Stasera nel salotto di Che tempo che fa tornerà Flavio Caroli, critico d’arte che il pubblico televisivo in questi anni ha imparato a conoscere e apprezzare. Natio di Ravenna, dove è venuto alla luce il 9 marzo del 1945, ha svolto gli studi prima presso il Liceo Classico della sua città e poi si è trasferito a Bologna, dove in piena contestazione (siamo nel 1968) si è laureato in Lettere Moderne. Successivamente, sempre nello storico ateneo bolognese, ha conseguito il Dottorato in Storia dell’Arte e subito dopo questo traguardo, ovvero nel 1972, ha cominciato la propria carriera accademica.
Nel 1995 ottiene un altro importante risultato in campo accademico, arrivando al ruolo di Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna in una realtà importante anche a livello internazionale come il Politecnico di Milano. Questo ruolo lo aveva già ricoperto per quattro anni nei meno prestigiosi atenei di Salerno e Firenze. Proprio in questo periodo comincia a dedicarsi anima e corpo a una minuziosa ricerca che ha al centro l’evoluzione dell’arte occidentale, introducendo uno studio di tipo comparativo: sono infatti diversi i volumi e le iniziative con cui analizza l’arte occidentale utilizzando come mezzo primario la sua messa a confronto con altre tradizioni, come ad esempio quella nipponica, solo per citarne una.
Nel corso degli anni la sua attività non si è limitata al solo campo accademico, con l’insegnamento e diverse pubblicazioni, ma si è sviluppata anche in altri ruoli, molto importanti per lo sviluppo della cultura nel nostro Paese: basti pensare alle diverse mostre a cui è riuscito a dare vita a Milano e al ruolo che per un certo lasso di tempo ha ricoperto alla Biennale di Venezia e all’interno della Commissione Internazionale della Biennale di Sydney.
Nella seconda metà degli anni ’90 e precisamente dal 1997 (e fino al 2004) è stato chiamato a ricoprire un ruolo molto importante per lo sviluppo della Cultura a Milano, ovvero quello di Responsabile scientifico per le attività di natura espositiva a Palazzo Reale. A lui si devono molte mostre organizzate a Milano in questo periodo, come ad esempio quella dedicata a Picasso.