Mia lavora a Hollywood, al bar. Serve cappuccini alle star del cinema, sognando di essere attrice. Seb lavora in un piano bar, soddisfando i gusti pop del proprietario, sognando di suonare il jazz tramortito di un presente senza memoria. Entrambi hanno un sogno grande, immenso e complicato che inseguono per provare a essere felici. Si incroceranno, prima per caso e poi per scelta, scoprendo di coltivare la stessa follia, che per un po’ chiameranno amore. Mia e Seb si faranno forza, danzando tra le difficoltà dei loro sogni e facendo i conti con la vita reale, che non sa fare sconti.



Un film magico. La La Land ha aperto il Festival del cinema di Venezia nel settembre 2016 incantando critica e pubblico. Ha vinto il Golden Globe lo scorso 17 gennaio, incantando critica e pubblico. Esce nelle sale italiane, in attesa di raccogliere meritati riconoscimenti agli Oscar dove si presenterà con 14 nomination, eguagliando il record di Eva contro Eva e Titanic. Inutile dire che tornerà a casa con diversi premi, e di peso.



Un film magico, che brilla per originalità, poesia, energia. Fin da subito in una travolgente scena danzante tra le infinite autostrade di Los Angeles. Alla regia il giovane Damien Chazelle, classe 1985, al suo terzo film e già segnalato all’attenzione della storia del cinema. Solo l’anno prima ci aveva regalato il magnifico Whiplash, parlandoci di sogni. Con La La Land ci travolge nuovamente parlandoci di sogni. Quelli di Seb e Mia, Ryan Gosling ed Emma Stone, splendidamente romantici. Le loro speranze sono folli, frustrate, perdenti. Ma sopravvivono, strenuamente, alle sconfitte dei cuori che soffrono.



È la musica ad animarle sullo schermo, insieme all’amore che brucia, consuma e soffia vitale portando agli esiti più imprevisti. La vita preme, chiede il conto, fa i conti. Impietosa. Ancora di più con chi lotta per il grande sogno d’arte, contro madre ragione: rivoluzionari, pittori, poeti, artisti, folli.

Seb e Mia ci provano, ci credono. Prima si odiano e poi si amano. E poi si vedrà. E i loro sogni si alimentano a vicenda, trovando nell’amore un sostegno capace di piegare l’esistenza, in ascolto del futuro che forse, prima o poi, arriverà. Un futuro che avrà un nome, a caso, scelto tra le parole felicità o fallimento.

La musica trascina, nei rivoli jazz di Justin Hurwitz, già autore delle travolgenti musiche di Whiplash. E anima i corpi leggeri di Ryan ed Emma, che volano come Ginger Roger e Fred Astaire, omaggiando la stagione musical degli anni ’50 e incarnando alla perfezione un presente nostalgico, spruzzato di colori vivaci.

Nel firmamento delle stelle di La La Land brilla un altro protagonista: è la città degli angeli, City of stars, Los Angeles. Scenario amoroso, firmamento dei sogni hollywoodiani, patria di futuro per attori e spettatori globali che vivono di belle speranze che molti, almeno al cinema, realizzano.

La storia scorre, perfetta, giocosa e frizzante, al ritmo delle stagioni del cielo e della vita. A ogni triste inverno succede una colorita primavera, a cui segue una calda e serena estate, che si perderà nella tragica e inevitabile caduta autunnale, fino al più profondo freddo invernale del cerchio che si chiude, anno dopo anno, sogno dopo sogno, vita dopo vita.

L’happy end decisivo se ci sarà, nella terra di danze, canti, amori e colori, lo scopriremo in sala. Ma sappiamo, fin da ora, che l’happy end ci sarà per la difficile sfida di Chazelle, vinta a mani basse. Una sfida che, c’è da scommetterci, chiamerà le masse al cinema, sulle rapide e fluenti acque del passaparola.