Paolo Gentiloni è stato ospite da Fabio Fazio a Che Tempo che Fa. Ovviamente il Presidente del Consiglio ha dovuto rispondere su quanto accaduto in questi giorni nel centro Italia dove in seguito ai problemi dettati dalla neve e dai terremoti si sono vissuti attimi di terrore. Ecco le parole di Paolo Gentiloni: “E’ stata un’emergenza di livello straordinario, per la quale c’è stata davvero una grande risposta. C’è stata una concatenazione micidiale tra una nevicata che non si vedeva in questo modo da quarantacinque anni e tre scosse con Magnitudo molto alta. Le oltre ottomila persone che hanno lavorato in alcuni casi anche in condizioni difficili hanno fatto qualcosa di straordinario di cui penso dobbiamo essere orgogliosi”. Sulle polemiche poi Paolo Gentiloni ha voluto anche sottolineare: “Non bisogna scatenare questa voglia di trovare dei capri espiatori. Tempo un paese incattivito che cerca subito un colpevole. La verità serva a far funzionare meglio le cose e non a cercare delle vendette“.



Paolo Gentiloni sarà ospite questa sera di Che tempo che fa. Il Presidente del Consiglio potrebbe parlare dei provvedimenti che il Governo ha preso per la nuova emergenza in Centro Italia. Venerdì c’è stato un Consiglio dei ministri in cui sono stati stanziati 30 milioni di euro, ma il Premier ha detto di essere cosciente del fatto che ci vorranno altre risorse. Al Tg1 ha spiegato che “l’Europa consente in circostanze eccezionali di avere un atteggiamento flessibile. Più eccezionale di così è difficile pensarlo: quando hai una nevicata che è stata la più intensa degli ultimi 45 anni in quelle Regioni, e al culmine di quella nevicata hai quelle scosse di terremoto”. Gentiloni ha anche cercato di smorzare le polemiche riguardanti i soccorsi e la gestione dell’emergenza, spiegando che le popolazioni terremotate hanno bisogno di un “Paese unito e solidale” e non “rissoso”.



Tra gli ospiti di Che tempo che fa in onda stasera su Rai 3 ci sarà anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Sicuramente uno degli argomenti di discussione con Fabio Fazio sarà la drammatica situazione che sta vivendo il Centro Italia e la manovra aggiuntiva che l’esecutivo dovrà adottare per non rischiare una procedura d’infrazione da parte delle istituzioni comunitarie. Nato il 22 novembre del 1954 a Roma, Gentiloni è di stirpe nobile, come si può evincere dal cognome. L’educazione che gli viene impartita è di stampo cattolico, ma negli anni del liceo si avvicina ai movimenti studenteschi di sinistra, prendendo parte anche all’occupazione del noto Liceo Classico Tasso di Roma. A 16 anni si allontana da casa perché vuole andare a una manifestazione a Milano, dove ha modo di incontrare Mario Capanna. In questi anni è vicino a diverse sigle giovanili che guardando alla cosiddetta sinistra extraparlamentare.



Conseguita la laurea in Scienze Politiche comincia un’attività di giornalista che lo porta a scrivere alcuni pezzi per una rivista che vede tra i collaboratori alcuni tra i futuri fondatori de Il Manifesto. Si arriva ai primi anni ’80, quando ha modo di entrare in contatto con Chicco Testa ed Ermete Realacci: grazie al primo, riesce ad arrivare a dirigere quello che all’epoca è il mensile di Legambiente. Nel 1990 ottiene il tesserino di giornalista: la sua carriera politica fa un passo avanti tre anni dopo, quando diventa portavoce di Rutelli, nel frattempo divenuto Primo Cittadino della Capitale. Negli anni Duemila entra in Parlamento, precisamente alla Camera: è deputato per La Margherita. Nel 2005 assume il delicato incarico di Presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai. Nel 2006 va a ricoprire l’incarico di Ministro delle Telecomunicazioni nel Governo Prodi. Prova a riformare il sistema radiotelevisivo, ma la sua riforma non passa il vaglio del Parlamento.

Negli anni successivi alla caduta del Governo Prodi è tra coloro che lavorano alla nascita del Partito Democratico, mentre nel 2012 si presenta alle primarie del Pd per la carica di Sindaco di Roma, venendo però sconfitto da Ignazio Marino e David Sassoli. Nel frattempo continua a sedere in Parlamento e dal 2010 comincia a occuparsi di questioni di natura internazionale. Nel 2014, con Renzi premier, viene chiamato a sostituire Federica Mogherini alla Farnesina. Dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre e la conseguente crisi di governo, viene chiamato nel ruolo di Premier da Sergio Mattarella e ottiene la fiducia del Parlamento.