Oggi i protagonisti di Masterchef 6 scrivono un nuovo pezzo di storia del programma dato che la prova in esterna si svolgerà all’Istituto per ciechi di Milano e i 14 concorrenti si cimenteranno nella preparazione di una cena a 35 persone non vedenti. L’Istituto ospita ogni anno circa 1000000 visitatori e offre un percorso per degustare una cena al buio. Per quanto riguarda Masterchef, alcuni di questi valuteranno chi ha saputo trasmettere le sensazioni più forti tramite i piatti. Certamente per chi volesse cimentarsi con il mestiere di cuoco (o chef, più o meno “master”), questa sarebbe una esperienza edificante da molti punti di vista, e non solo culinari (si sa che i non vedenti “acuiscono” altri sensi come odorato e di conseguenza il gusto), ma anche di esperienza umana dato che sempre più spesso si leggono notizie di chef che lontano dai riflettori (nota bene) si danno al volontariato e a iniziative meritorie. Ma, è veramente il caso di fare irrompere un talent-tv in un contesto del genere? Possibile che tutto questo venga fatto solo per una questione di ascolti, magari anche accettando il rischio di incappare in possibili gaffes che – se messe in conto – sono solo un modo per irridere una disabilità dandola in pasto a tv e web che spesso mostrano un lato “umano” molto poco sensibile?

Intendiamoci, non c’è nulla di male nella disabilità, lungi da noi pensare una cosa del genere. Anzi, negli ultimi mesi, la schermitrice Bebe Vio, senza gli arti inferiori e superiori persi durante una forte meningite durante l’infanzia, è diventata un simbolo d’orgoglio in tutto il mondo per il suo coraggio, le sue battaglie e il suo modo di vivere con ironia ciò che le è accaduto. Lei stessa, in una puntata de Le Iene, ha “giocato” sulla sua disabilità, affrontando proprio il problema su come le persone possano rapportarsi a persone disabili. Quello che è certo è che, nel caso di spettacoli televisivi, gaffe involontarie e totalmente innocenti possono assumere delle dimensioni enormi. Basti pensare al famoso saluto della scorsa stagione televisiva, quando la conduttrice di Pomeriggio Cinque Barbara D’Urso salutò proprio l’Istituto per Ciechi che la “stava guardando”. Di fatto, qualcosa di curiosamente e tristemente impossibile. Lo stesso è accaduto in una puntata di Domenica Live, dove la D’Urso ha invitato Andrea Bocelli a “guardare insieme” alcuni servizi sulla sua vita. Insomma, spesso l’esibizione della disabilità, laddove è fatta per aumentare lo share, non fa che amplificare la possibilità di gaffe e ferire chi soffre per le proprie condizioni.