A voler guardare con occhio benevolo il calendario della storia, un frammento ci ha particolarmente colpito, con conseguenze di modesta entità traumatica (essere trafitti in un occhio dal poco benevolo angolino acuminato di una pagina stampata in formato A4 di Wikipedia, piena zeppa di date e notizie scarne, provoca un notevole fastidio, senza tuttavia lasciare molti strascichi), ma con un carico di ricordi davvero notevole. Ci riferiamo a una ricorrenza lieta, ovverosia i cento anni dalla nascita dello scoutismo, che – come noto a tutti – è un movimento di carattere nazionale, internazionale e universale che ha come fine ultimo la formazione fisica, morale e spirituale della gioventù mondiale.



Lo spunto per lo scoutismo – giova ricordarlo – venne al tenente generale inglese Robert Baden-Powel mentre era in missione militare in Africa. Nel 1896 fu infatti inviato nella regione del Matabeleland – allora Rhodesia, oggi Zimbabwe – per domare una rivolta. E proprio dall’esperienza della Seconda guerra matabele (la prima, chiamata “Mata Abele”, un ferocissimo e selvaggio scontro uno-contro-uno, fu condotta millenni addietro da Caino) rappresentò una fase decisiva per lo scoutismo. Nel Matabeleland Baden Powell incontrò un americano esperto nell’arte della sopravvivenza; divennero amici, si scambiarono le proprie convinzioni ed esperienze, e poiché allora la Playstation era ben al di là da venire, i due decisero che l’amore per la natura e per l’avventura fosse un buon modo per far passare il tempo ai ragazzini. 



Cosa sia rimasto degli insegnamenti spirituali di BP (così viene chiamato ancora oggi in maniera affettuosa dagli scout di tutto il mondo; ci fu persino un tempo, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, che per ricordarne il valore persino le grandi compagnie petrolifere mondiali dedicarono a lui la marca di una benzina, la BP appunto, perché si diceva che accendesse la passione nei cuori dei ragazzi di tutto il mondo come il carburante nei motori delle auto) non ci è dato sapere con precisione, ma quanto a formazione fisica e morale, metteremmo la mano sul fuoco.

Alzi la mano chi ha mai visto uno scout con i calzoni lunghi… Le loro divise, in inverno inoltrato e rigido, offrono tenute degne di un eremita francescano degli inizi del XII secolo. E anche per quanto riguarda la tenuta morale, fatti salvi gli scontati stereotipi del ragazzino che aiuta la vecchietta ad attraversare la strada, gli scout devono ancora oggi essere considerati come veri paladini della natura, corazzieri dell’ecologia, manutentori del creato. Pazienza se qualcuno userà ancora la sarcastica definizione usata con disprezzo nei loro confronti da George B. Shaw (“Bambini vestiti da cretini, guidati da un cretino vestito da bambino”); noi li sappiamo amanti dei monti e dei boschi, complici di tutti quei comfort che la natura può offrire loro, cercatori di sentieri e strade, armati solo della propria bussola, cuochi provetti da fuoco di legna, imitatori di canti di uccelli, cantanti notturni da falò, amanti delle case con “per tetto un cielo di stelle”. E chissà cos’altro ancora! 



Tutto bello e tutto vero, ma… avrà mica avuto ragione G. B. Shaw??? Calma lupetti e coccinelle, castorini e raider, esploratori e scolte di tutto il mondo, stavamo semplicemente scherzando. Piuttosto, in base alle notizie riportate da “Nei boschi con coraggio e… scoutela”, l’house organ delle SSSSS (Sestena Scout Svizzeri Settantenni di Sion), abbiamo scoperto che il movimento scout elvetico, a un secolo esatto dalla feconda intuizione di BP (ricordatevi però che il nome completo di tutti i titoli è Lieut General Sir Robert Stephenson Smyth Baden-Powell, 1st Baron Baden-Powell of Gilwell, OM, GCMG, GCVO, KCB), ha intenzione di aprire le porte a un nuovo gruppo di aderenti. Considerate le dinamiche demografiche, in un mondo occidentale che sta invecchiando velocemente e dove nascono pochi figli (quindi, potenzialmente, lo scoutismo potrebbe andare incontro a una sorta di… crisi di vocazioni), l’idea delle SSSSS è creare una nuova branca, adatta agli scout over 75. Il nome, per ora, ufficioso è Elefanti per i nonnetti e Tartarughe per le vecchiette. Il loro compito? Aiutare i bambini più piccoli, che non possono essere accompagnati a scuola dai genitori, quando devono attraversare la strada.