È uno degli show di punta di Rai Uno e sembra avere tutte le intenzioni di continuare a esserlo. Da venerdì 16 settembre torna Tale e Quale Show, il varietà sempre pronto a proporre squadre di vip che vogliono cimentarsi nell’imitazione perfetta (o quasi) di cantanti di generi più vari. Giunto ormai alla sua sesta edizione, tra i suoi concorrenti quest’anno spiccherà anche Tullio Solenghi, vero “animale da palcoscenico” ormai abituatissimo a ogni forma di spettacolo e varietà. Anche lui, dunque, ha accettato di entrare nel “tritacarne” dei tre giudici del programma: Loretta Goggi e i nuovi Enrico Montesano e Claudio Amendola, che promettono ragionevole clemenza e tanto divertimento per staff e pubblico.



Del resto quando si parla di divertimento, il nome di Tullio Solenghi è uno di quelli che spicca, per gli spettatori un po’ meno giovani ma anche per giovani che in questi ultimi anni lo hanno scoperto o riscoperto. Genovese, classe 1948, Solenghi scopre molto presto la sua passione per il palcoscenico teatrale, cominciando a soli 17 anni una collaborazione con il Teatro Stabile della sua Genova. Per 7 anni sarà una presenza fissa nella squadra dello Stabile con testi anche importanti, finché nel 1976 Pippo Baudo lo prenderà con sé nel suo show “Chi”. Nel 1979 Tullio e Beppe Grillo (con il quale collaborava allo Stabile) faranno parte della squadra di “Luna Park”, sempre con Pippo Baudo, esperienza a seguito della quale Solenghi farà anche alcune comparsate sul grande schermo in commedie come “La moglie in vacanza… l’amante in città” (1980, di Sergio Martino). Nel 1982 la svolta: assieme a Massimo Lopez e Anna Marchesini nasce Il Trio, che miete i primi successi già durante le prime esperienze su Radio 2. Il “salto” dall’ambito radiofonico al piccolo schermo si rivela assolutamente fruttuoso. A cavallo della metà degli anni ’80 Solenghi, Lopez e Marchesini saranno infatti tra i mattatori di programmi come “Tastomatto”, “Domenica In” e il Festival di Sanremo ’86, prima della consacrazione a “Fantastico 7”, ancora una volta sotto la sapiente direzione di Pippo Baudo. Graffiante, irriverente e spesso feroce, il Trio si dimostra sempre più affiatato e spavaldo nelle proprie imitazioni e nei propri spettacoli, sapienti mix di umorismo e satira sociale. La loro fama si consoliderà ancora di più in teatro, con spettacoli come “Allacciare le cinture di sicurezza” (1987) e “In principio era il Trio” (1991), dei quali cureranno anche la regia, e con la rivisitazione in chiave comica di I Promessi Sposi, in onda con grandissimo successo su Rai Uno nel 1991. Nel 1994 il trio si scioglie per volontà comune ma Solenghi continuerà una fruttuosa carriera da solista, che lo porterà anche a “Striscia la Notizia” assieme a Gene Gnocchi, di nuovo a “Domenica In” e, nei primi anni 2000, nel varietà comico “Convenscion”. Qui otterrà un grande plauso di pubblico e critica per la sua imitazione dell’intellettuale e opinionista Giampiero Mughini, rilanciando il tormentone “Io aborro…”. Successivamente tornerà a lavorare per alcune esperienze saltuarie con Massimo Lopez, con il quale collaborerà in particolare nel biennio 2002-2003 in tv con “Max & Tux”, collage di brevi sketch comici muti sulla scia di Stanlio & Ollio o Mr Bean (esperienza che purtroppo si rivelerà di scarso successo), e in teatro con “La Strana Coppia”, celebre commedia di Neil Simon. Seguono alcuni periodi di minore impegno, con un ritorno in particolare tra il 2014 e il 2016 nella miniserie “Furore – Il vento della speranza” e in programmi Rai come il David di Donatello e “Gli Italiani hanno sempre ragione”, prima di questa nuova avventura a “Tale e Quale Show”. Sarà certamente interessante vedere ancora all’opera un maestro dell’imitazione come Solenghi, prontissimo a dare il massimo in questa sua nuova esperienza.

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