È tornata Bridget Jones. Se n’è parlato per anni e le smentite non sono mai mancate. Sembrava sempre fosse il tempo di una nuova Bridget, ma alla fin fine questa sui grandi schermo non ci tornava mai. Stavolta, però, è tutto vero. Nei cinema è uscito Bridget Jones’s Baby, terzo capitolo, a chiusura dei due precedenti, che – sono sicura – lascerà tutti i fan di stucco. Perché questa è la volta in cui Bridget Jones diventa veramente donna, senza però lasciar troppo spazio a formalità o qualunquismi di troppo. Diventerà mamma e indosserà addirittura l’abito bianco, ma di pasticci ne combinerà comunque tanti. Eccome.
Negli anni si è trasformata un poco. È dimagrita e leggermente invecchiata. Ora è una giornalista di successo capace di coadiuvare un telegiornale nazionale che però pare sia sempre meno seguito dal popolo giovane, e che per questo dovrà sottomettersi a non poche modifiche da parte di una spietata capa molto molto hipster. E voi, ce la vedete la britannica Bridget in mezzo a ragazzini dalla barba folta e dai baffi arricciati all’insù? E proprio questa sarà stavolta la sua più grande sfida lavorativa nel racconto. Dopo cadute epiche nel recinto dei maiali in fattoria e primi piani di muntandone da nonna contenitive, Bridget ora deve puntare tutto sull’audience – affinché il suo torni a essere un telegiornale di punta – a scapito però di una qualità d’informazione notevole. Cosa deciderà di fare secondo voi?
Non mancherà poi il divertimento, nella vita della quarantatreenne Jones che – arrivata alla maturità ancora single (e disperata) – decide di partire per un weekend da sballo con meta lo Sziget, Festival Musicale all’insegna della libertà (sotto ogni punto di vista), anche quella sessuale ovviamente. E così il consiglio della collega e nuova migliore amica arriva semplice e diretto: “Bridget, ti porterai a letto il primo uomo che incontri”. E, dopotutto, come rifiutare quando questo si palesa nelle sembianze di Patrick Dempsey (alias Jack nel film)?
Nasce così una guerra romantica tra Uk e Usa, con l’americano Jack (Patrick Dempsey) da una parte – innamorato di Bridget come non mai – e l’inguaribile “professionale” Mr Mark Darcy dall’altra, ovviamente impersonato da Colin Firth e che troviamo però stavolta sposato da più di dieci anni. Anche perché – e il titolo ce lo spoilera senza fatica – quel che è certo è che Bridget partorirà un pargoletto. Dunque, il grande punto di domanda: chi sarà il papà? E, ancora, Bridget chi sceglierà di portare all’altare tra i due – che se la contenderanno a suon di fiere battaglie quasi fossero virili cavalieri medievali?
Un continuo susseguirsi di catastrofi e di loro risoluzioni che probabilmente in pochi avrebbero saputo raccontar così bene come la magica Sharon Maguire ha saputo fare: senza storpiare la figura di Bridget in una matura giornalista bruttina, troppo poco svampita ed eccessivamente noiosetta soprattutto.
Bridget Jones’s Baby può dirsi il perfetto “arrivederci” di un personaggio, la nostra Bridget, capace di far la storia delle commedie romantiche – e della crescita personale di tutte. Un mito – per tutte le donne e di tutte le età – che con il fascino della semplicità ci ha fatte cantare, divertire, piangere e ballare sul divano con tanto di pigiami di pile orribili e calze antiscivolo fino al ginocchio.
Un film da non perdere assolutamente, e che già possiamo considerare un classico a tutti gli effetti. Per la prima volta, ancor prima che tutti l’abbiano visto.
P.S.: Bridget Jones’s Baby inizia con il funerale del playboy Daniel Clever, interpretato nei due capitoli precedenti da Hugh Grant. L’ex capo e fidanzato di Bridget è morto… O forse no?
P.P.S.S.: Il cast ha registrato tre finali differenti affinché gli stessi attori non sapessero fino alla fine chi avesse “vinto” il cuore di Bridget fra Mr Darcy e Jack. Voi per chi tifate?