Carlo Delle Piane ha ottenuto il premio alla carriera durante la seconda edizione del Festival Cinevasioni che si svolge nel carcere della Dozza a Bologna, lo stesso che lo scorso anno ha insignito niente meno che Claudia Cardinale. Con 110 film all’attivo, l’attore ottantunenne ha attraversato gran parte della storia del cinema italiano, collaborando con i più grandi registi e artisti di sempre: Aldo Fabrizi, Vittorio Gassman, Roman Polanski, Mario Monicelli e Totò solo per fare alcuni nomi, fino a diventare negli ultimi anni ad essere un punto fermo delle opere di Pupi Avati. E proprio del suo rapporto con il ‘maestro’, Carlo Delle Piane ha parlato in una recente intervista rilasciata ad ‘Avvenire’ dove ha chiarito il modo in cui è cominciata la lunga collaborazione: ” Mi avvicinò il produttore Antonio Avati, il fratello di Pupi, che stava cercando attori per Tutti defunti tranne i morti…. Prima presero Gianni Cavina e poi me: furono colpiti. E così cominciò un lunghissimo sodalizio. C’è sempre stato un grande rispetto tra me e il maestro: lui ha capito che io potevo dare molto al cinema e mi lasciava abbastanza libero di inventare i personaggi che lui aveva delineato”.
Carlo Delle Piane e l’amicizia con Aldo Fabrizi
Nella sua lunga carriera, Carlo Delle Piane ha recitato con una lunga schiera di attori, anche se con uno soltanto è nata una vera amicizia. Lo stesso vincitore della premio alla carriera a Cinevasioni ha precisato: “Non sono stato sempre apprezzato da colleghi e registi per quello che valevo realmente. L’unico vero amico che ho avuto è stato Aldo Fabrizi. Ma anche lui non era molto amato dai colleghi perché diceva sempre quello che pensava e non scendeva mai a compromessi. Ho fatto parte del cast, come co-protagonista, del suo La famiglia Passaguai e poi c’è stata la bellissima parentesi teatrale di Rugantino”. E proprio il ruolo nel film de La famiglia Passaguai ha messo a rischio la carriera di Delle Piane che per una decina di anni ha rifiutato i ruoli che gli venivano proposti, per evitare di cadere nel cliché del personaggio da lui rappresentato. Questo almeno fino a quando ha incontrato i fratelli Avati che gli hanno permesso di dare una nuova svolta, a tratti imprevista, alla sua carriera.
La grave malattia e il ritorno sulle scene
È trascorso diverso tempo da quel 9 gennaio 2015 in cui Carlo Delle Piane è stato costretto al ricovero d’urgenza in ospedale a causa del malore neurologico. In tale circostanza era rimasto in coma per circa 20 giorni, riuscendo quasi miracolosamente a tornare alla normalità. E neppure la grave malattia lo ha allontanato dal mondo del cinema, tanto che qualche mese fa è tornato sul set del film Chi salverà le rose? per la regia di Cesare Furesi, che ha scelto di chiamare in causa anche un altro grande del cinema italiano ovvero Lando Buzzanca. Delle Piane ha spiegato di avere subito apprezzato la sceneggiatura e di avere accettato questa nuova scommessa: “Ho letto la sceneggiatura di Furesi e mi è piaciuta molto. Anzi, mi sono entusiasmato alla possibilità di interpretare di nuovo l’avvocato Giulio Santelia, anche se la storia è diversa dalle precedenti e lui è un po’ invecchiato. Ci ho messo del mio, come sempre”. Il film verrà proiettato all’interno della rassegna della casa circondariale di Dozza.