L’INTERVISTA

Andrea Camilleri è senza dubbio l’ospite d’onore della quarta puntata di Che tempo che fa. Come ampiamente annunciato nei giorni scorsi, Camilleri è in collegamento dalla sua casa romana per un’inedita intervista con Fabio Fazio. Ma prima, una clip che riassume gli innumerevoli successi (pressoché centenari) dello scrittore agrigentino. L’occasione per salutarlo è l’uscita del suo nuovo libro Esercizi di memoria. Non è un titolo casuale: “Ho buona memoria del passato, un po’ meno del presente. In ogni caso, ci sono dei geni privi di memoria, dunque resto umile”. Poi la domanda: “Sente l’affetto dei suoi lettori?”. “Sì. Il regalo più bello che ho ricevuto è proprio questo senso di affetto continuo e incondizionato”. Camilleri scherza sulla forma inconsueta del suo libro di memorie: “La mia scrittura è contornata da una serie di illustrazioni: il fatto che non avrei mai potuto vederli [lo scrittore è cieco da anni, N.d.R.], mi convinse ad accettare la proposta dell’editore”. Quanto alle sue esperienze teatrali, Camilleri scherza su quella volta che con De Filippo criticò il piccolo schermo: “La tv è piena di preti e di piemontesi”. Sì, perché: “Non riescono a distinguere una fontana luminosa da un furgarone”. Ultima domanda sul caso Regeni: “Io non ho parole. Non credo che si possano avere parole per un fatto così tremendo. Io posso solo unirmi al dolore dei genitori, come, sono sicuro, gran parte degli italiani”. [agg. di Rossella Pastore]

ESERCIZI DI MEMORIA

“Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre”. Queste le commoventi quanto bellissime parole di Andrea Camilleri che stasera, vedremo anche tra gli ospiti di Fabio Fazio, durante la nuova puntata di “Che tempo che fa”, in onda nella prima serata della rete ammiraglia di Casa Rai. Andrea Camilleri però, combatte anche con la sua cecità e così ha iniziato a dettare i suoi scritti ma la sua arte sembra non averne assolutamente risentito. Ecco che così, tramite dettatura nasce anche “Esercizi di memoria” che sono, come dice lui, dei compiti per l’estate: 23 storie dettate in 23 giorni differenti. “L’ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che la mia scrittura somigliasse agli esercizi acrobatici di un’acrobata che vola da un trapezio all’altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare mai la fatica, l’impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la sua fatica per raggiungere quella grazia lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo” ha aggiunto Camilleri. Se volete farvi incantare ancora una volta dalle sue parole, non perdete l’appuntamento di questa sera con Fabio Fazio e la nuova intervista allo scrittore siciliano. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

ANDREA CAMILLERI, IL PADRE DI MONTALBANO

Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri tra gli ospiti della quarta puntata di Che tempo che fa, programma condotto da Fabio Fazio in onda questa sera 15 ottobre 2017 su Rai Uno a partire dalle ore 20.35. Nato nel 1925 a Porto Empedocle, Andrea Camilleri è noto in Italia ma anche nel mondo per essere il padre del famoso Commissario Montalbano, personaggio della nota collana di libri ma anche protagonista della serie televisiva di successo prodotta dalla Rai a partire dal 1998. Acclamato dalla critica televisiva, in particolare per ambientazioni e storie raccontate, Il commissario Montalbano è giunto all’undicesima stagione: nel 2017 sono state mandate in onda le ultime due puntate, Un covo di vipere e Come voleva la prassi. Il commissario Salvo Montalbano, interpretato dallo straordinario Luca Zingaretti, è entrato nel cuore degli italiani ma Camilleri è ricordato anche per altri libri di successo e per la sua breve ma importante parentesi da regista (è stato il primo a portare Beckett in Italia) e sceneggiatore.

ANDREA CAMILLERI: “ESERCIZI DI MEMORIA”

Il noto scrittore Andrea Camilleri ha da poco pubblicato il suo ultimo libro, “Esercizi di memoria”, edito da Rizzoli. Lo scrittore siciliano ha composto ventitre pezzi di vita che emergono con delicatezza e che ci portano a condividere pezzi di storia anche del nostro paese. Intervenuto ai microfoni di Radio Radicale, Andrea Camilleri ha parlato della sua ultima creazione e, in particolare, dal punto di partenza: “Nascono con l’età. Una volta Leonardo Sciascia, parlando della memoria, disse una frase bellissima: ‘Avanzando nell’età, cresce la presbiopia della memoria’. Cominci a ricordarti con estrema precisione, anche nei minimi dettagli, fatti accaduti nell’infanzia e nella prima giovinezza, e magari dimentichi ciò che hai mangiato il giorno prima. Con l’età i ricordi emergono, ma emergono come se fossero accaduti il giorno prima. In qualche modo senti l’urgenza, come prima cosa, di fermarli sulla carta – conclude Andrea Camilleri – questa è l’origine del libro in sostanza”.

IL PENSIERO SULLO IUS SOLI

Andrea Camilleri è noto anche per il suo impegno politico. Iscrittosi al Partito Comunista da giovane, in tempi recenti lo scrittore ha partecipato nel 2008 alla manifestazione “No Cav Day” contro i provvedimenti del governo Berlusconi IV in materia di giustizia. Dopo aver manifestato la sua contrarietà al governo Letta e alla rielezione del capo dello Stato Giorno Napolitano nel 2013, l’anno seguente manifestò appoggio alla lista Tsipras alle Europee, salvo poi ritirarlo. Intervenuto a Radio Capital, Camilleri ha detto la sua sullo Ius soli, argomento che tiene banco nelle ultime settimane: “E’ una vergogna che non sia stato approvato e che venga rimandato: questa è un’altra vergogna della politica di oggi. Ho portato un bell’esempio: noi italiani siamo razzisti, perché non lo vogliamo dire?

Negli anni Sessanta andavo spessissimo a Torino a lavorare alla radio e alla televisione; ho visto, con i miei occhi, dei cartelli su dei portoni che dicevano: “Non si affitta ai meridionali”. L’ho visto io, sono disposto a dirlo in Tribunale. Italiani brava gente dice la leggenda, gli italiani sono come gli altri: non sono brava gente. Abbiamo la memoria troppo corta, riusciamo solo a ricordare come era composta la Juventus nel 1936 e chi vinse il Festival di Sanremo”.