L’esperimento letterario di Alessandro D’Avenia sta riscuotendo molto successo: lo scrittore ha immaginato di inviare delle lettere a Giacomo Leopardi nel libro “L’arte di essere fragili”, che continua a restare in vetta alla classifica dei bestseller. Non è né un romanzo né un saggio, eppure le riflessioni che riprendono i temi fondamentali della poetica leopardiana stanno avendo un riscontro importante, anche tra i giovani. Alessandro D’Avenia si rivolge proprio a loro per farli riflettere sul senso dello stare al mondo. Ma lo scrittore non si è limitato alla realizzazione del libro, perché “L’arte di essere fragili” è diventato anche uno spettacolo teatrale. Lo stesso Alessandro D’Avenia interpreta alcune parti del suo lavoro sotto la direzione di Gabriele Vacis. Questo teatro di narrazione è andato già in scena a Milano, Palermo, Torino e Verona, ma farà tappa a Bologna il 6 febbraio e Genova il 29 marzo.



Alessandro D’Avenia ha stravolto il rigido ritratto di Giacomo Leopardi: presentato dagli insegnati come un autore triste e pessimista, ma che in realtà può dare molte risposte ai giovani d’oggi. Le domande che si pongono sono le stesse a cui Leopardi cercava di dare una risposta. La vita è dolore, ma c’è una luce da cercare: «Questo mi conquistò fin da subito: lui è uno che affronta la verità, non nasconde nulla della condizione umana» ha dichiarato D’Avenia a Libero Quotidiano. Secondo l’autore di L’arte di essere fragili, Leopardi aveva capito che la dimensione alta ed eroica della gioventù sarebbe andata persa per l’ottimismo basato sul progresso, che poi «sarebbe stato il grande inganno dei decenni successivi». Inoltre, Leopardi ha il merito di aver dato una risposta ad una grande questione: l’uomo può avere tutto? Sì, ma la felicità non viene da quello che possiedi, bensì dal cuore. I giovani, dunque, non vanno coccolati per D’Avenia: «Sfidiamoli ad una dimensione alta della vita».

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