È stato ospite a Che Tempo che fa da Fabio Fazio, andando a ripercorrere diverse tappe della sua carriera prima di pubblicizzare il suo nuovo libro. L’ex calciatore ha inoltre fatto una dichiarazione che avrà fatto molto piacere ai tifosi della Sampdoria squadra nella quale l’olandese ha giocato nelle stagioni 1993/94 e 1994/95 inframezzando un breve ritorno al Milan. Ruud Gullit ha sottolineato: “Devo tutto al Milan, ma la Sampdoria occupa uno spazio speciale nel mio cuore”, clicca qui per la foto e per i commenti dei follower. Parole importanti che sicuramente avranno fatto piacere anche a chi lo ha avuto al Milan e gli ha visto alzare trofei su trofei. E’ stato poi imperdibile il siparietto con Fabio Fazio e l’olandese che hanno indossato un cappello con tanto di treccioline come ai bei tempi portava proprio Gullit.



È uno degli ospiti di Che Tempo che Fa e al microfono di Fabio Fazio su Rai Tre racconterà diverse delle sue avventure in una carriera costellata solo di grandi successi. Oltre ad essere stato un grandissimo calciatore il talento olandese ha un passato anche nella musica. Infatti tra 1984 e 1988 ha cantato due singoli di grande successo anche nel nostro paese. Nel 1984 ha cantato Not the dancing kind mentre quattro anni più tardi insieme ai The Revelation Time intonò South Africa. Difficile che stasera Ruud Gullit torni a parlare anche di questo, ma un lato della sua carriera non a tutti noto può sicuramente spiegare la complessità di un personaggio davvero straordinario. Di certo da Fabio Fazio parlerà del suo nuovo libro e chissà che il conduttore di Che Tempo che Fa non possa tirare fuori qualche foto sconveniente dal suo passato.



I tanti tifosi del Milan e gli appassionati di calcio saranno contenti di poter rivedere qusta sera a Che tempo che fa Ruud Gullit, il “tulipano nero” che ha giocato nelle fila rossonere. Nella sua esperienza italiana si contano tantissimi trofei, tra cui tre scudetti e due Coppe dei Campioni. Non va dimenticato il titolo di Campione d’Europa vinto con l’Olanda nel 1988 e per la cui conquista fu ovviamente decisivo con alcune grandi prestazioni nel corso del torneo. Appesi gli scarpini al chiodo, ha intrapreso la carriera di allenatore senza troppa fortuna (salvo la parentesi con il Chelsea) e oggi svolge perlopiù il ruolo di opinionista sportivo per la televisione olandese. L’occasione che lo porta oggi nel salotto di Fabio Fazio è la presentazione del libro “Non guardare la palla. Che cos’è (davvero) il calcio”. Questo libro non è un racconto della sua straordinaria carriera, ma più una carrellata di sue opinioni su cosa sia davvero importante in una partita di calcio.



Tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa in onda stasera, ci sarà uno dei più grandi idoli di tutti i tifosi rossoneri e non solo: Ruud Gullit, giocatore olandese che ha fatto la storia non solo del Milan, ma anche del calcio. Considerato tra i giocatori più forti di sempre e passato alla storia con il Milan di Sacchi e dei tre olandesi, Ruud Gullit è nato ad Amsterdam il 1 settembre del 1962. Il suo primo approccio con il mondo del pallone avviene in giovanissima età, ma il suo esordio nel calcio professionistico avviene prestissimo: è il 1979 quando il giovane Gullit viene notato da un emissario dell’Haarlem, che ne capisce le potenzialità e che gli fa sottoscrivere un contratto. In due anni mette a segno 32 reti in 91 presenze e cattura l’attenzione di uno dei maggiori club d’Olanda, ovvero il Feyenoord, con cui arrivano i primi trofei: nel 1984 vince infatti il campionato e la Coppa d’Olanda. Passa quindi a far parte del PSV, dove in due anni aumenta la sua media goal, arrivando a 46 reti in 68 partite e conquistando altri due campionati.

Grazie a queste grandi prestazioni non può che arrivare la chiamata della Nazionale olandese e quella di un club estero: Gullit viene ingaggiato dal Milan e viene pagato una cifra astronomica per quell’epoca, ovvero 14 miliardi delle vecchie lire. Il Milan degli olandesi vince lo scudetto e Gullit vive la sua apoteosi personale con il Pallone d’Oro, conquistato nel 1987 e da lui dedicato a Nelson Mandela. Nella finale di Coppa Campioni del 1989/1990 segna una doppietta che risulta decisiva per la conquista del più importante trofeo a livello continentale. La sua permanenza al Milan, con l’arrivo di Fabio Capello, non è però più così certa: i rapporti tra i due infatti sono burrascosi e nel 1993 il giocatore decide di accasarsi alla Sampdoria, dove conferma le sue ottime doti da realizzatore.

Negli anni successivi vi sono altre due avventure, al Milan e alla Sampdoria: quest’ultima esperienza si caratterizza per lui con un ritorno alle origini, visto che nella sua ultima stagione da professionista viene impiegato nel ruolo di difensore centrale. Forse non tutti lo sanno, ma Gullit, passato alla storia come uno dei migliori trequartisti/attaccanti degli anni ’80 e ’90, aveva iniziato la propria carriera come difensore centrale, vista la sua imponente stazza fisica. Nel 1995 decide di lasciare il campionato italiano e sbarca al Chelsea: qui vince la FA Cup nel ruolo di giocatore-allenatore.