Nella serata dei Golden Globes 2017 c’è gloria per il film di Barry Jenkins Moonlight che ha vinto la categoria miglior film drammatico. Un premio importante che vedeva il film contrapposto a questi altri film: La battaglia di Hacksaw Ridge, Hell or high water, Lion e Manchester by the sea. Non riesce però Jenkins a vincere con Moonlight il premio come miglior regista che va a Damien Chazelle che ha vinto grazie al film ‘‘La La Land’‘ così come anche nella categoria migliore sceneggiatura. Erano candidati per il Golden Globes Naomie Harris come miglior attrice non protagonista, Mahershala Ali come attore non protagonista nessuno di loro due però è riuscito alla fine a vincere e la serata si è conclusa per Moonlight con una statuetta anche se probabilmente la più importante.



Candidato ai Golden Globes 2017, è un film drammatico di grande spessore che si basa sul dramma di Tarell Alvin McCraney “In Moonlight Black Boys Look Blue”: per quanto riguarda la regia di questa trasposizione cinematografica, dietro alla macchina da presa possiamo trovare Barry Jenkins, regista afroamericano nato in Florida nel 1979. “Moonlight” è il suo secondo lungometraggio, dopo “Medicine for Melancholy”. Per quanto riguarda il cast, il protagonista del film ha il volto di Trevante Rhodes, giovane attore nato nel 1990: questo film si tratta della sua prima prova attoriale di grande rilevanza, mentre nel 2017 lo potremo trovare il “Song to Song”, diretto dal genio del cinema contemporaneo Terence Malick. Al suo fianco troviamo la bellissima ed elegante Janelle Monáe, molto nota al grande pubblico per la sua brillante carriera musicale. Citiamo, infine, la presenza della britannica Naomie Harris: tutti ricordano la sua popolare performance nel ruolo di Tia Dalma nel blockbuster “Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo”.



La critica ha accolto questo film con grande entusiasmo: molti giornalisti specializzati in cinema hanno sostenuto che Barry Jenkins è riuscito a cogliere lo spirito dell’opera teatrale di Tarell Alvin McCraney e a ricreare un perfetto ritratto del protagonista del dramma e della sua ricerca della propria personalità. Candidato ai Golden Globes 2017 nella categoria dedicata al miglior film drammatico, “Moonlight” è costretto a combattere molto duramente per riuscire a prevalere: molti sono i film che competono per l’ambita statuetta, alcuni dei quali sono stati diretti ed interpretati da personalità del mondo dello spettacolo di grande levatura. Però non possiamo escludere che, come già accaduto in altre occasioni, si assista alla vittoria di un outsider come “Moonlight”.



Moonlight è uno dei film favoriti per la vittoria nella categoria miglior film drammatico ai Golden Globes 2017.

La trama del film: Timido e introverso, Chiron (Alex Hibbert) è un ragazzino afroamericano che è stato soprannominato “piccolo” per la sua personalità dolce e per la sua corporatura esile. Queste caratteristiche lo rendono facile preda per i bulli del suo quartiere che, un giorno, arrivano persino a rincorrerlo all’interno di un motel abbandonato. Qui verrà ritrovato da Juan (Mahershala Ali), uno spacciatore di crack dal cuore tenero: il delinquente prende Chiron sotto la sua ala protettrice e lo porta con sé nella casa che divide con la sua compagna Teresa (Janelle Monáe). I due lo sfamano e gli danno rifugio per la notte: Chiron sente di potersi fidare di loro e gli confida di quanto sia difficile la vita con sua madre, una donna asfissiante ed emotivamente aggressiva di nome Paula (Naomie Harris). La mattina dopo, però, Juan riporta il suo nuovo amico dalla sua famiglia, cosa che Chiron gli aveva espressamente chiesto di non fare. L’unico aspetto positivo che il ragazzo incontrerà nel suo quartiere è la presenza di Kevin (Jaden Piner), da sempre il suo migliore amico e l’unica persona di cui il nostro protagonista senta di potersi fidare. 

Ripercorrendo tre fasi distinte della vita dello stesso personaggio, è facile intuire che il protagonista è stato interpretato da tre attori differenti: Trevante Rhodes, Ashton Sanders e Jharrel Jerome, gli artisti in questione, non si sono mai incontrati durante la produzione del film per espressa volontà del regista. Barry Jenkins, infatti, desiderava che ognuno dei tre interpreti sviluppasse in autonomia la propria personale idea del personaggio da portare sullo schermo.