiuto e che fu pubblicata sul Giornale di Sicilia. Alessio Vassallo interpreta un cronista che, attraverso i suoi occhi ed il suo punto di vista, racconta il coraggio di Libero Grassi. Siamo a Palermo e questo cronista già è conquistato dal presidente della Sigma. Il prefetto propone a Libero una scorta, ma vuole protezione per la sua azienda presidiata da quel giorno da una volante.
Questa calda sera di fine agosto, va in onda su Rai 1 un docu-film molto interessante che ripercorre gli ultimi 8 mesi di vita di Libero Grassi. L’uomo, noto imprenditore tessile siciliano, fu ucciso dalla Mafia nel gennaio 1991, dopo aver pubblicato una lettera nella quale denunciava la stanchezza di dover pagare il pizzo agli estorsori. Nella sua lettera scrisse: “Risparmiate le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia”. Fu ucciso alle spalle dopo aver attirato l’attenzione pubblica sulla questione. Resta il coraggio di un uomo che ha voluto dire no alla Mafia. Il suo coraggio verrà celebrato e ricordato per sempre. Libero Grassi è interpretato dall’attore Antonio Chiaramida. Nel ruolo di sua moglie Pina c’è Alessandra Costanzo.
È un film che verrà trasmesso in prima visione assoluta su Rai 1 oggi, lunedì 29 Agosto alle ore 21.25. La pellicola vuole ricordare la figura di Libero Grassi, imprenditore catanese ucciso dalla mafia per aver denunciato i meccanismi estorsivi che caratterizzano Cosa Nostra. Il promo (che potete vedere qui) ci ricorda il grande coraggio di questo eroe borghese della nostra recente storia. Lo vediamo mentre scrive la ormai celebre lettera al suo estortore: in essa Grassi ha denunciato la secolare usanza mafiosa di chiedere il pizzo agli esercenti siciliani. L’imprenditore ha definito con chiarezza come sottoporsi a tale consuetudine fosse lesivo della sua dignità e di quella di tutti i suoi concittadini. Nella Sicilia degli anni Ottanta è stato un vero e proprio terremoto, forse uno dei primi segnali che le cose potevano cambiare. Libero Grassi, purtroppo, ha pagato con la vita per il suo grande senso civico e per la sua moralità: il suo messaggio, però, resta di esempio alle generazioni future. Vi ricordiamo che oltre a poter vedere Io sono libero su Rai Uno, potrete seguire la pellicola anche in diretta streaming sul sito di Rai.tv, cliccando qui.
Oggi, 29 agosto 2016, a 25 anni dall’assassinio di Libero Grassi, l’imprenditore siciliano che non si piegò al racket, Rai 1 manda in onda alle 21.25 “Io sono libero”, fiction che ripercorre gli otto mesi della sua vita. Il protagonista di “Io sono Libero” è Alessio Vassallo, attore noto per il ruolo di Mimì Augello nella fiction “Il giovane Montalbano”, che interpreta un giornalista, Marco, personaggio di fantasia che ricostruisce la storia di Grassi: “Racconterò la storia di Libero Grassi attraverso gli occhi di un giovane giornalista, che inizia a conoscere la figura dell’imprenditore attraverso la lettera in cui denunciava pubblicamente i suoi estorsori. Se oggi siamo più liberi lo dobbiamo anche alla forza di un uomo che per primo ha avuto il coraggio di dire “no” alla mafia. Un grande esempio morale e oltremodo attuale. I ragazzi di Addio Pizzo ci ricordano che la libertà parte anche dal consumo critico e da semplici scelte quotidiane che compiamo”, ha detto l’attore come riportato su Repubblica.it.
Rai 1 celebra i 25 anni dalla scomparsa di Libero Grassi, imprenditore siciliano ucciso dalla mafia il 29 agosto 1991 dopo essersi rifiutato di pagare il pizzo, con la messa in onda di “Io sono Libero”, la fiction che ripercorre gli ultimi 8 mesi di vita di Grassi. La vicenda parte il 10 gennaio 1991 quando sul “Giornale di Sicilia” è stat pubblicata la lettera al “Caro estorsore” con cui Libero Grassi si rifiutava pubblicamente di accettare le logiche del pizzo. Io sono Libero unisce momenti scritti dagli sceneggiatori e autori, a immagini di repertorio, come la celebre intervista fatta all’uomo da Michele Santoro a “Samarcanda” l’11 aprile 1991. Rai 1 quindi propone un’inedita docu-fiction: “Abbiamo scelto di raccontare questa storia attraverso una docufiction per non dimenticare che i fatti raccontati sono veramente accaduti, per rimanere ancorati alla realtà. Con le interviste e le immagini di repertorio, mischiate alla nostra fiction, vogliamo in ogni momento ricordare allo spettatore che questa storia c’è stata, che non è frutto della nostra immaginazione. Vogliamo mettere chi guarda di fronte alla propria responsabilità, e ricordare che davvero c’è stato un imprenditore di Palermo che nel 1991 ha detto ‘no’ alla mafia e l’ha detto pubblicamente, usando tutti i mezzi che in quel momento aveva a disposizione…”, hanno detto i due registi Giovanni Filippetto e Francesco Miccichè come riportato su TvBlog.
