Una storia vera, così illogica da sembrare un racconto di fantasia. Una storia drammatica, straziante e commovente. Una storia che aiuta a riflettere e che ci trasporta in un mondo che non credevamo potesse esistere. Il film Lion – La strada verso casa, diretto dal regista Garth Davis e candidato a miglior film drammatico ai Golden Globes 2017, racconta una vicenda realmente accaduta nell’India degli anni Ottanta. Saroo, un bellissimo bambino di cinque anni, vive in un piccolo villaggio dello stato federato Madhya Pradesh, assieme a sua madre, a suo fratello maggiore Guddu e a sua sorella minore Shekila. La famiglia, di origini umili, cerca di sbarcare il lunario come può con lavori improvvisati, spesso molto duri e faticosi. Una notte Saroo, rimasto alla stazione della città in attesa del fratello, finisce sul vagone di un treno, che il giorno dopo parte, trascinandolo lontano da casa sua. Dopo due giorni di viaggio Saroo arriva a Calcutta, una città enorme dove quasi nessuno parla l’hindi. Sentendosi perso e disorientato, cerca di comunicare con chiunque gli passi vicino, gridando a gran voce di voler tornare a “Ganestalay”. Dopo alcuni mesi orribili, durante i quali riesce miracolosamente a sopravvivere, Saroo viene adottato da una coppia australiana, John e Sue Brierley, che gli permette di avere un’infanzia felice e una vita agiata. Vent’anni dopo, però, il ricordo delle sue origini non l’ha ancora abbandonato. Saroo ha una bellissima famiglia, una ragazza, una carriera brillante davanti, ma il suo pensiero è rivolto a quel piccolo villaggio dell’India centrale. Ganestalay però non esiste sulle cartine. Saroo dovrà affidarsi solo ai suoi ricordi, lontani ma ancora straordinariamente vividi. Dovrà affidarsi al richiamo della sua casa e della sua famiglia, che da troppo tempo lo piange e attende il suo ritorno.



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