In prima serata su Rai 1 va in onda la fiction Io sono Libero, dedicata agli ultimi mesi di vita di Libero Grassi, l’imprenditore che rifiutò di pagare il pizzo alla mafia fino alla morte. La storia di Grassi viene raccontata dal giornalista Marco, personaggio di fantasia, interpretato da Alessio Vassallo. Il giovane attore è conosciuto sul piccolo schermo grazie al ruolo di Mimì Augello nella fiction “Il giovane Montalbano”. Libero Grassi è interpretato da Adriano Chiaramida, protagonista della sesta stagione di “Squadra Antimafia” nei panni di don Carmine. Alessandra Costanzo è la moglie Pina, scomparsa lo scorso 7 giugno dopo una vita dedicata alla rivolta contro il pizzo e la mafia. Stella Egitto, tra i protagonisti della recente fiction Mediaset “Romanzo siciliano” e del nuovo film di Pif “Inamore e in guerra”, interpreta Marzia, una collega di Marco che lo aiuta nel ripercorrere i fatti. Nel cast anche Paride Benassai nei panni del direttore della Cassa di Risparmio, che rifiuta di aiutare Libero Grassi.“Io sono Libero” è stata girata tra Roma e Palermo con la regia di Francesco Miccichè e Giovanni Filippetto.
Io sono Libero è il film in onda su Rai 1 oggi, lunedì 29 agosto 2016 alle ore 21.25. Una pellicola di genere autobiografico che è stata realizzata in questo 2016 in Italia direttamente per il circuito televisivo senza prevedere la consueta distribuzione nelle sale cinematografiche. La regia è stata curata da Giovanni Filippetto mentre nel cast sono presenti alcuni artisti emergenti del mondo del cinema italiano come Adriano Chiaramida, Alessio Vassallo, Stella Egitto, Alessandra Costanzo, Paride Benassai e Tommaso Caporrimo. Ma ecco la trama del film nel dettaglio.
Siamo in Italia nei primi anni novanta e per la precisione nella città di Palermo dove un imprenditore di 67 anni di nome Libero Grassi si trova a dover far i conti con la sfrontatezza della mafia che cerca di fare pressioni affinchè lui si uniformi a tutti gli altri imprenditore che per poter svolgere in tranquillità il proprio lavoro, erano costretti a pagare pesanti somme di denaro con una certa cadenza. Libero Grassi forte del proprio orgoglio di cittadini libero e soprattutto rispettoso delle leggi di un Stato che in quel periodo in Sicilia aveva una certa difficoltà nell’avere il controllo del territorio, si oppose con forza e decisione alla mafia. La sua vicenda viene seguita negli ultimi otto mesi della propria vita da Marco, da un giovane cronista che ne segue tutte le ultime vicissitudini. Per Libero Grassi saranno otto mesi di continuo scontro contro i poteri forti della mafia senza poter contare sul supporto dello Stato. La situazione di Grassi diventa molto delicata e pericolosa nel momento in cui l’imprenditore non solo trova il coraggio di dire no al pagamento del pizzo ma anche di rivolgersi alle forze di pubblica sicurezza, denunciando quanto stava accadendo. I suoi dipendenti gli danno ma forte riuscendo a far arrestare alcuni emissari di cosa nostra ma purtroppo con il passare dei mesi la situazione per l’imprenditore si fa sempre più difficile fino a che non fa pubblicare una propria lettera sul Giornale di Sicilia nella quale parla del suo rifiuto nel volersi assoggettare alla mafia, vero e proprio manifesto di sensibilizzazione verso gli altri imprenditori alle prese con le sue stesse difficoltà. Libero Grassi verrà assassinato Marco Favalaro e Salvatore Madonia sotto il portone della propria abitazione a Palermo il giorno 29 agosto 1991. A 25 anni di distanza dalla morte, la Rai omaggia con questo bellissimo documento un uomo che ha saputo non cedere al poter mafioso in uno dei momenti più bui della storia repubblicana dell’Italia.